I misteri della patente di Achammer
Un'inchiesta del settimanale ff, pubblicata oggi come Titelgeschichte, ricostruisce una singolare vicenda attorno alla patente di Philipp Achammer, persa e poi riottenuta molto velocemente (o meglio: mai fisicamente ritirata) grazie a una traduzione sbagliata e all'intercessione dell'ufficio patenti della Provincia. I “vuoti di memoria” e i buchi nel racconto dei diretti interessati sarebbero molteplici, secondo ff, oltre all'evidenza di un canale privilegiato per il politico della Volkspartei.
Tra il 2013 e il 2014 l'assessore alla cultura e Obmann della SVP avrebbe commesso una serie di infrazioni al codice della strada – dal superamento dei limiti di velocità alle telefonate alla guida – che gli sono costate la decurtazione di tutti punti dalla patente. Oltre alle numerose multe da pagare, Achammer è così costretto a sostenere l'esame di revisione della patente: un test di 30 domande a risposta multipla cui rispondere in 20 minuti. Errori concessi: massimo 4. Achammer decide di sostenerlo da privatista. L'appuntamento per l'esame viene però rimandato più volte, per malattia o impegni istituzionali, tanto che l'Obmann della SVP rischia il ritiro d'ufficio della patente. Ma quando finalmente si presenta agli Uffici provinciali di Bolzano Sud, è da solo: l'esaminatore Dario Ansaloni spiega a ff che non è la norma, ma ogni tanto “per persone con una certa visibilità politica” si fa un'eccezione. L'assessore commette 5 errori, ce n'è uno di troppo. I due, Achammer e Ansaloni, si siedono assieme al computer (cosa già di per se poco convenzionale) e notano almeno un paio di presunte traduzioni sbagliate dall'italiano, o meglio, formulazioni in tedesco che sarebbero quantomeno fraintendibili. “Una o due”, ma Achammer non ricorda bene. Errori che da anni non capitava di riscontrare. Ansaloni rassicura l'Obmann, “il problema si risolverà” attraverso un ricorso all'ufficio patenti. Achammer riparte con la sua auto come nulla fosse, senza essere informato che il giorno dopo, per legge, non avrebbe potuto mettersi alla guida. Il giorno successivo Achammer ha una “Klausur” a Varna coi direttori di ripartizione Vera Nicolussi-Leck e Peter Höllrigl. L'assessore si mette alla guida della sua Audi ma all'altezza di Sciaves tampona un auto di turisti tedeschi. I danni, per i germanici, ammontano a 10mila euro, Achammer fa una visita di controllo all'ospedale di Bressanone, la Klausur è rinviata. E la patente? Formalmente, dal giorno prima, è ritirata.
Da qui in poi cominciano le incongruenze del racconto. Di questo incidente non verrà a sapere la direttrice dell'ufficio patenti Giovanna Valenti, contattata da Achammer per il ricorso, il quale però sostiene invece di averla informata. Dietmar Pattis, assistente dell'assessore presente all'incidente di Sciaves, sostiene altresì di averlo detto ad Ansaloni. Ma la parte più oscura riguarda il ricorso, andato a buon fine in quanto Valentini ha segnalato personalmente a Roma le incongruenze ravvisate dal ricorrente – che però non aveva mai firmato alcun documento per il ricorso: la procedura è partita direttamente dall'ufficio patenti. Le domande contestate sono cancellate, Achammer ha passato l'esame, come previsto dalla legge, senza alcuna necessità di ripeterlo. Data la delicatezza della vicenda, l'assessore però preferisce ripetere l'esame, lo comunica a Valentini, e – dice lui – lo sostiene assieme ad altri 4-5 esaminati. Dario Ansaloni afferma l'esatto contrario: l'esame non si può ripetere, e Achammer non si sarebbe mai ripresentato. Dal canto loro, all'ufficio patenti è sparito qualsivoglia documento che possa attestare quanto asserito da Valentini e Achammer. Colpa – questa la versione ufficiale – di un doppio “o forse triplo” trasloco degli uffici.
E ci sono le prime reazioni politiche: Andreas Pöder della BürgerUnion chiede a Philipp Achammer di spiegare la sua posizione in Consiglio provinciale.