That's Italia & Amore
Italia&Amore, via Argentieri numero 3. Per entrare all’inagurazione del nuovo locale di Bolzano, che aprirà ufficialmente i battenti oggi, è necessario essere provvisti dell’invito personale recapitato a casa e aver già pagato i cinquanta euro che servono per accedere, cinquanta euro che poi andranno devoluti in beneficienza per costruire una casa per donne sole con figli nei pressi di Bressanone, la futura Casa Rainegg.
Io non sono in lista e fuori dal locale ci sono alcuni tavolini giù apparecchiati ma circondati da un cordone rosso, qualche passante butta l’occhio dentro mentre i camerieri si danno da fare per sbrigare gli ultimi dettagli prima dell’inizio dell’evento. Gli invitati sono subito riconoscibili, stanno aspettando un po’ più indietro della corda rossa.
“Scusi, lei sta aspettando per entrare?”.
“Sì, mi hanno invitato, sono il geometra che si è occupato degli impianti del locale nuovo, non è male, vero?”.
Decido che è il caso di stare dietro al geometra, ritornerà comodo quando all’entrata - senza invito o altro accredito – dirò: “Sono con lui”. Appena entro mi allacciano un braccialetto rosso al polso, come in discoteca, e una ragazza mi allunga un bicchiere di vino Borgoluce in mano. Sui tavoli ci sono pizze, hamburger, patatine e ogni altro tipo di pietanza che un medico non consiglierebbe come dieta contro il colesterolo alto. Chiedo a uno dei camerieri dove posso trovare il proprietario, seguo l’indice del ragazzo da destra verso sinistra: “E’ lui, quello con il papillon nero con le piume e il cilindro in testa, sì, quello con i capelli lunghi, lo vedi?”.
Norbert Kier accoglie e abbraccia ogni commensale che varchi la soglia del suo locale, a lui portano i regali e i saluti. “Ogni piano qui ha uno scopo diverso, come se ogni piano fosse un piccolo ristorante a sé ma con un Leitmotiv che segue tutto, la filosofia di questo locale. Siamo diversi da Eataly, perché loro sono una catena di negozi dove puoi anche mangiare, noi siamo un ristorante dove eventualmente puoi anche comprare qualcosa. Tutto Made in Italy, tutti i prodotti che utilizziamo”. Kier continua spiegandomi che oltre ai cinque livelli, di cui due interrati - compreso la cantina di vini, ci sarebbe anche la possibilità di aprire la terrazza: “Oggi eravamo in Comune, ancora non abbiamo le concessioni”, dice scappando subito ad abbracciare un nuovo ospite, stavolta con un grosso mappamondo incartato in mano.
Alcuni ospiti sono più che riconoscibili, come il vicepresidente del Consiglio provinciale dell’SvP, Thomas Widmann, che discute spalla a spalla con Giovanni Podini, il noto imprenditore altoatesino. I veri protagonisti della serata però, sono loro, i Jack Freezone & The Swinin’ Ciccioli. Suonano da quando hanno cominciato a entrare gli ospiti, musica anni ’30, gipsy, un po’ di blues, quello che riesce a illuminare l’ambiente.
Esco dopo circa un’ora passata a farmi guardare male mentre prendo nota di quello che succede sul mio taccuino - guardano male di più la penna in verità – e fuori con me c’è proprio Jack Freezone, il frontman degli Swinin’ Ciccioli, vestito all’irlandese con tanto di coppola, che potrebbe effettivamente essere un accessorio fuoriviante e ricordare più un generico avventore meridionale ma Jack Frison è bolzanino e con una straordinaria tecnica di marketing, mi allunga il suo biglietto da visita: “Non si sa mai”.
Non me ne abbia il signor
Non me ne abbia il signor Nunziata, ma questo articolo è il nulla cosmico. Ai tempi del liceo mi avevano insegnato che ogni articolo di giornale deve contenere una notizia, la quale andava elaborata in un testo che non poteva non contenere le famose cinque "w". Lasciamo da parte le cinque "w", che magari ai tempi d'oggi dove la gente legge giusto i titoli dei link sui social media sono diventate obsolete, ma qua sopra la notizia in quanto tale dov'è?
In risposta a Non me ne abbia il signor di Mensch Ärgerdi…
L'apertura stessa del locale.
L'apertura stessa del locale.
In risposta a L'apertura stessa del locale. di Domenico Nunziata
Ah!
Ah!