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“La censura non è la soluzione”

Una storia fatta di polemiche che si ripete e che vede stavolta protagonista la serie Netflix “Squid Game”. L'accusa? Il rischio di emulazione da parte dei più giovani.
Squid Game
Foto: Netflix

Tra boom di visualizzazioni e tentativi di censura, la nuova serie Netflix intitolata “Squid Game” si trova al centro del dibattito pubblico italiano. Il primo allarme è arrivato dalla Fondazione Carolina che, lanciando una petizione online, invitava le autorità a bloccarne il contenuto. Che la censura non possa essere la soluzione, ormai è chiaro anche per Daniela Höller, Garante per l’infanzia e l’adolescenza della Provincia di Bolzano, e che assieme ad Aaron Damian de GliAcchiappafilm - il gruppo di giovani appassionati cinefili bolzanini nati prima come blog, e ora anche come organizzatori di eventi assieme a doppiatori e attori del panorama nazionale- ha fatto il punto sulle polemiche intorno alla serie tv, e sulle ripercussioni che si sono date anche a livello locale.


“Ci siamo recentemente riuniti a Roma con tutti i Garanti regionali, molti dei quali avevano serie preoccupazioni in merito a Squid Game e si trovavano diversi insegnanti disperati per le emulazioni della serie tra i bambini - spiega Daniela Höller -. Non sono pochi i casi in Italia e, recentemente, il fenomeno ha toccato anche Bolzano dove, alle scuole elementari Manzoni, è stata replicata la dinamica violenta della serie tv. Ci dobbiamo chiedere perché queste tematiche di violenza e morte sono così affascinanti per i bambini e, per farlo, dobbiamo dialogare con loro. Il problema non sono loro, ma l’attenzione degli adulti nei loro confronti. Un divieto non potrà essere la soluzione - specifica la Garante -. Se ai bambini si vieta qualcosa, questi si incuriosiscono ulteriormente. Inoltre - aggiunge - il problema non può essere additato alla sola piattaforma streaming dal momento che i contenuti sono già presenti in tutti i social network. Il focus va riportato alle dinamiche che intercorrono nella gestione della rete stessa. Di serie tv come ‘Squid Game’ ce ne sono diverse, per questo censurare un contenuto non può essere la soluzione. Quello che possiamo consigliare ai genitori - conclude Höller - è di guardare la serie tv per capire di cosa si sta parlando e potersi fare così una propria opinione; serve attenzione e responsabilità”.

“La polemica è normale. C’è stata anche con i videogame e i film di Kubrick e Tarantino”

- Damian (gliAcchiappafilm)

“La serie tv è molto particolare, è una serie coreana e ha un proprio modo di raccontare, che è sicuramente diverso da quello occidentale a cui siamo abituati. Nonostante questo, però, è riuscita a farsi vedere e piacere da un pubblico vastissimo. Nel cinema, la violenza può essere un mezzo per raccontare e mettere in luce determinate questioni e poterle così criticare. Ci si deve consapevolizzare” commenta invece il blogger Aaron Damian.


“Il problema, credo, non sta nel contenuto, ma nell’uso che se ne fa: anche per questo vi è un divieto di guardare la serie sotto i 14 anni. Per quanto riguarda la polemica è del tutto normale - specifica Damian - . C’è stata anche negli anni novanta con l’arrivo dei videogame, così come i film di Kubrick e Tarantino. Se consiglierei di guardare la serie? Assolutamente sì - termina Damian - ma ad un pubblico appassionato di questo genere di intrattenimento, magari aspettando che esca la serie doppiata in italiano”.