Politica | Nel capoluogo

Studentati privati: una fregatura?

Walcher ha fissato il tetto a 600 euro a camera, in quelli provinciali si paga 300. Studenti duri con il Comune: "Limite già insostenibile, perché è aumentato di 100 euro?" Come sempre la soluzione sarà che i soldi li mette la Provincia?
studentato proposta dalle nogare
Foto: Salto.bz Fabio Gobbato
  • Per gli aspiranti studenti di Unibz trovare un alloggio a un prezzo sostenibile è forse ancora più complicato di quanto non lo sia per i bolzanini e i residenti a lungo termine. Le speculazioni dei proprietari di appartamenti sono identiche a quelle delle vere città universitarie con decine di migliaia di studenti e, quindi, i pochi posti letto affittati da privati hanno costi quasi sempre elevatissimi. Del resto, queste sono le leggi del mercato, c’è poco da fare: la penuria di qualunque bene, ne fa lievitare il prezzo. 

    Il fatto è che negli ultimi 30 anni le priorità della politica sono state altre e i costi folli delle case sono considerati ormai come ineluttabili. Questo sì che è veramente folle. Come se, volendolo, in una Provincia con un bilancio multimiliardario non fosse possibile attuare delle politiche abitative efficaci. La verità è che forse questa situazione sta bene, per ragioni diverse, praticamente a tutte le lobby attive in Alto Adige e quindi nessuno ha mai neanche provato a fare degli interventi politici seri. La conseguenza è che, per quanto riguarda gli alloggi temporanei, da un paio di decenni i vari rettori che si succedono alla guida dell’ateneo, ad ogni inaugurazione di anno accademico danno notizia delle centinaia di aspiranti studenti che rinunciano ad iscriversi per i costi degli alloggi. I dati ufficiali parlano di uno studente su tre. Un’enormità, che forse ha fatto - almeno per qualche istante - arrossire le guance a più di qualcuno nella stanza dei bottoni. 

  • Comune inamovibile

    In uscita: Il rettore Paolo Lugli Foto: unibz

    Un paio di anni fa, dopo l’ennesimo appello lanciato dal rettore uscente Paolo Lugli, il Comune di Bolzano, non essendo disposto a modificare di un millimetro le proprie scelte urbanistiche imposte dal Bauernbund attraverso il vicesindaco Luis Walcher, ha deciso di sfatare un tabù. E così si è avviato il percorso amministrativo per dare la possibilità ai privati di costruire studentati nelle zone produttive, e cioè alloggi con vista panoramica sulle fabbriche o sui piloni del viadotto autostradale (qui due esempi).

  • Dopo uno sfinente iter amministrativo, in estate, fra roboanti squilli di tromba si è arrivati a definire la piattaforma per avviare le convenzioni. A quel punto un po’ tutti si immaginavano che dietro la parola “convenzione” ci fossero degli accordi che avrebbero prodotto, oltre agli scontati vantaggi per i costruttori, anche delle novità positive per gli studenti, immettendo sul mercato centinaia di nuovi posti letto a canoni calmierati. Ingenui. 

  • Lo spillo

    Visti i prezzi in linea con quelli di Manhattan che si profilano all’orizzonte, la zona produttiva di Bolzano Sud – ci si passi l’ironia - è infatti pronta per essere chiamata ufficialmente Lower South Side e i Piani Lower East Side? Peccato che i Comuni limitrofi non si filano il sindaco, altrimenti inizieremo a parlare di Greater Bolzanon, naturalmente pronunciato Bolsanon?

    Alla fine di questo lungo procedimento, infatti, come si intracapiva già ai primi di agosto da questo articolo, il Comune sembra essere riuscito a fare in modo che il mercato degli affitti e l’insostenibilità finanziaria per gli studenti restino invariati anche nei prossimi decenni: il limite dei canoni a 500 euro, infatti, senza inoltre porre argini agli adeguamenti Istat, sembrava già molto alto. Ma Walcher non aveva fatto i conti con le capacità di persuasione dei costruttori bolzanini. Dopo le loro proteste, come hanno notato i consiglieri del Team K e abbiamo riferito in quest'altro articolo nell’avviso pubblico per la presentazione delle manifestazioni d’interesse “finalizzate all’individuazione di locali da adibire ad uso studentati” ora si legge: “il canone di locazione per camera singola non dovrà essere superiore a Euro 600,00/mese, oneri accessori, spese di utenza inclusi”, fermo restando che “tale importo è soggetto alle indicizzazioni ASTAT”. Eh, certo, non dimentichiamo le indicizzazioni neppure con le camere a 800 euro.

  • La conferma di Walcher

    Questo aumento di 100 euro inserito alla chetichella senza correggere quanto era stato comunicato pubblicamente, sembrava frutto di una possibile svista a livello amministrativo. Non è purtroppo così. Lo conferma a SALTO lo stesso Walcher. “Il limite massimo è 600 euro ma si aggiudica il bando chi fa il ribasso più alto. Sono abbastanza sicuro che avremo dei ribassi, ma soprattutto che troveremo gli alloggi necessari”, spiega il vicesindaco.

    Che 600 euro di tetto massimo siano comunque troppi, non lo dice solo il buonsenso ma anche, in una approfondita nota stampa, gli studenti dell’SH/ASUS, la Südtiroler HochschülerInnenschaft, che di solito sono piuttosto pacati. “600 euro per una stanza in uno studentato sono semplicemente troppi! (einfach viel zu viel), è il titolo del comunicato. Ariane Benedikter e Alexander von Walther ricordano di essere stati loro a richiedere un tetto massimo ai canoni, ma se questo non è basso, dicono, “si perde lo scopo dell’operazione”. Non per il Comune. 

  • La protesta degli studenti

    Ariane Benedikter Foto: sh.asus

    L’ SH è rimasta ancora più sorpresa – si legge nl comunicato-  nell'apprendere che questo tetto massimo ora esiste -e che è di ben 600 euro. (…) Inoltre gli adeguamenti Istat potrebbero far lievitare il prezzo anche di parecchio nei prossimi anni”. Gli studenti dicono quindi che il tetto, anche a 500 euro, era già alto ma “ci si chiede come 500 euro siano diventati 600 in così poco tempo”. E ancora: "In un periodo in cui tutto diventa sempre più costoso 600 euro per una stanza in uno studentato non sono semplicemente alla portata della maggior parte degli studenti". Con queste cifre per gli studenti è automatico che sia “necessaria una (cospicua) sovvenzione da parte della Provincia agli studenti. Già 500 euro  - si legge nella nota - erano troppo alti rispetto ai prezzi delle camere negli studentati convenzionati con la Provincia. Non si deve permettere che si faccia speculazione con gli alloggi per studenti". 

  • Il gioco immaginato dai decisori comunali deve essere proprio questo: innescare lo stesso meccanismo che per decenni ha drogato il mercato in città con il “contributo per l’affitto”, facendo salire i prezzi e finire di fatto i soldi della Provincia nelle tasche dei proprietari, strangolando parallelamente le famiglie del ceto medio che non avevano accesso al contributo. 

  • I costi provinciali

    Ambìto: Lo studentato di viale Europa Foto: Asp

    Tutto questo è ancora più assurdo se si va a verificare l’ultima affermazione virgolettata del comunicato di SH. Come si può vedere su My Civis un posto in uno studentato “provinciale” (come nell’ostello di viale Europa) costa 230 euro in stanza doppia e 300 in singola. La metà, praticamente di quelli privati. Posti così preziosi che fino a pochi mesi fa sono stati assegnati dalla Provincia con un “click day” che in effetti li metteva sullo stesso piano dei premi di una assurda lotteria (venivano assegnati a chi cliccava per primo ad un determinato orario di un determinato giorno, indipendentemente dal reddito familiare o altri criteri legati al bisogno). Quindi, per assurdo, visto che ora la Provincia ha acquistato gli splendidi appartamenti INPS sopra l’ex libreria Cappelli in piazza Vittoria per ricavarci 50 posti letto per studenti, tra qualche anno potrebbe accadere che uno studente potrà pagare 300 euro (senza adeguamenti Astat) a due passi dal Talvera e un altro 600 (magari 650 con gli adeguamenti all’inflazione) in camere con vista sul casello dell’Autostrada e sulla rotonda con la statua di Ötzi.

  • Ovvio che la palese ingiustizia dovrà trovare un bilanciamento con gli immancabili contributi provinciali, che, come da tradizione, contribuiranno a rimpinguare i guadagni dei costruttori privati.  

  • Scheletro: L'edificio che verrà trasformato Foto: Salto.bz Fabio Gobbato

    Meglio non mettersi a fare calcoli su quanto può incassare ad esempio il costruttore Tosolini con i 250 alloggi previsti nello “scheletro” a pochi passi dalla Metro rimasto lì per decenni. Non ha senso, è ovvio che la beneficenza non è contemplata. 

    Ma se è vero, come pare, che Tosolini in quell’edificio investirà ben 17 milioni, viene da chiedersi se in questa Provincia anche i costi di costruzione siano in qualche modo “sostenibili” e quanto potrà mai costare uno studentato realizzato dovendo acquistare i terreni e costruendolo dalle fondamenta. Ma tranquilli, se i costi schizzano alle stelle, poi paga la Provincia.