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Iveco: 4 mesi di cassa integrazione

In questo modo la sede di Bolzano dell’azienda conta di affrontare il momento peggiore della crisi delle commesse. Nell'attesa della ripresa, prevista per il 2018.
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Foto: http://www.iveco-otomelara.com/

Un anno fa su Salto avevamo intervistato Fabio Paricchini ed avevamo ottimisticamente titolato citando il sindacalista di FIOM CGIL: “Non c’è alcun allarme”. 
Gli ultimi giorni però purtroppo non hanno fatto altro che confermare l’onda lunga della riduzione delle commesse all’Iveco di Bolzano. Conseguenza della crisi del settore, registrata a livello mondiale.
Risultato: l’azienda non solo ha confermato il ricorso alla Cassa Integrazione Guadagni (CIG), ma addirittura ne ha raddoppiato la durata rispetto al 2016. 

Nell’azienda bolzanina - che, lo ricordiamo, occupa ben 780 persone - i giorni di Cassa Integrazione saranno nel 2017 ben 120 a fronte dei 69 del 2016 (i 20 giorni ipotizzati nell’autunno 2015 ormai sono un lontano ricordo). 

Nella giornata di giovedì 1 dicembre in azienda si sono svolte diverse assemblee nelle quali i sindacati hanno discusso con i lavoratori della situazione. Tutte le rappresentanze sindacali hanno insistito nel voler conservare la fiducia nell’azienda e nel credere che il 2018 sarà l’anno della svolta ovverossia il momento in cui la ripresa delle commesse - già iniziata - troverà finalmente compimento.  
La concreta speranza da parte dei dipendenti sta in gran parte nella prevista produzione a Bolzano del nuovo mezzo (carro armato) della famiglia Centauro. Commissionata dal Ministero della Difesa Italiano che si conferma essere il principale committente della sede bolzanina dell’Iveco. 

L’azienda ha dunque confermato gli investimenti previsti appunto per innovare i prodotti. Ma intanto nel 2017 per ben 4 mesi 405 operai e 131 impiegati si troveranno in CIG. Con l’unica prospettiva di integrare i mancanti introiti nello stipendio operando delle trasferte nelle altre sedi dell’azienda nel nord Italia. Come Suzzara in provincia di Mantova oppure Piacenza, dov’è anche possibile effettuare straordinari nei fine settimana. 

Molti lavoratori senz’altro cercheranno di integrare (i sindacati hanno ipotizzato con la CIG una riduzione dello stipendio dell’ordine del 20-25%) ma non tutti potranno farlo perché per motivi familiari sono impossibilitati a recarsi in trasferta. 
I lavoratori di Bolzano in caso possono solo sentirsi fortunati, in quanto la situazione dei loro colleghi di Treviso è ancora più gravosa essendo stati lì programmati ben 160 giorni di Cassa Integrazione. 

Mentre si sforzano di essere ottimisti facendo conto sull’annunciata piena ripresa della produzione nel 2018, intanto operai e impiegati hanno dato mandato ai loro rappresentanti sindacali di coinvolgere sia il Ministero per lo Sviluppo Economico che la Provincia. Nell’ottica di ottenere aiuti aggiuntivi e che, comunque, la situazione venga adeguatamente monitorata.