Kurz, Kogler
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Politica | il cappuccino

Austria, Verde e forse felix

Eccoci a dir qualcosa sulla prossima coalizione in Austria.

In attesa di leggere di politica italiana senza troppi ritardi rispetto a quando i fatti accadono (ultimo esempio: l’espulsione di Gianluigi Paragone dal M5stelle), eccoci a dir qualcosa sulla prossima coalizione in Austria, dopo un primo e puntuale articolo di cronaca di Lisa Maria Gasser su questo portale. 

Dunque, i Verdi austriaci si apprestano a governare uno stato nazionale ed è la prima volta. Lo faranno insieme con i Popolari di Kurz, reduci da una collaborazione di governo con gli esponenti della Destra più aggressiva quanto per fortuna impreparata e non degna di far politica. Dopo la città di Innsbruck (il sindaco Georg Willi è Verde), ora tocca ad un Paese intero: l’Austria. 

Vienna si appresta ad essere la capitale del primo Paese europeo che sarà governato dai popolari della ÖVP e dal cancelliere Sebastian Kurz e – dopo lunghe settimane di trattative - dai Grünen guidati da Werner Koegler. Sabato 4 gennaio il congresso dei Verdi a Salisburgo ratificherà questa alleanza, probabilmente con alcuni distinguo e qualche severa raccomandazione ai proprio futuri ministri. Ma il più è fatto o così almeno sembra. 

Come è potuto accadere? Hanno prevalso i numeri dei risultati elettorali (la ÖVP con il 37,5% e i Verdi con il 13,9%) e anche la volontà, non sappiamo però quanto anche “retorica”, di costruire ponti e non muri tra due partiti così diversi e così lontani?

Vienna come maggiore laboratorio politico della Ue?

Dopo l’esperienza complessa e logorante che ha portato ad un presidente della Repubblica anche lui di cultura e sensibilità “ecologista”, in effetti l’Austria ha deciso di “essere finalmente governata” e di iniziare in fretta una avventura politica – governativa, culturale, persino post-ideologica – si spera utile per il Paese e di esempio per le future alleanze nella Germania post-Angela Merkel, quando sarà. 

Vienna come maggiore laboratorio politico della Ue? Certo. Ma ad alcune condizioni. La prima: che non si guardi ai Verdi (anche nelle redazioni dei giornali) come ai vecchi ecologisti con sguardo miope verso gli squilibri sociali ed economici. Ormai i Verdi sono la maggiore forza politica con queste sensibilità. La seconda: che non si dia nulla per scontato in altri Paesi europei, almeno quelli dove i sovranismi e le politiche del “più forte e solo al comando” sono meno pervicaci.

E l’Austria? Mentre i giornali tedeschi (ri) scoprono una Vienna multiculturale e quasi “omni”- etnica, mentre quelli austriaci provano a spiegare quanto accade e in Italia, eccezion fatta per il Corriere della Sera, si sta per ora alla finestra senza capire granchè, ebbene l’Austria si prepara ad avere un governo con i Verdi responsabili di Ambiente, Trasporti, Energia, innovazione magari sotto l’ombrello di un unico superdicastero. E con i Popolari nei ministeri finanziari, economici e, naturalmente, della Sicurezza dagli Interni alla Difesa. Passo del Brennero (ricordate?), compreso. 

E ora non si dica che la Svp e gli stessi Verdi locali non sono stati avvertiti. Così, giusto per ricordare quante possono essere le declinazioni di tutto questo in chiave anche sudtirolese. O altoatesina, per carità. E persino trentina e romana.

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gorgias Ven, 01/03/2020 - 20:40

Verdi e popolari si sono accordati di fare una riforma fiscale che dovrà sia diminuire le tasse e nello stesso tempo essere sia anche ecologica. Ci troviamo davanti alla quadratura del cercio? Mà il neogoverno non si rompe il capo per risolvere questo problema, mà lo posticipà e delegandolo a una futura task force.

Magari si troverà anche la pietrà filisofale con la quale si riuscirà a far crescere la economia e nello stesso tempo proteggere l'ambiente e salvare il clima. Però io provo sempre più una sensazione claustrofobica, di uno che fosse seduto nello bunker del film "Der Untergang" con me attorno persone che cercano di evocare la Wunderwaffe la quale ci dovrebbe salvare dalla catastrofe. Mi appare sempre più appropiato lo stato d'animo di una Greta Thunberg davanti alle nazioni unite. E non aspettiamoci niente da quelli che l'hanno applaudita. Perchè se l'avrebbero capita veramente e presa seria non avrebbero più saputo che faccia fare.

Ven, 01/03/2020 - 20:40 Collegamento permanente