Cronaca | La sentenza

Mazzata da 7.000 euro per il no vax

Il collegio dei giudici del lavoro respinge il ricorso di un infermiere. "Questione non più nuova". E lo condanna al pagamento delle spese.
Tribunale, Bolzano
Foto: Alessio Giordano

Il 20 agosto 2021 la giudice del lavoro Eliana Marchesini respinse l’allora quinto ricorso presentato da un infermiere non vaccinato con un’ordinanza contenente un pronunciamento molto secco: “il ricorrente non è vittima di alcuna discriminazione”, vi era scritto. Il sanitario, difeso da Renate Holzeisen, ha quindi presentato appello e poco prima di Natale, il 16 dicembre, il giudice del lavoro in composizione collegiale, presidente Ulrike Ceresara, ha respinto il ricorso, e per la prima volta, in quanto “questione non nuova”, ha condannato il ricorrente al pagamento delle spese processuali. Una mazzata da 7.000 euro.

In primo grado la giudice aveva definito il provvedimento di sospensione "legittimo, ragionevole e giustificato" e “destituite di fondamento” le eccezioni sollevate dalla difesa riguardo alla mancanza di adeguata informazione, sottolineando che era stato lo stesso ricorrente a non presentarsi alla chiamata dell'Azienda. La legale aveva lamentato anche una  violazione del Regolamento (CE) N. 507/2006 della Commissione Europea del 29 marzo 2006 relativo all’autorizzazione all’immissione in commercio condizionata dei medicinali per uso umano ma anche in quel caso non era stata rilevata nessuna violazione.

A più riprese la giudice aveva sottolineato di non poter invadere la sfera di competenza del legislatore e che l'efficacia dei vaccini, seppur non al 100%, era ampiamente documentata. Tanto meno sarebbero sussistite violazioni dell’articolo 32 della Costituzione e della Convenzione europea dei diritti dell’Uomo.

Anche nel nuovo pronunciamento prenatalizio del collegio giudicante tutti i singoli punti sono confermati. Verso la fine della sentenza arriva l’elemento di novità. Essendo i sanitari no vax sospesi un migliaio, ed essendoci diverse sentenze di questo tipo, lanciano un messaggio. La questione, giuridicamente, non è più nuova e se tutti fanno ricorsi con motivazioni identiche il sistema giudiziario rischia di incepparsi per ribadire lo stesso concetto. “Le spese sono quindi a carico del reclamante”, scrive il collegio.

 

 

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△rtim post Lun, 01/03/2022 - 18:49

“questione non nuova”. Jetzt sind wir immerhin um eine allgemeine Rechtserkenntnis der it. Rechtspflege bzw. dessen Rechtsverständnis klüger. Wäre hätte das gedacht?Nicht etwa die Rechtsvertreterin, sondern der rechtlich unbedarfte einfache Bürger und Rechtsuchende, der sich vorher nicht über die Judikatur schlau gemacht, zahlt. Zudem muss er sich auch noch die ganze Malaise der italienischen Justiz zuschreiben und vorhalten lassen.
Das nennt man Dienst am Bürger (w.d.m)!

Lun, 01/03/2022 - 18:49 Collegamento permanente