Sorellanza femminista
Questo è il periodo dell'anno in cui fare liste di buoni propositi per l’anno nuovo... da quando mi sono resa conto che le mie finiscono inevitabilmente in fondo al cassetto delle cianfrusaglie al più tardi entro la fine di gennaio, ho scelto di stilare un elenco diverso: raccolgo le buone esperienze ed emozioni vissute, quelle che mi rafforzano e che vorrei portarmi anche nell’anno a venire. Il 2021 mi ha fatto scoprire concretamente il grande valore della sorellanza, quel legame particolare che mi unisce ad altre donne femministe al di là del nostro legame di sangue o della relazione amicale.
Intendo la sorellanza come solidarietà femminile, concetto tutt’altro che scontato in una realtà che ci vede socializzate con il pensiero patriarcale, in continua competizione e concorrenza, guardandoci con giudizio, paura e ostilità. Il pensiero femminista critica questo sessismo interiorizzato e la pratica femminista ci consente di liberarcene. La sorellanza non si manifesta automaticamente in ogni gruppo di femministe o di sorelle. Sta nell’impegno condiviso di lotta contro le ingiustizie patriarcali di qualsiasi forma, partendo proprio dalla pratica dell’autocoscienza femminista. Pratica quotidiana e continua, perché solo così possiamo combattere “il nemico interno” come lo chiamavano all’epoca della terza onda femminista negli anni ‘70. E quando ciò avviene, quando noi per prime ci spogliamo del nostro potere di dominare nei nostri gruppi, ecco che allora siamo sorelle.
Nel 2021 ho avuto la fortuna di incontrare molte donne che nella quotidianità si impegnano a destrutturare il patriarcato interiorizzato e quello che ci circonda, e con loro ho potuto sperimentare la forza ed energia positiva della sorellanza femminista:
- il legame profondo e alla pari che mi unisce alla mia “sorella di cuore” dopo anni e anni di esercizio dell’autocoscienza per entrambe
- l'aria di sorellanza che respiro ogni volta che metto piede nella Casa delle Donne di Bolzano dove trovano rifugio donne in situazioni di violenza, indipendentemente dalla loro provenienza, classe sociale, appartenenza religiosa
- incontrare una giornalista affermata che ha condiviso il suo sapere, mi ha incoraggiata ed accompagnata nelle mie prime pubblicazioni su salto.bz
- la modalità rispettosa ad “altezza occhi” di ascolto e dialogo continuo fra le socie di GEA
- conoscere meglio tante donne attiviste, comprenderne ed apprezzarne la complessità individuale data da punti di partenza e vite diverse e rendermi conto di quanto preziosa sia la nostra varietà
- scoprire che al di là dei rapporti interpersonali più o meno saldi quando si è trattato di sostenerci l'un l'altra in attacchi sessisti tipici del mondo patriarcale, il sostegno della sorellanza femminista è una certezza
- potermi scontrare con alcune donne in gruppi femministi anche con veemenza su divergenze di pensiero mantenendo comunque aperto un canale di dialogo e senza intaccare stima e rispetto reciproci
- sperimentare la forza dell’unione di competenze molto varie con donne da diversi ambiti e femminismi diversi per un obiettivo comune: l’organizzazione di Frauenmarsch – Donne in Marcia
- approfondire l'importanza di un linguaggio inclusivo grazie allo scambio con persone di diverso genere
- le tante donne che hanno risposto in prima persona all'appello di GEA per manifestare la loro solidarietà a una donna vittima di violenza pur non conoscendola di persona ed esercitando così una pressione sul sistema che invece stava vittimizzando ulteriormente la donna
- lo spirito di sorellanza che anima artiste femministe come Lorena La Rocca con il reading teatrale I WILL SURVIVE ((3) Watch | Facebook) o Greta Marcolongo con la rassegna ELLA ((3) Ella | Facebook)
Sono solo alcune delle esperienze di sorellanza concreta vissuta nel 2021. Esperienze che mi hanno rafforzata moltissimo, mi hanno fatta crescere, mi hanno dato la consapevolezza di non essere mai sola e di poter contare su compagne di lotta affidabili e competenti. Esperienze che mi hanno mostrato come insieme possiamo essere superpotenti e scardinare il mondo patriarcale.
Questo sarà il punto di partenza per il mio 2022 e auguro anche a tuttə voi di poter sperimentare autocoscienza, vera sorellanza e la forza che ne deriva!
Giustissimo il pensiero,
Giustissimo il pensiero, necessario da sempre, in quanto le donne avevano da recuperare moltissimo. Ma oggi l'iniziativa mi sembra parziale, non completa e forse anche sbagliata. Perché non soledarietá fra tutti, uomini e donne. Perché non guardarsi in faccia e stringere la mano. Femminismo é suddivisione, scissione, separazione. Tanti risultati alle urne ci hanno fatto vedere, che donne non votano necessariamente donne. La famiglia é convivenza di uomo e donna. No, sono convito piu che mai, che oggi serve la soledarietá della gente, della societá. Basta gia la suddivisione fra ricchi e poveri, che sará piu difficile da superare. Donne del mondo, riflettete.
In risposta a Giustissimo il pensiero, di Sebastian Felderer
Lieber Herr Felderer, ich
Lieber Herr Felderer, ich hatte gehofft, dass Ihnen eine Frau antwortet. Da das aber nicht geschieht, mache ich mich dran. Ich schätze die Beiträge von Frau Clignon, weil sie meistens den Nagel auf den Kopf treffen (und wir ist bewusst, dass ich einen Spruch aus dem männlichen Handwerkermilieu verwende). Die Frauen hatten nicht nur, nein sie haben immer noch auf zu holen. Und das liegt vor allem an uns Männern. Der Begriff der »sorellanza« gefällt mir sehr gut und wenn es uns Ernst ist, dann können ja wir den Begriff der »Brüderlichkeit« erweitern und auf alle Menschen anwenden. Was die Familie für sie mit dem Thema zu tun hat, verstehe ich nicht.
Dass der Unterschied zwischen Armen und Reichen ein großes Thema ist, da stimme ich ihnen zu. Das reduziert den Unterschied zwischen der Behandlung der Frauen und der Männer in unserer Gesellschaft aber nicht zu einem Nebenwiderspruch. Solange Männer die Solidarität von Frauen mit Frauen als falsch betrachten, solange braucht es den Feminismus.