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Cinque Stelle in lotta contro Athesia

Diego Nicolini, consigliere provinciale del Movimento 5 Stelle, spiega a salto.bz la sua mozione sul pluralismo editoriale. E domanda: “Qualcuno sta bluffando nella SVP?”
Diego Nicolini
Foto: Diego Nicolini

salto.bz: Consigliere Nicolini, lei ha depositato una mozione dal titolo “Editoria locale - tra pluralismo e democrazia” che verrà discussa in aula la prossima settimana. L’Innominato, nel suo documento, è il gruppo Athesia. Anche il Movimento si unisce alla crociata contro il colosso mediatico degli Ebner?

Diego Nicolini: È da tempo che si parla della questione del pluralismo, ampiamente condiviso ma soltanto tra le élite che vi sono in Alto Adige. Un problema da sempre sommerso, trasversale, che però non riusciva mai a uscire allo scoperto. Già in passato mi ero confrontato con il Garante della comunicazioni, che riconosceva l’assenza di pluralismo - ma anche di impegno da parte delle forze politiche per risolvere la situazione.

Cosa l’ha convinta a farsi avanti?

La questione ora è sdoganata, perciò porto avanti questa mozione. È uscito Bressa con il suo emendamento, ma soprattutto sono uscite le parole di Zeller, vice-Obmann della SVP, che ha paragonato la nostra stampa alla Bielorussia. Affermazioni molto gravi, riguardo una situazione sotto gli occhi di tutti, “la scoperta dell’acqua calda” come l'ha definita lui. Una delle regole per una buona democrazia è che serve pluralismo: eppure nessuno ha il coraggio di ammettere la forte concentrazione dell’informazione che penalizza la nostra democrazia.

Solo lei possiede questo coraggio in Consiglio provinciale?

Il tema è condiviso ma nessuno vuole trattarlo. Devo dire che da parte dei colleghi dell’opposizione vedo molta timidezza ad affrontare l’argomento. Nessuno vuole parlare di “concentrazione mediatica”: chi ne parla viene penalizzato, io lo faccio perché non ho nulla da perdere. Siamo sempre stati marginalizzati (come M5S, ndr) dalle testate del più importante gruppo editoriale locale. Ipocritamente anche tanti colleghi dell’opposizione non ne parlano per paura di essere penalizzati, di sparire dal panorama politico e non avere più visibilità. Per me è una questione di principio. È una cosa sentita anche tra voi giornalisti: confidenzialmente tanti mi danno ragione, sebbene io veda molta rassegnazione rispetto a questo sistema.

Da parte dell’opposizione vedo molta timidezza ad affrontare l’argomento. Chi ne parla viene penalizzato. Io lo faccio perché non ho nulla da perdere. Siamo sempre stati marginalizzati dalle testate del gruppo

Come valuta la proposta di Bressa? E come si concilia con la sua mozione?

Quella di Bressa è una provocazione. C’è in effetti un problema, quello dell’economicità. Per una buona democrazia ci vuole il pluralismo, ma il pluralismo costa e la situazione dell’editoria nazionale non è sostenibile, avendo molta frammentazione. Con la mia mozione ho cercato di intervenire sui media che devono presentarsi sul mercato, in modo da non penalizzare un editore, bensì di agevolare gli altri dando più equità al sistema. Ovvero raggiungendo più pluralismo attraverso l’incentivazione dei piccoli gruppi locali.

Non è facile riequilibrare un mercato editoriale regionale così sbilanciato, con una tale concentrazione. Non teme di dover affrontare un’operazione titanica?

Era stato riconosciuto, un po’ di anni fa, che per avere una buona qualità dell’informazione, cioè avere un buon pluralismo, bisogna andare sotto al 50%. Avvicinarsi anche di poco a questo obiettivo senz’altro aiuta nel panorama. Sebbene dietro a questa concentrazione vi siano pure ragioni di sopravvivenza economica. E riconosco che questo monopolio si sia creato per un decadimento del mercato dell’editoria.

Il giornale Trentino è stato chiuso

È difficile far quadrare i conti in questo settore. Ma bisogna dare un peso democratico all’informazione. I tempi sono maturi per questo.

 

 

Quindi: più fondi ai piccoli? Niente tetto limite alla concentrazione?

Si tratta di riequilibrare: la coperta è sempre corta, questo è solo un piccolo passo, un segnale. Lo ha ripetuto anche il Garante, che se c’è la volontà politica…

L’opposizione, che lei sostiene (come altri) sia stata timida su quest’argomento, esprimerà sostegno alla sua mozione? 

È un tema sentito trasversalmente dall’opposizione. Questi argomenti hanno conseguenze sulla visibilità, in politica la comunicazione è tutto quindi essere presenti sui media è direttamente collegato al consenso che puoi avere. È un argomento scomodo, ma mi auguro vi sia il coraggio di ammettere l'esistenza di un sistema con delle distorsioni. Perciò auspico un sostegno dell’opposizione.

Voglio capire se alcune componenti della SVP bluffano quando parlano di democrazia e pluralismo. Se fa più comodo non pestare i piedi e rimanere al traino del sistema.

E nella SVP?

Mi auguro di trovare un po’ di sostegno, un po’ di coraggio e coscienza anche nella SVP, nel riconoscere questa struttura distorta del sistema informativo. L’intento della mozione è anche capire se alcune componenti del partito di raccolta bluffano quando parlano di democrazia e pluralismo, se fa ancora comodo non pestare alcuni piedi e rimanere al traino del sistema.