2027: arriva la Casa della cultura
Qualche decennio dopo la fondazione della Haus der Kultur dietro Palazzo Widmann, il capoluogo avrà una Casa della cultura (italiana). La Giunta provinciale, su proposta dell’assessore all’edilizia Massimo Bessone, ha approvato oggi (3 maggio) il programma planivolumetrico per il risanamento dell'edificio ex Telefoni di Stato in Corso Italia 34 a Bolzano. Così la Provincia potrà dare avvio alla fase progettuale dell’opera a cui seguirà la fase di esecuzione dei lavori che termineranno presumibilmente nell’anno 2027. I costi per il risanamento della struttura ammontano a circa 9,6 milioni di euro che la Provincia può stanziare in un triennio. Il progettov era molto atteso, anche perché sono parecchie le associazioni che da anni attendono una sistemazione, ma al momento, comunque, una "Casa delle culture" non è nemmeno in cantiere.
“Ho voluto fortemente trovare i fondi e dare il via all’iter progettuale che porterà alla ristrutturazione dell’edificio 'ex telefoni di Stato' perché a Bolzano c’è un enorme bisogno di spazi per le associazioni e di luoghi ove i ragazzi possano lavorare assieme, creando start up e nuove forme di scambi generazionali. Ritengo altresì importante dare nuova vita all'edificio in Corso Italia 34 e contribuire così a valorizzare ancora di più la situazione del quartiere che lo ospita.” dichiara Bessone. Entusiastico il commento sui social dell'assessore alla cultura italiana Giuliano Vettorato. "Che orgoglio! Oggi in Giunta abbiamo approvato la ristrutturazione dell’edificio Ex-Telefoni di Stato in Corso Italia a Bolzano. È dall’inizio del mio mandato che lavoro a questo progetto: realizzeremo la Casa della cultura italiana. Un luogo straordinario e innovativo che ospiterà associazioni culturali e giovani creativi e che sarà di impulso per la vita culturale della nostra provincia. Non vedo l’ora di vedere questo grande sogno prendere forma!. Grazie alla presenza di DRIN - continua Vettorato - lo spazio aperto per i giovani che si trova all'ingresso del palazzo ed alla collaborazione con il collega Massimo Bessone, abbiamo trasformato questo luogo di co-working in una location dove i giovani possono sfruttare la loro vivacità e le loro idee. Il palazzo diventerà un nuovo modello di sviluppo culturale, garantendo alle associazioni di lingua italiana che non hanno sede o a quelle che cercano un luogo di co-progettazione, di sfruttare i nuovi locali di nuova generazione per fare rete, nell'ottica di una progettualità comune".
Nella palazzina verranno ricavati spazi per laboratori attrezzati, per corsi, seminari, infopoint e workshop aperti anche alla cittadinanza e per le associazioni. Inoltre, fa sapere Palazzo Widmann, verranno "messe a disposizione aree di coworking che permettono di condividere luoghi per il lavoro sviluppando così nuove ed innovative forme di lavoro. All’interno dell’edificio verrà predisposta anche una caffetteria con punto di ristoro e relax aperta alla cittadinanza".