Azzurri al bivio
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Con lo svolgimento della terza giornata, mercoledì, il Campionato Mondiale di Hockey divisione 1A Bolzano 2024 ha girato la boa e si avvia alla conclusione con le ultime due giornate di oggi (3 maggio) e sabato con un risultato di pubblico inaspettato: poco meno di 20.000 spettatori nelle nove partite disputate. Un successo inaspettato, in queste proporzioni, tenendo conto che due compagini (Giappone e Corea) vengono dall'altra parte del mondo ed hanno quindi un seguito di poche decine di tifosi.
La situazione di classifica è aperta oltre ogni ragionevole aspettativa, tanto da rappresentare, dopo il terzo turno, il mondiale di prima divisione più aperto ed equilibrato della serie storica: a due turni dalla conclusione tutte e sei le squadre partecipanti hanno incredibilmente ancora la possibilità di piazzarsi nei primi due posti e di accedere così alla promozione al Campionato Mondiale Top Division dell’anno prossimo.
Per capire il contesto e il livello agonistico va ripreso velocemente il sistema dei Campionati Mondiali della Federazione Internazionale Hockey su Ghiaccio (IIHF). Il titolo di Campione del Mondo viene assegnato annualmente alla nazione vincitrice del Campionato Mondiale Top Division; quello, per capirsi, a cui partecipano le grandi nazioni hockeistiche come Canada, Usa, paesi scandinavi e centro europei e solitamente - in periodi geopoliticamente meno drammatici - la Russia. Il Mondiale Top Division si svolgerà quest’anno in Repubblica Ceca a partire dal 10 maggio prossimo.
Sotto la Top Division (la serie A) c’è dunque la Division 1A, sostanzialmente la serie B dei mondiali di hockey, che quest’anno si sta svolgendo al Palaonda di Bolzano e a cui partecipa l’Italia. Le sei squadre partecipanti provengono da due ben identificabili e diversissime realtà hockeystiche mondiali: dall’Europa centro meridionale, con evidente baricentro tecnico nella ICE Hockey League, vengono Slovenia (17. World ranking IIHF), Italia (18), l’Ungheria (19) e Romania (23) mentre dall’estremo oriente pacifico vengono Corea del Sud (21) e Giappone (25). Le più quotate squadre professionistiche di questi due Paesi si contendono annualmente il campionato Asian League.Con queste premesse, all’inizio del torneo, i pronostici erano piuttosto chiari e netti nel vedere la lotta per le due prime posizioni utili alla promozione ristretta a Slovenia, Italia e Ungeria con Korea come underdog possibile; Giappone e Romania a svolgere il ruolo di seconde file e vittime predestinate.
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Molte sorprese
Non è andata così. Per nulla. Come anche riportato puntualmente alla fine di ogni match, da Salto con i lanci dell’infografica, si sono susseguiti fin dalla prima giornata una serie di risultati a sorpresa. Si è partiti dalla sconfitta nella giornata di esordio della favorita Slovenia per mano della scattante Corea del Sud (4-2), per passare nella seconda giornata alla faticosissima vittoria dell’Italia sul Giappone all’over time (4-3 OT), alla clamorosa terza giornata con la vittoria della Romania sull’Ungheria (2-1), del Giappone sulla Corea (4-3) e della Slovenia sull’Italia (2-0) nella decisiva partita di cartello.
Il quadro di classifica vede quindi, all’inizio del rettilineo di arrivo, un gruppo molto compatto. Slovenia e Ungheria a 6 punti, l’Italia a 5, Giappone a 4 con Corea e Romania a chiudere la fila a 3 punti.
Allo stato attuale le squadre promosse in Top Division sarebbero dunque Slovenia e Ungheria mentre la Romania (ultima per differenza reti) retrocederebbe in Division1B (la serie C dei Mondiali). Ma come già in apertura, la situazione è tutta da decidere e l’impressione è che fuor di retorica tutti possano vincere contro tutti.Nelle ultime due decisive partite sarà presente nelle gambe dei giocatori anche la stanchezza; la formula prevede infatti cinque partite in sette giorni e già mercoledì alcune squadre sono parse già un po’ imballate e meno reattive e scattanti degli esordi. Se a questo si aggiunge l’aumento della pressione per il rapido susseguirsi delle prossime due partite, decisive per tutte le squadre senza eccezione, l’idea di quello che ci aspetta è chiaro. Partite giocate a tutta con solo una certezza: vincere per giocarsela fino alla fine, perdere è andare a casa.
Partite da dentro o fuori quindi fin dal quarto turno di oggi, aperto dalla sfida tra Romania e Corea del Sud (12:30), cui seguirà nel pomeriggio (16.00) Slovenia Giappone e in serata la sfida di cartello di giornata e chiave per la classifica di entrambe le compagini, Italia Ungheria.
Per gli azzurri un unico risultato possibile, la vittoria, per presentarsi alla chiusura di sabato pomeriggio contro la Corea del Sud con il destino nelle proprie mani: vincere per andare tra i grandi dell’hockey mondiale perdere e rimanere in “serie B”.Se questo è dunque un sintetico “almanacco del fino adesso” in questo Mondiale di Hockey di Bolzano vale la pena divagare su un paio di partite interessanti e tecnicamente notevoli, se non curiose, viste fin qui. Degni di qualche riga sono a mio avviso due match.
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Giappone - Corea
Lo scontro dell’estremo oriente tra Giappone e Corea ha dato grande spettacolo ed emozioni. In un palazzo con un pubblico notevole per l’ora pomeridiana e certamente non affollato di soli tifosi di provenienza orientale (qualche decina per parte) si è svolto un incontro su ritmi velocissimi e dai continui ribaltamenti di fronte e di risultato. Verrebbe un po’ scontatamente da dire “da cartone animato giapponese”.
Innanzitutto il Giappone sovrastato fisicamente nelle precedenti partite contro le nazionali europee, si è dimostrato fisicamente più pesante della Corea del Sud. Entrambe le squadre molto veloci nel pattinaggio hanno giocato hockey differenti dando vita a una partita nell’insieme molto divertente: il Giappone ha sistema di gioco che si potrebbe definire internazionali di impronta nord americana a differenza della Corea del Sud che ha gioco molto particolare, basato sulla velocità pura, con difesa spesso aggressiva a uomo e attacco con continue rotazioni (circling) tra linea blu, slot e retro porta. Partita vinta dai nipponici dopo capovolgimenti e rimonte in un clima di rispetto assoluto e grande orgoglio, molto orientale nell’aspetto e negli atteggiamenti di giocatori e staff. Nota di assoluta curiosità il forte portiere giapponese Fukufuji Yakata, di ben 41 anni e 4 prestigiosissime presenze in NHL nel 2006 con i Los Angele Kings (primo e ultimo giapponese in NHL fino ad oggi). -
Ungheria -Romania
Si attendeva poi il derby tra Ungheria e Romania come poco più che una formalità per i magiari. La Romania era reduce da due nette sconfitte e dodici gol subiti mentre l’Ungheria seppur senza brillare aveva regolato abbastanza agilmente gli avversari dei primi turni (Giappone e Corea del Sud). La partita è stata una totale sorpresa, con i rumeni a mettere sul ghiaccio tutta la grinta e la buona quota tecnica disponibile che non avevano certo mostrato nelle partite precedenti, vincendo in un clima di orgoglio e rivalsa tecnico-nazionale il confronto con i ben più blasonati vicini, in un palazzo festante, super eccitato e dall’alcolemia certamente alta.
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Gli azzurri
In merito all’Italia vista fin qui, senza ambire a lunghe e complicate disquisizioni tecniche, l’impressione è di un roster migliore del gioco espresso. Il gruppo degli attaccanti è certamente di buon livello. Oltre al blocco bolzanino (Mantenuto, Frigo, Frank e Gazley) sono tecnicamente di altissimo livello certamente i due attaccanti dell’Ambrì Piotta (De Luca e Kostner) e Salinitri. Destano qualche dubbio gli abbinamenti e la composizione delle linee. Quello che pare latitare è infatti l’intesa di linea, il “trovarsi senza guardarsi”, che sono elementi centrali nell’efficacia del gioco di attacco e che si costruiscono con le ore di allenamento. Probabilmente i periodi dei raduni pre mondiale non sono sufficienti a perfezionare automatismi e intesa. E’ per quanto alle ultime righe che ci si chiede spesso perché non privilegiare i blocchi delle squadre di provenienza e mischiare invece uomini e linee, sprecando l’intesa costruita nei club e praticata fino a poche settimane fa sul ghiaccio nei vari campionati e play off. Sono proprio l’intesa a tutto campo e la velocità di esecuzione a sembrare carenti…
Ben più complicata la situazione in difesa, molto problematica già l’anno scorso nei fallimentari Mondiali di Inghilterra. Il roster è certamente meno compatto e di livello. Di fianco a eccellenti difensori – da nominare Larkin, Seed e Trivellato paiono esserci anche elementi decisamente meno validi tecnicamente e fisicamente. Nell’insieme un reparto con fasi di evidente difficoltà e imprecisione, troppo spesso in ritardo sia in chiusura che in uscita.
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Molto interessante è poter ammirare in porta il diciannovenne portiere pusterese, Damian Clara. Recentemente aggregatosi alla Nazionale dopo la fine dei play-off svedesi giocati da titolare nel Brynäs, il goalie è stato scelto nell’ultimo draft NHL dai duks di Anaheim. Praticamente l’arruolamento ufficiale nell’olimpo dell’hockey. Purtroppo l’inserimento a freddo di un portiere non è stato certo elemento di stabilizzazione e tranquillità per la difesa, già sotto pressione. Nelle due partite giocate si è comunque intravista la vera stoffa di questo giovanissimo gigante (197 cm, 19 anni) e a fronte di un paio di gol presi sotto i gambali si sono viste buonissime parate: transizioni laterali velocissime, posizione e buona stecca. La stoffa c’è eccome. Il draft NHL sbaglia di rado.
Per vincere le due ultime partite e centrare l’obiettivo di fronte al pubblico amico la Nazionale Italiana deve sicuramente alzare il livello e la qualità. Con il gioco visto con la Slovenia porteremo a casa l’ennesimo fallimento. Una generale maggiore attenzione e precisione, un power play che inizia a dare solo ore segni di uscita dal letargo e più cattiveria e grinta sono necessari. Un’ultima cosa: ho controllato e non risulta che ai Campionati Mondiali sia vietato chiudere le cariche.