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Società | kalašnikov&valeriana

Una giornata per il “Sex Work”

Cos'è cambiato negli ultimi 50 anni, per la decriminalizzazione del lavoro sessuale necessaria a ridurre stigmatizzazione, discriminazioni, violenza e sfruttamento?
  • Il 2 giugno, appena passato, è anche la Giornata Internazionale del Sex Work, ovvero del lavoro retribuito nell'industria del sesso, in particolare nella prostituzione, ma anche in altri ambiti che prevedono un servizio sessuale o sessualizzato consensuale tra partner commerciali adulti in cambio di un pagamento o di altri beni materiali.

    La decriminalizzazione e il riconoscimento del lavoro sessuale come qualsiasi lavoro che garantisca reddito, diritto alla salute e alla sicurezza non è un tema recente. Il movimento delle persone che si attivano in questo campo risale al giugno del 1975 quando un centinaio di prostitute scioperarono e occuparono la chiesa di Saint-Nizier a Lione per protestare contro una legge che le colpiva duramente. Avevano richieste concrete riguardo alla cessazione delle vessazioni poliziesche, fiscali e sociali. 

    “On ne sortira pas tant qu'on n'aura pas obtenu des résultats, la tête haute, en étant femme et mère; pas en étant un sexe et un bas-ventre que les types attendent dehors pour leur sauter dessus. Ca, il n'en est pas question". (Non usciremo finché non avremo ottenuto risultati, a testa alta, da donne e madri; non da sesso e basso ventre che stanno aspettando i tipi fuori per saltargli addosso. Questo è fuori discussione.) Queste furono le parole di una delle scioperanti, riportate ai passanti attoniti fuori dalla chiesa. Lo sciopero delle lavoratrici del sesso francesi ha fatto storia, catturato l'attenzione dei media di tutto il mondo, ispirato iniziative analoghe in altri luoghi e dato il via a una campagna informativa sulla prostituzione. Ma, soprattutto, ha dimostrato che le lavoratrici del sesso si potessero organizzare politicamente e diventare agenti politici organizzati in un'impresa collettiva.

    Oggi, esiste un dibattito pubblico riguardo al lavoro sessuale. Ci sono numerosi i movimenti che si attivano per il riconoscimento del diritto all’autodeterminazione, alla libertà di esercitare sex work o di non farlo. La loro richiesta è quella di vedere riconosciuto il lavoro sessuale come occupazione legittima e meritevole di diritti lavorativi. La sua decriminalizzazione è fondamentale per ridurre stigmatizzazione, violenza e sfruttamento. Negli ultimi 50 anni, pur essendoci novità come la dimensione virtuale, le discriminazioni legate al lavoro sessuale sono le stesse. Così come sono gli stessi i preconcetti legati a questo lavoro e le connotazioni dispregiative legate al termine prostituzione. 

    Non è cambiato poi molto dall’occupazione di Saint-Nizier. Ieri come oggi ci vuole grande coraggio per riconoscere la capacità di agire e di organizzarsi, e molta forza per esigere diritti e protezione. E ieri come oggi ci vuole molto pelo sullo stomaco per resistere all’ipocrisia di una società che rifiuta il sex work nel pubblico e se ne serve nel privato. Buon 2 giugno!

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Herta Abram Mar, 06/04/2024 - 08:36

.....dabei müssen wir uns auch an grundsätzlichere Fragen wagen. Beispielsweise, wie wir Sex so organisieren, dass alle macht-, ausbeutungs- und gewaltfrei ausleben können, was sie erfüllt.
Das sind komplexe Fragen, die kleinteilig nicht zu klären sind. Markus Theunert geht aus progressiver Männersicht - rund um Sexarbeit - auf grundsätzliche Fragen ein:
- Was alles suchen Männer im Bordell?
- Ist gekaufter Sex kein Sex mehr?
https://www.maenner.ch/prostitutionsverbot/
zum Beispiel.

Mar, 06/04/2024 - 08:36 Collegamento permanente