Società | MARTIRE CRISTIANO

Contro l'idolatria del potere

Bolzano avvia il gemellaggio con Erlangen, la città dove morì Josef Mayr Nusser che pagò con la vita il no a Hitler. Il sindaco: "Esempio di enorme valore per l'Europa".
Josef Mayr-Nusser
Foto: Diözese Bozen-Brixen

Unire idealmente le due città e ricordare con iniziative congiunte la vita e la testimonianza di Josef Mayr Nusser, vittima del nazismo e considerato martire dai cristiani. La giunta comunale di Bolzano ha deciso di procedere con l’iter burocratico per formalizzare il gemellaggio con la cittadina tedesca di Erlangen, in Baviera, con 108.000 abitanti, accomunata al capoluogo altoatesino dalla figura storica di grande importanza per la società contemporanea quale quella dell’attivista cattolico, dichiarato beato dalla Chiesa l’8 luglio 2016 e la cui salma è stata traslata nel Duomo di Bolzano.

Cattolico, Dableiber, vittima del nazismo

Nato nel capoluogo altoatesino nel 1910, Mayr Nusser morì ad Erlangen nel 1945 per non aver voluto giurare fedeltà a Hitler. Nell’ottobre del 1944 rifiutò di prestare giuramento al nazismo e fu processato e condannato a morte. Perse la vita il 24 febbraio 1945 proprio in una sosta forzata a Erlangen durante il viaggio in treno a Dachau (in un vagone bestiame, come tanti altri deportati) a causa dei maltrattamenti e delle privazioni subite.

Presidente nel 1934 della sezione maschile dei giovani dell’Azione cattolica della “parte tedesca” dell’allora Diocesi di Trento, e guida di un gruppo cattolico giovanile di Bolzano, scelse di rimanere in Alto Adige nel 1939, durante il periodo delle Opzioni. “Dableiber”, quindi, in quanto aveva deciso di mantenere la cittadinanza italiana. Nel settembre 1943 il Sudtirolo venne occupato dai tedeschi e un anno dopo lui venne arruolato nelle Ss combattenti. Con altri 80 altoatesini giunse a Konitz, nella Prussia orientale. Partecipò all’addestramento e fu prima del giuramento che maturò la decisione, per motivi di coscienza, di rifiutare l’adesione al nazismo. “I miei superiori hanno mostrato troppo chiaramente di rifiutare e odiare quanto per noi cattolici è sacro e irrinunciabile – scrisse in una lettera alla moglie Hildegard Straub e al figlio Albert –. È meglio perdere la vita piuttosto che abbandonare la via del dovere”. “Se nessuno ha mai il coraggio di dire loro che non è d’accordo con le loro visioni nazionalsocialiste, allora non cambierà mai niente” rispose al compagno Hans Karl Neuhauser di Brunico convinto con il suo atto non avrebbe cambiato nulla, ma solo lasciato una famiglia senza padre.

I miei superiori hanno mostrato troppo chiaramente di rifiutare e odiare quanto per noi cattolici è sacro e irrinunciabile. È meglio perdere la vita piuttosto che abbandonare la via del dovere. Se nessuno ha mai il coraggio di dire loro che non è d’accordo con le loro visioni nazionalsocialiste, allora non cambierà mai niente (Josef Mayr Nusser).

Il gemellaggio

Il suo gesto è pienamente attuale. A Bolzano il sindaco Renzo Caramaschi è stato autorizzato a procedere con l’iter previsto quindi a inviare la documentazione di gemellaggio alla presidenza del consiglio dei ministri, al ministero degli affari esteri e al presidente della provincia. Caramaschi ha spiegato che Bolzano ed Erlangen intendono gemellarsi per valorizzare la testimonianza di Mayr Nusser “contro l’idolatria del potere”. “Il suo esempio oggi ha un valore civile e politico enorme da promuovere in Europa” ha detto il primo cittadino.

Il suo esempio oggi ha un valore civile e politico enorme da promuovere in Europa (Renzo Caramaschi).

La collaborazione, ha spiegato il sindaco, riguarderà iniziative comuni a partire da quelle di carattere storico per il ricordo di Mayr Nusser.