Sport | Campioni d'Italia

“L’hockey ci ha portati qui”

Dopo una partita combattuta contro il team di Egna/Ora, l’HC Appiano è Campione d’Italia U19. Parlano Nikolas, Filippo e Marco. 600 gli spettatori all’arena del ghiaccio.
HC Eppan Appiano
Foto: (c) Privat

L’HC Eppan/Appiano, domenica 2 aprile, è diventato Campione d’Italia nella categoria U19 grazie a un 3 a 1 contro l’Egna/Ora, che giocava in casa. Poteva sembrare un derby tutto altoatesino ma, invece, era la partita più importante della categoria a livello nazionale. Nikolas Bedin, il capitano dei “Pirati”, Filippo Crivellari, autore del primo gol, e Marco Matonti, che gioca in difesa, raccontano la stagione appena conclusa, che li ha visti protagonisti, tra l’altro, anche nella prima squadra, quella in serie B. I tre hanno diverse cose in comune: dal Liceo frequentato alla passione per l’hockey, che li ha portati a trasferirsi in un'altra città in giovanissima età.

Il primo gol, quello messo a segno da Filippo, è stato decisivo. Non è arrivato con un dribbling, ma grazie a un duro lavoro fisico

Salto.bz: Ragazzi, che stagione è stata la vostra?

Nikolas Bedin: Abbiamo vissuto un Campionato difficile. Tutti e tre giochiamo sia nell’Under 19 che in serie B e, durante le ultime partite dei Play-off con i più giovani, ci siamo ritrovati a giocare anche 5 partite a settimana. Da settembre ad oggi, in totale, dovremmo avere superato le 50 partite giocate, a cui si devono aggiungere i giorni di allenamento. È stato faticoso.

Marco Matonti: Però non è mancato lo spirito di squadra. Almeno la metà dei ragazzi che hanno giocato la scorsa settimana ha giocato anche il Campionato in Under 17, dove si sono piazzati al secondo posto.

Filippo Crivellari: E c’è pure da riconoscere che la squadra di Egna/Ora è molto forte a livello tecnico, alcuni dei loro atleti giocano in serie A. Credo anch’io che la differenza l’abbia fatta la nostra forza di volontà.

Eppure Filippo è riuscito a segnare dopo neppure 2 minuti…

Nikolas Bedin: Il primo gol è stato decisivo. Non è arrivato con un dribbling, ma grazie a un duro lavoro fisico, di lotta contro i difensori. C’è molto traffico davanti alla porta, e lui è riuscito a rimanere là fino alla fine dell’azione.

Con la prima squadra siamo riusciti a far tornare il pubblico nel palazzetto. Una grande soddisfazione.

E con la serie B che sensazioni avete avuto?

Nikolas Bedin: L’anno scorso la prima squadra ha concluso il Campionato nella penultima posizione. Quest’anno, invece, siamo arrivati terzi e, oltretutto, è tornata ad esserci una viva presenza del pubblico. Sia in serie B, dove si paga il biglietto, che in U19, dove in finale sono venute a vederci 600 persone, un numero elevato per una giovanile. È stata una grandissima soddisfazione.

La partita di domenica poteva essere benissimo un derby e non una competizione nazionale. Cosa pensate del fatto che l'hockey sia uno sport molto più seguito qui che nel resto d’Italia?

Filippo Crivellari: Io sono arrivato a Bolzano da Verona, dove, per intenderci, non c’è neppure uno stadio del ghiaccio. Infatti ho conosciuto prima l’hockey su rotelle.
È vero, qui in Alto Adige ci sono molte più squadre e molte più infrastrutture, ma non dimentichiamo che l’anno scorso è arrivata in finale la squadra di Asiago, e giocano anche alcune del Piemonte e di Aosta.

Marco Matonti: Anche io ho una storia simile. Mi sono trasferito da Belluno a Bolzano con tutta la famiglia. Poi ho fatto la terza superiore negli Stati Uniti, per giocare e studiare, e infine sono arrivato nella squadra di Appiano. Il fatto di avere molte squadre è significativo: se ci si trova male in un ambiente si può cambiare.

 

A proposito di ambienti: com’è frequentare il Liceo Scientifico Sportivo Toniolo. Sport e studio si riescono a conciliare?

Marco Matonti: Io ho concluso il Liceo l’anno scorso e non ho avuto grandi difficoltà. Ora lavoro in una azienda che mi consente di lavorare e allenarmi.

Nikolas Bedin: Io e Filippo frequentiamo l’ultimo anno. Devo ammettere che sono quello più in difficoltà e aver giocato in doppia categoria è stato impegnativo. Il Toniolo dà una mano, certo, ma ogni studente deve dare il proprio contributo. Ora il campionato è finito e ho tempo per concentrarmi sulla Maturità.

Alcuni vostri compagni di Liceo hanno giocato nella nazionale di hockey. Sognate anche voi di indossare la maglia azzurra?

Marco Matonti: Oltre ai ritiri, a cui ha partecipato anche Nikolas, io sono andato a fare i mondiali U20 in Polonia. È stata una grande esperienza. Inoltre, essendo l’Italia nella terza categoria, quindi non tra le più forti al mondo, ci siamo giocati la promozione, terminando purtroppo in terza posizione. Mi tengo però un bel ricordo, anche delle trasferte in Svezia e Slovenia.