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“Non ci ho riflettuto”

Il vicepresidente della Sparkasse Carlo Costa sull'esito delle primarie PD, i seggi nei municipi, il “partito degli italiani” – e una sua candidatura al Parlamento.
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Foto: autobrennero.it

Salto.bz: Innanzitutto un commento a bocce ferme sull'esito delle primarie, con la (scontata) rielezione di Matteo Renzi a segretario del PD: lei era candidato all'assemblea nazionale “in quota” renziana, come valuta questo risultato? Quali prospettive si aprono?
Carlo Costa: Considerato il momento, e le previsioni della vigilia, quasi due milioni di persone che si recano ai seggi in tutta Italia, a cavallo di un fine settimana con il primo maggio, sono un risultato importante di partecipazione popolare rispetto alla scelta d'un segretario di partito. Sono soddisfatto per la partecipazione in particolare in Alto Adige: 4 mila persone rappresentano un bel movimento di persone che dedicano alcune ore della propria giornata a una scelta complessiva. Oltre il 70% per Renzi è un risultato rilevante in tutta Italia, ancor di più in Alto Adige con oltre il 75%: nel 2013, con le massime aspettative di rinnovamento, Renzi ha avuto il 66%. Per lui si apre una stagione dove la scommessa maggiore è produrre una proposta di centrosinistra, per avvicinarsi alle elezioni politiche – che siano in autunno o primavera – e dare stabilità al paese, con un'Italia finalmente protagonista in Europa e con continuità nell'azione di governo. Venti mesi di governo Renzi hanno portato benefici importanti: semplificazione, lavoro, rapporto con le imprese.

Alle precedenti primarie c'era stata un'alta partecipazione di nuovi cittadini, stavolta limitata 

Quindi lei vede possibile, in caso di elezioni anticipate, il ritorno a una coalizione “ulivista” di centrosinistra così come suggerito dalla minoranza interna di Andrea Orlando, aprendosi alle forze posizionate a sinistra del Partito Democratico? Dipenderà molto dalla legge elettorale.
La legge elettorale è l'elemento decisivo per garantire un minimo di stabilità a chiunque sia chiamato a governare. Ma vedo un problema ulteriore che non va sottovalutato. Sento parlare spesso di aggregazione tra leader: Berlusconi, Pisapia, Bersani etc. A mio parere, il vero problema che si riscontra in Italia ed Europa è la disaffezione al voto. Dobbiamo cercare gli elettori di un centrosinistra “largo” che oggi non votano più per nessuno: questa è la vera scommessa, che non si vince declinando oggi i rapporti coi leader. Questo è un modo vecchio di fare politica che si adatta benissimo al proporzionale, dove poi ognuno si immagina di sbarrare l'altro, di contare di più perché ha eletto cinque parlamentari anziché tre; è un modo per non garantire un processo di governo che possa fare qualcosa. Lo abbiamo visto in tante legislature a livello nazionale, che quando ci si trova in una situazione dove conta di più la capacità di impedire all'altro di fare, si governa nell'ordinario, senza creare le necessarie condizioni allo sviluppo per il paese.

A proposito di disaffezione alla politica: le previsioni dei sondaggi sono state smentite, ma un calo dell'affluenza in ogni caso c'è stato. Tra gli elettori di centrosinistra, anche in Sudtirolo, è calato l'interesse per quanto accade nei partiti, tutt'al più verso talune spaccature e operazioni parlamentaristiche.
C'è un altro dato che va rilevato, su cui andrebbero fatti gli approfondimenti del caso: alle scorse tornate delle primarie, c'è stata una fortissima partecipazione – con polemiche rilevanti – di nuovi cittadini. Con il fatto di aver chiesto la pre-registrazione, stavolta rappresentavano un numero molto più limitato, con un processo più consapevole e che si prestava meno a polemiche di altro tipo, rispetto alla profondità di lettura. Le primarie sono una modalità interessante, e due milioni di persone nonché 4mila in Alto Adige sono un bel campione per avere un indirizzo politico. Di partiti strutturati a livello nazionale c'è solo il Partito Democratico, che ha organi a vari livelli di rappresentanza politica organizzata, tesseramenti, assemblee locali. In Alto Adige l'unico altro partito organizzato che abbina un apparato tradizionale con il modello di primarie aperte con cui chiamare alla partecipazione è la SVP: quando fanno le primarie non ci sono numeri straordinari.

Non ho pensato di presentarmi alle prossime elezioni, sono molto impegnato nelle mie attività lavorative

Come ha detto, le elezioni politiche si stanno avvicinando e al massimo nella primavera del 2018 si voterà. In Alto Adige ritroveremo i collegi uninominali e tra i parlamentari uscenti della nostra regione c'è chi ha già annunciato la propria non ricandidatura. Lei è interessato a candidarsi al Parlamento, è una questione sul tavolo o la esclude?
Sinceramente non ho pensato di presentarmi alle prossime elezioni, sono molto impegnato nelle mie attività lavorative e non ho pensato a questa cosa. Credo che si dovrà aprire anche qui, a livello di partito, una discussione ampia rispetto alle rappresentanze e a come articolarle. Personalmente, non ho fatto e non sto facendo tale riflessione. Ci saranno dei collegi non semplici, se si parla del PD e del centrosinistra, dove andranno fatte delle valutazioni attente. Ricordo che anche in Alto Adige c'è stata una pressoché totale sovrapposizione tra il risultato delle primarie riservate agli iscritti nella prima fase e quelle aperte, che hanno ribadito l'orientamento su Matteo Renzi.

C'è chi ha l'idea di un partito che sia di rappresentanza esclusiva del gruppo linguistico italiano, ma un progetto di tutela del gruppo italiano è limitativo

Questo risultato così netto per Renzi che indicazioni dà al partito in sede locale?
Rispetto alla lista che si è spesa a livello locale per Renzi, c'è stato un risultato importante. A livello provinciale c'è un'ottima collaborazione con gli altri rappresentanti, ma ragioneremo rispetto all'organizzazione locale, visto che a breve dovrà essere affrontato quel nodo (ci sarà il congresso provinciale, ndr). Cercheremo di proporre complessivamente un'ampia proposta sul modello di partito, che dia risposte alla specificità locale, sullo sviluppo dell'Autonomia e sul rapporto tra i gruppi linguistici. Alcuni di noi hanno l'idea di un partito che sappia rivolgersi a tutti i gruppi linguistici, che abbia la vocazione a governare i processi dell'Autonomia. C'è chi invece ha l'idea di un partito che sia di rappresentanza esclusiva del gruppo linguistico italiano.

Manca un anno e mezzo alle elezioni provinciali, e ciclicamente ritorna l'idea del “partito degli italiani”, anche a sinistra del centro.
In questo momento storico, in cui l'Autonomia ha prodotto benessere per questa terra e per tutti i gruppi linguistici, deve essere una nostra ambizione una proposta che abbia sì una propria connotazione politica di principi e di visioni, ma che possa valere per tutto il territorio e per tutti i cittadini dell'Alto Adige. Fare un progetto per un'immaginata tutela del gruppo italiano, mi pare un tantino limitativo. Le questioni di contrapposizione etnica appartengono al passato.

Bizzo sta seduto nella Convenzione, dovrà pur trattare...

Ci troviamo alle battute finali del processo della “Convenzione per l'Autonomia” e sembra che le contrapposizioni siano tutt'altro che superate. Gli stessi organizzatori soffiano sul fuoco...
Beh, Bizzo sta seduto lì dentro, per stare lì dovrà trattare... ma ho un'impressione, se posso: la società civile nei rapporti quotidiani è più avanti delle polemiche sterili del mondo della politica. La capacità di lavorare insieme, di creare condizioni di confronto che vadano sulle tematiche e non più sulla appartenenza etnica, appartiene alla società civile, decisamente più avanti della politica.

Caramaschi sta facendo il sindaco con risultati straordinari: non è un buon sindaco, è un ottimo sindaco

Come valuta le polemiche che hanno preceduto le primarie, sull'astensione dal voto del sindaco di Bolzano Renzo Caramaschi e sui seggi allestiti nei municipi, ad esempio a Bressanone? E se fosse ad esempio CasaPound a richiedere i medesimi spazi?
Caramaschi sta facendo il sindaco con risultati straordinari: non è un buon sindaco, è un ottimo sindaco. Che dica di non partecipare alle primarie – lui che è un uomo non di partito bensì appartenente all'area di centrosinistra – è assolutamente legittimo. Il fatto che le abbia definite come un confronto solo di poteri, non lo condivido. È una modalità democratica di scelta, come qualcuno può scegliere di parteciparvi o meno. Detto questo, Caramaschi è un valore per il PD, per Bolzano, e le primarie hanno dimostrato che la partecipazione anche a Bolzano è stata adeguata. Sui seggi, come principio sono stati scelti ambiti che non sono sedi di partito: a Bressanone non è una novità, le ultime primarie sono sempre state fatte nell'atrio del Municipio, per continuità e semplicità di individuazione del luogo. Non c'era nessuna volontà di utilizzare ambiti istituzionali per un confronto partitico. La sala è messa a disposizione per qualsiasi partito, non ci sono differenze tra forze di governo e non.