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Zoom sui carichi di lavoro psichici

Sanità e sociale i settori economici in provincia di Bolzano con maggiori fattori di carico psichico. Seguono turismo e attività manifatturiere.
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Foto: Donna sotto stress

 

 

“Potrei perdere il mio lavoro nei prossimi sei mesi?” A questa domanda hanno risposto in senso affermativo in Italia il 21,1% degli occupati, in Alto Adige il 9,2%., in Austria il 10,5%, in Germania il 9,6%, in Svizzera l’11,7%.

Svetta l’Alto Adige per numero di persone che stimano giornate di lavoro di durata eccessiva, ossia che per sei o più giorni lavorativi al mese lavorano più di 10 ore al mese: in provincia di Bolzano la quota di occupati che vive questa realtà è il 17,9%, mentre a livello nazionale il 6,5% (13% in Austria, 8,6% in Germania, 8,5% in Svizzera).

In Alto Adige la sanità ed il sociale sono i settori economici col maggior numero di fattori di carico psichico (9 fattori su 11), seguiti dal turismo e dalle attività manifatturiere (entrambi 5 fattori su 11) nonché dall’edilizia, istruzione e formazione, altri servizi (per tutti 4 fattori su 11).  Nell’ambito del commercio i fattori di carico psichico sono nella media o al di sotto della media del totale sudtirolese, quindi non vengono indicate nella relativa tabella.

E’ quanto emerge dall’indagine, che si può consultare online (in italiano e in tedesco), European Working Conditions Survey Alto Adige 2016 di AFI Ipl, Arbeitsförderungsinstitut Istituto Promozione Lavoratori, presentata oggi (4 agosto) a palazzo Widmann dalla presidente di IPL Christine Pichler, dall’assessora al lavoro Martha Stocker, dalla direttrice dell’Inail Mira Vivarelli e da Tobias Hölbling, psicologo del lavoro e ricercatore IPL.

Dalla ricerca, che è stata condotta tra marzo e settembre 2016 su un campione rappresentativo di 752 occupati e non di età compresa tra 15 e 70 anni circa, che hanno lavorato per almeno un’ora retribuita in qualunque mansione, sia autonomi sia dipendenti, risulta altresì che gli uomini (40,9%) sono sottoposti a carico psichico soprattutto a causa delle scadenze temporali strette e le donne (35,7%) in prevalenza in ragione di situazioni emotivamente perturbanti.

I giovani occupati altoatesini sotto i 35 anni di età si dimostrano in grado di lavorare a ritmi di lavoro elevati (52,9%) e con scadenze a breve termine (44,1%).

Chi ha un livello di istruzione terziaria vive situazioni emotivamente perturbanti (45%) in misura maggiore di chi ha un’istruzione primaria e secondaria più bassa. Il fattore che incide maggiormente sul presentarsi di carichi psichici emotivi è il lavoro con persone.

Rispetto ai dipendenti i lavoratori autonomi avvertono di più il peso dei carichi psichici causati dall’intensità di lavoro: essi, infatti, hanno giornate lavorative di durata eccessiva al mese (42,4%) e lavorano nel tempo libero per rispettare le esigenze lavorative (27,4%).

Confrontato con altri Paesi (Austria, Germania, Svizzera) l’Alto Adige ha valori più alti con riguardo ai carichi per intensità del lavoro, è invece nella media con riferimento ai carichi per situazioni emotive.

Le conseguenze fisiche e psicologiche dei carichi psichici

Durante l’incontro si è ricordato che i carichi di lavoro psichico provochino nell’immediato tensione, frustrazione, ira, stanchezza, monotonia, saturazione associate a elevata frequenza cardiaca, aumento della pressione sanguigna, scarica di adrenalina (l’ormone dello stress) e reazioni croniche a media e lunga durata disturbi psicosomatici come insonnia, mal di testa, nervosismo, rassegnazione.

Questa situazione porta a livello individuale ad un rendimento altalenante, al calo della capacità di concentrazione, ad errori, ad un pessimo coordinamento sensomotorico, mentre nell’ambito sociale sul lavoro conduce a conflitti, liti, aggressioni, isolamento. A lungo termine si costata l’aumento di assenze dal lavoro per malattia, l’incremento del consumo di nicotina, alcool e farmaci.

Le conseguenze sul luogo di lavoro

Non meno pesanti sono le conseguenze all’interno dell’organizzazione: in prima battuta diminuiscono la soddisfazione e la motivazione professionali, di conseguenza si possono ridurre la qualità di beni o servizi dell’organizzazione, accrescono le tensioni sociali sul lavoro e nel corso tempo si sviluppa una cattiva atmosfera nell’ambiente lavorativo.

“L’Alto Adige è la prima regione in Europa ad aver condotto tale indagine sulle condizioni di lavoro a livello regionale  – Così ha detto Tobias Hölbling, psicologo del lavoro e ricercatore di IPL -. Finora questa ricerca è stata condotta solo sul livello statale. E’ molto importante analizzare le conseguenze dello stress psicologico, che ciascuno percepisce in modo diverso e rispetto al quale ogni singola persona ha una reazione sua propria. Qui consiste una leva di cambiamento: non bisogna tanto farsi una corazza quanto piuttosto sopprimere le radici dei carichi psicologici. Meglio prevenire che curare”.

Prevenzione e prospettive

Sulla necessità che ciascuno di noi si renda disponibile a cambiare è d’accordo l’assessora provinciale al lavoro Martha Stocker che ha sottolineato l’importanza di parlare su questo tema: affermato: “I carichi psichici non si vedono come quelli fisici, essi sono quindi più difficili da evidenziare. L’aspettativa dei clienti o degli assistiti per beni e servizi è aumentata, sicché i nostri carichi psichici sono maggiori. L’Alto Adige è prosperoso, tuttavia vi è la consapevolezza della concorrenza in Europa”.

Con riguardo all’impatto dei carichi psichici sulla sicurezza del lavoro si è espressa Christine Pichler, presidente di IPL: “Ogni morte sul lavoro è una sconfitta per la società. E dietro quasi ogni infortunio non mortale ma invalidante c’è un dramma personale e sociale”.

Mira Vivarelli, direttrice provinciale dell’INAIL, si è soffermata sulla prevenzione e ha ricordato quanto sia stato fondamentale il testo unico in materia di salute e sicurezza sul lavoro (decreto legislativo 81/2008): “Dall’entrata in vigore di tale norma vi sono stati in Alto Adige solo 10 casi denunce per mobbing”.

Vivarelli afferma che due in particolare siano state le misure intraprese dall’Inail in chiave preventiva con ottimi risultati: per un verso interventi premianti mirati alle singole aziende che hanno realizzato interventi di miglioramento ulteriori rispetto a quelli già previsti dalla normativa in materia, ossia una riduzione dei premi di assicurazione, riduzione che oscilla dal 5 al 28% in ragione delle dimensioni aziendali. Su circa 31.000 aziende assicurate all’Inail in Alto Adige le imprese che hanno richiesto la riduzione dei premi di assicurazione hanno risparmiato nel complesso 4 milioni e 500 mila euro circa  (il 4,5% -5% circa su 100 milioni di premi di assicurazioni totali). Dall’altra parte l’INAIL finanzia progetti datoriali di enti, associazioni, organizzazioni di promozione e rappresentanza”.

Per completare il quadro sui carichi di lavoro sono in calendario altre due conferenze stampa: “Carichi fisici di lavoro” il 23 agosto e “Fattori di alleggerimento” l’8 settembre.