"Noi siamo veri autonomisti"
-
SALTO: Presidente Rita Mattei, cinque anni fa la Lega altoatesina beneficiò dell’effetto Salvini, allora sulla breccia, ed ebbe un grande successo, arrivando all’11%. Oggi tutti i riflettori, ovunque, 24 ore su 24, sono per Giorgia Meloni. Fratelli d’Italia potrebbe prendere il doppio dei vostri voti. Come ve la vivete voi della Lega?
Rita Mattei: Chiaramente a livello nazionale in questo momento Fratelli d’Italia è più in alto nei sondaggi, non facciamo finta di niente, lo sappiamo bene. Cosa dovremmo fare? Noi facciamo la nostra campagna elettorale, ce la mettiamo tutta, e vedremo cosa accade. Teniamo sempre presente, però, che l’Alto Adige è una terra particolare, non si può sempre confrontare con i dati e le tendenze nazionali.
Allude al fatto che l’effetto Salvini riuscì a far convogliare parecchi elettori di lingua tedesca su di voi e che lei quindi si aspetta che altrettanto non avvenga per Meloni?
Questo lo vedremo, io ho molto a che fare con persone di lingua tedesca, mi muovo molto nel Meranese, giro per le valli, e mi pare di percepire che nel mondo di lingua tedesca si avverta la sostanziale differenza che c’è sempre stata tra Fratelli d’Italia e noi della Lega. E’ vero che recentemente il partito della Meloni sembra aver cambiato posizioni sulle questioni autonomistiche, mentre la Lega è federalista e autonomista fin dalla sua nascita. Non a caso il ministro Calderoli sta lavorando per estendere l’autonomia alle altre regioni. Quindi direi che questo aspetto ci distingue molto da Fratelli d’Italia. Ma non si può sapere cosa farà l’elettorato di lingua tedesca, vedremo. Il nostro elettorato, ovvio, resta soprattutto italiano, ma va ricordato che noi siamo stati al governo per 5 anni con l’SVP mentre Fratelli d’Italia è stata sempre all’opposizione. La gente potrà valutare quello che abbiamo fatto. Purtroppo ci siamo trovati in maggioranza in una legislatura di cinque anni che nel mezzo ha avuto due anni e mezzo di Covid, durante i quali non si è potuto fare quasi niente se non gestire quella situazione anomala. Però siamo anche riusciti ad ottenere delle cose.
Ad esempio?
Col mio ruolo di presidente del consiglio non avevo l’operatività di un assessore, ma nell’ultimo anno mi sono occupata molto della violenza giovanile, delle baby gang. Come si è visto in questi giorni il problema è reale e diventano sempre più aggressive. Abbiamo approvato una misura invita a valutare la revoca dei contributi provinciali non essenziali erogati ai genitori di minori coinvolti in fatti di violenza. Ma soprattutto abbiamo istituito un numero verde, presso la garante dell’infanzia (800 77 83 91), pensato sia per i ragazzi che subiscono atti di bullismo, ma anche per i genitori, per avere informazioni. Negli ultimi anni molte famiglie si sono rivolte a me perché non sapevano a chi rivolgersi. Se vengono segnalati fatti particolarmente gravi, inoltre, gli operatori possono informare servizi sociali e forze dell’ordine.
-
Lei si è occupata anche di temi “femminili”. Com’è farlo in un partito di destra come la Lega?
Essendo donna per me il tema della violenza sulle donne è molto importante. L’anno scorso ho fatto approvare un emendamento che prevede non vengano assegnate case Ipes ai mariti condannati per violenza domestica. Ovviamente le cose da fare sono molte, anche perché i casi aumentano. Io penso che quando i problemi sono seri, non sono né di destra né di sinistra. Se parliamo del Codice rosso, ad esempio, è stato approvato da un governo di destra”.
Lei è stata molto critica sull’operazione che ha portato Christian Bianchi al ruolo di capolista della Lega. L’ha digerita?
Io non ero contraria alla candidatura, quello su cui non ero d’accordo era di mettere Bianchi capolista. Con tre consiglieri uscenti e un eurodeputato, non mi sembrava corretto mettere un esterno alla guida della lista. La decisione è stata presa, tornare indietro non si può. In quel momento, come leghista convinta, ho pensato anche di non candidarmi. Poi non ho potuto che prendere atto della decisione.
Nella Lega ci sono visioni diverse sul CPR, anche Bessone non lo vuole a Bolzano, altri sì.
Qui c’è un po’ di confusione. Mi sembra che le persone scambino i CPR, i centri di permanenza per i rimpatri, con I CAS, i centri di accoglienza straordinaria. Nei secondo vengono assistiti gli immigrati, che possono entrare ed uscire liberamente. Il CPR è un centro di rimpatrio che resta chiuso. Quando la persona riceve il foglio di via, invece che essere lasciata per strada, può essere rimpatriata. Quindi, in qualunque luogo venga fatto, il CPR non crea un problema per i cittadini, ma lo risolve, le persone che delinquono non sono più libere di girare per la città.
mi permetta di correggere la…
mi permetta di correggere la sua propaganda sui lager cosiddetti cpr:
https://www.repubblica.it/solidarieta/immigrazione/2023/06/09/news/migr…
https://youtu.be/C8OnNmsQTjE…
https://youtu.be/C8OnNmsQTjE?si=7Q7dzlpa_EflimTd