Società | Intervista

BBT: causa per mobbing

Il segretario provinciale della Cisl Michele Buonerba spiega i dettagli del contenzioso che contrappone il ramo italiano dell’azienda e 4 ex responsabili di settore.

La vicenda è stata resa nota oggi dal quotidiano Alto Adige e vede coinvolti 4 lavoratori della BBT-SE che dal 2010 ad oggi sarebbero stati vittime di un comportamento scorretto nei loro confronti da parte dell’azienda di cui l’amministratore delegato è Raffaele Zurlo
Ricordiamo che BBT è società europea interamente pubblica che ha sede in due paesi, Italia ed Austria. La gestione della società è paritetica ed ha quindi due amministratori delegati che stanno sullo stesso piano. La quota di maggioranza della società in Italia è di RFI (Rete Ferroviaria Italiana) che quindi nomina l’amministratore delegato. L’amministratore delegato per la parte austriaca è l’altoatesino Konrad Bergmeister che è stato indicato dal socio di maggioranza oltre Brennero che sono le ferrovie austriache. Oltre alle Ferrovie della compagine societaria fanno parte altri soci di minoranza tra cui anche le provincie di Bolzano e Trento. 

Lo statuto della società europea BBT-SE prevede che tutti gli atti debbano essere controfirmati da entrambi gli amministratori delegati. Solo la gestione ordinaria del personale è separata e quindi  ognuno si gestisce i suoi dipendenti, che sono una cinquantina per parte, un centinaio in tutto. Con una clausola: assunzioni e licenziamenti devono per forza essere condivisi anche in questo caso attraverso una firma congiunta. Ma nel caso del contenzioso con il 4 dipendenti di BBT in Alto Adige ciò non è stato sufficiente per evitare di finire davanti al giudice del lavoro. 

L’intera complessa vicenda è seguita dalla Cisl e quindi abbiamo contattato il segretario provinciale Michele Buonerba per cercare di capire quali sono li esatti i termini della questione. 

Michele Buonerba: quando è nato il problema?
Michele Buonerba - Nel 2010, in coincidenza con l’arrivo a Bolzano del nuovo amministratore delegato di parte italiana. La cosa ha coinvolto 4 figure apicali: direttore amministrativo, responsabile relazioni esterne, responsabile della parte geologica e responsabile delle gare d’appalto. Di questi 4, 3 sono ancora dipendenti dell’azienda mentre la quarta si è dimessa per motivi di salute legati alle ripercussioni umane della vertenza. 

Cos’è successo?
Il nuovo amministratore delegato in sostanza ha operato per sostituire le 4 persone di punta dell’amministratore precedente Ezio Facchin, ma ha agito a nostro avviso in un modo inaccettabile. La situazione in azienda oggi è tutt’altro che serena e in realtà questi sono solo i 4 casi più gravi. Abbiamo cercato di coinvolgere tutti i dipendenti nella vertenza, ma la maggior parte non se l’è sentita. BBT paga molto bene e molti hanno detto che preferivano subire, perché retribuzioni analoghe non le avrebbero trovate da altre parti. 

Ai 4 dipendenti cos'è capitato?
Sono stati rimossi dai loro incarichi e completamente demansionati. Particolarmente grave è stata la situazione che ha riguardato la responsabile delle relazioni esterne che al ritorno da una gravidanza si è ritrovata oltre che demansionata anche isolata in una stanza con solo un tavolo a disposizione. L’ex responsabile delle gare d’appalto è stata pure lei relegata in una stanza senza finestre e alla fine non ha retto psicologicamente ed ha deciso di lasciare l’incarico. Il direttore amministrativo invece è stato messo a controllare i durc delle aziende che lavorano in appalto con la BBT. Mentre il geologo che aveva fatto tutti i rilievi per la galleria è stato messo prima in una baracca e poi in un ufficio a Fortezza a non fare niente per tutto il giorno. 

L’amministratore delegato per parte austriaca Konrad Bergmeister era a conoscenza di quanto stava accadendo? E’ intervenuto in qualche modo?
So che ha parlato con il suo collega di parte italiana. Ma per quello che so non è riuscito a convincerlo a desistere dalle sue intenzioni. 

Nella causa a cosa puntate?
Allo ristabilimento delle mansioni per i 4 dipendenti ed al risarcimento del danno che in questo caso potrebbe essere anche piuttosto elevato. Va tenuto presente che stiamo parlando anche di persone che sono state ricoverate in ospedale in conseguenza di quanto accaduto. Vedremo quale sarà la decisione del giudice del lavoro.

Quali i tempi previsti per la causa?
La prossima settimana ci sarà la prima udienza. La sentenza la attendiamo entro la prossima primavera. 

Tecnicamente come funziona il procedimento?
Abbiamo preparato una causa per demansionamento per tutti e 4 i dipendenti. Nel frattempo 2 su 4 hanno ricevuto provvedimenti disciplinari molto pesanti e cioè 10 giorni di sospensione che è il massimo della sanzione. 

Quali i motivi che hanno portato ai provvedimenti disciplinari?
Presunte violazioni del regolamento. Uno dei 4, l’ex direttore amministrativo e nostro rappresentante sindacale interno, ha mandato un’email a tutti i componenti del consiglio di sorveglianza spiegando la situazione in essere e per questo ha ricevuto la sanzione di 10 giorni di sospensione dal lavoro e dallo stipendio. Questi provvedimenti sono stati tutti da noi impugnati davanti al giudice. Ma non è tutto.

Cioè?
Nei prossimi giorni presenteremo ulteriori 4 cause per mobbing. Oggi esiste infatti un metodo scientifico riconosciuto dalla cassazione che riconosce questo tipo di violazioni legate allo stress da lavoro. Per fare questo abbiamo messo in piedi come sindacato un apposito pool di legali, psicologi e medici legali specializzati in psichiatria.

Con l’’amministratore delegato per la parte italiana avete fatto un tentativo di conciliazione?
Lo abbiamo contattato per chiedergli un’incontro ma lui ci ha risposto in modo sprezzante dicendoci di rivolgerci ai legali di BBT. E anche dopo le nostre insistenze non si è reso disponibile in questo senso. Ne abbiamo preso atto. 

Bisogna pur dire che la BBT ha una governance piuttosto particolare: un sudtirolese alla guida della parte austriaca e un romano alla guida di quella sudtirolese…
Già. Voglio comunque precisare che il fenomeno dello stress da lavoro è in grande crescita ed è molto presente, al di là di quello che si può pensare, nella pubblica amministrazione. Ma non è tutto:  quando si fanno operazioni di questo genere il costo del personale cresce moltissimo. E quindi potrebbe anche esserci l’ipotesi di un danno erariale. 

E quindi per coinvolgere anche la Corte dei Conti…
Beh, se c’è gente stipendiata a cui viene imposto di non fare nulla certamente sì. Inoltre se si andasse a sentenza e BBT fosse condannata a pagare un pesante risarcimento del danno qualcuno dovrebbe pure risponderne. 

In provincia di Bolzano si sono già verificate situazioni di questo genere?
Questo è un caso estremo. Di per sé il termine mobbing è un po’ abusato in quanto dovrebbe normalmente indicare una persecuzione costante nei confronti di una persona. I 4 dipendenti di BBT hanno ricevuto centinaia di mail molto pesanti. E che ha vissuto ripercussioni molto importanti nella sfera personale. 

Il consiglio di vigilanza interno alla BBT di per sé avrebbe dovuto avere un ruolo in questa vicenda. Come sono andate le cose in questo senso?
E’ stato coinvolto nel marzo 2015 dal nostro rappresentante sindacale che ha spiegato la situazione e segnalato il fatto che erano state già depositate le cause per demansionamento. Il consiglio di sorveglianza però non ha fatto assolutamente niente, mentre avrebbe dovuto per lo meno chiedere informazioni all’amministratore delegato. 

Ma le società europee non hanno anche l’obbligo di coinvolgere i lavoratori nella gestione dell’azienda?
Sì e c’è una direttiva del 1994 che regola questa cosa. Ma in BBT questa cosa ancora non viene fatta.