"Il calcio è la mia vita"
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Non aveva magari piedi fatati, ma la volontà di arrivare a certi livelli e di non mollare mai, hanno consentito ad Andrea Guerra, bolzanino doc classe 1992, di approdare in serie A con la maglia del Verona nella stagione 1991-92 , dopo essere cresciuto tra Imperial, Virtus don Bosco e Trento. Anche se la maggior parte della sua carriera ad alti livelli, ben sette stagioni, l’ha vissuta in B con l’altra squadra della città, il Chievo, con cui conquistò la storica promozione in A nella formazione guidata da Del Neri.
SALTO: Andrea, che periodo è stato quello con il Chievo?
Andrea Guerra: Una bella esperienza, che mi ha portato anche, con Del Neri allenatore, a vincere il campionato, conquistando la promozione in serie A, grazie ad un gruppo che giocava assieme da tanti anni e al quale sono stati aggiunti ad ogni stagione dei tasselli. Peccato però che non ho poi giocato in A l’anno dopo, mi sarebbe piaciuto molto confrontarmi in quel campionato. Sono finito al Palermo, dove comunque sono stato molto bene
La serie B attuale o comunque quella moderna, che lei conosce bene, è di un livello inferiore a quella del periodo in cui lei giocava?
E’ un altro calcio, impossibile da paragonare. Oggi si gioca in modo molto più fisico, veloce e anche tecnicamente non è semplice riuscire a fare bene andando a quei ritmi. Rivedendo le partite di quando giocavo io mi sembra di andare alla moviola.
Si dice sempre che fare il giocatore sia molto più semplice che fare l’allenatore, condivide?
E’ normale che sia così. Il giocatore viene al campo per passione, per piacere, per divertirsi: gli si dice cosa deve fare e lo fa. L’allenatore invece oltre alle due ore sul campo, deve pensare e a capire cosa è andato bene e cosa no, oltre a preparare il lavoro per il giorno dopo.
C’è un allenatore in particolare che le ha dato più di altri quando era calciatore?
Ogni allenatore mi ha dato qualcosa, chi dal punto di vita tattico e chi caratteriale: non ce n’è uno in particolare. Ho avuto sempre ottimi allenatori che hanno migliorato le mie conoscenze.
Ha un modello al quale si ispira?
No, sono uno a cui piace giocare a calcio, dominare il gioco, mantenendo il possesso, poi se si riesce è un altro discorso: questa è l’dea di calcio che condivido con Giovanni Stroppa
Io non avrei mai voluto fare il secondo, ma da quando ho conosciuto Giovanni è cambiato tutto: mi sento realizzato, è un piacere lavorare con lui e con nessun altro
Con Stroppa c’è un rapporto speciale nato ai tempi del Südtirol e proseguito fino ad oggi.
Un rapporto nato per caso. Quando io allenavo gli Allievi biancorossi e lui la prima squadra (stagione 2011-12), mi ha chiesto una mano durante il ritiro, ho accettato volentieri e poi sono rimasto sempre con lui. Rapporto ottimo, persona squisita, ci troviamo in tutto e per tutto, ci si confronta e lui ti rende partecipe. Tra l’altro io non avrei mai voluto fare il secondo, ma da quando ho conosciuto Giovanni è cambiato tutto: mi sento realizzato, è un piacere lavorare con lui e con nessun altro.
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Con i giovani del Südtirol che esperienza è stata?
Esperienza bellissima, i ragazzi sono spensierati, vedi i miglioramenti giorno dopo giorno, ti seguono, è un altro modo di confrontarsi rispetto agli adulti, dato che lì ci sono interessi diversi che possono portare dei problemi nella gestione del gruppo.
Il secondo allenatore cosa in concreto nel corso della settimana?
Dipende molto da che tipo di gestione vuole avere il primo allenatore. Stroppa ad esempio, è uno che dirige lui gli allenamenti, a differenza magari di altri che lasciano fare al secondo e intervengono solamente. Io come gli altri collaboratori interveniamo quando vogliamo, c’è sostegno in tutto.
Vorrei allenare in A in maniera stabile. Abbiamo vinto due campionati di B con Crotone e Monza, e ci hanno chiamato al Pescara dopo la promozione della squadra. Purtroppo però non siamo rimasti tanto
Vorrebbe diventare un giorno primo allenatore?
Non ci ho mai pensato, ma per il momento non ho proprio intenzione.
Ha un sogno nel cassetto?
Riuscire ad allenare in A in maniera stabile. Abbiamo vinto due campionati di B con Crotone e Monza, e ci hanno chiamato al Pescara dopo la promozione della squadra. Purtroppo però non siamo rimasti tanto in panchina in queste esperienze perché è arrivato l’esonero
Adesso sta aspettando una nuova opportunità dopo la decisione qualche settimana fa della Cremonese di cambiare allenatore.
Con la nuova regola c’è la possibilità di tornare a lavorare quest’anno, aspettiamo magari che arrivi qualche chiamata. Nel frattempo ci terremo aggiornati andando a vedere degli allenamenti di qualche altra squadra e guardando tante partite in televisione.