“Natale nel comune, limite ingiusto”
“In tanti hanno criticato questa scelta. Un conto è Bolzano, un conto è Ponte Gardena dove non puoi neanche visitare la madre o un fratello perché i confini sono troppo stretti”. Non piace ad Arno Kompatscher, come a tanti sindaci e presidenti di Regione o Provincia (vedi il veneto Zaia), il divieto di uscire dal Comune a Natale, Santo Stefano e primo dell’anno disposto dal decreto legge del governo, testo su cui a sua volta si basa il nuovo dpcm. Il governatore spera che il governo ci ripensi, ascoltando “le iniziative in Parlamento” e “il dibattito in tutto il Paese”. Così commenta nella conferenza stampa in cui nega la necessità di una nuova ordinanza provinciale (“Vale quella in vigore e l’Alto Adige passa da zona rossa a arancione per decisione del ministro Speranza”). Ancora, assieme agli assessori Philipp Achammer e Waltraud Deeg tira le somme dello sforzo di aiuti pubblici per il Covid, costati oltre “un miliardo di euro”. Se c’è una buona notizia, riguarda lo sci di fondo, permesso in quanto “sport individuale” mentre lo sci da discesa deve attendere il 7 gennaio.
Alto Adige zona arancione
Kompatscher sottolinea il passaggio della provincia di Bolzano da zona rossa a zona arancione, da domenica 6 dicembre, disposto dall’ordinanza firmata dal ministro della salute Speranza. “Per noi in Alto Adige non cambia nulla - precisa -, continua ad avere valore l’ordinanza 73 che ha disposto per venerdì 4 dicembre la seconda fase delle riaperture dal lockdown”. In base alle disposizioni hanno riaperto bar e ristoranti, è tornata la libertà di circolazione sul territorio provinciale (ma attenzione a quanto disposto dalla stretta nazionale per le festività) e resta il coprifuoco dalle 22 alle 5.
Non è un liberi tutti, il tasso d’infezione è ancora alto (Arno Kompatscher)
“Non è un liberi tutti” dice il presidente consapevole che la curva sta scendendo più lentamente di quanto previsto prima del test di massa. “Il tasso di infezione è ancora relativamente alto, rispettiamo distanze, uso della mascherina e igiene delle mani”.
I rientri dall’estero
Kompatscher si sofferma sulle disposizioni nazionali che toccano il rientro in provincia di tanti studenti e lavoratori altoatesini da Austria e da altri Paesi esteri. Fino al 9 dicembre, riassume, si può entrare in zona arancione per motivi di studio, lavoro o necessità. Dal 10 al 21 dicembre le norme si fanno più rigide: si può entrare da Paesi Ue, Svizzera e Gran Bretagna solo con un test Pcr o antigenico negativo fatto nelle 48 precedenti all’ingresso. Serve anche l’autocertificazione e la registrazione alle autorità sanitarie compilando il modulo che si trova anche sul portale web della Provincia dedicato al coronavirus. Dal 21 dicembre al 6 gennaio scatta la quarantena di due settimane, “ma solo per chi rientra da una vacanza o da altro motivo non legato a studio, lavoro, necessità o per la visita al proprio partner non convivente, e comunque occorre avere il test negativo”.
La quarantena varrà anche per i turisti che dovessero recarsi nelle strutture alberghiere in Alto Adige dal 21 dicembre al 6 gennaio, non avendo questi i requisiti di necessità.
Un miliardo in aiuti Covid
Con Achammer e Deeg il governatore fa il punto sugli aiuti sociali ed economici per il Covid (il programma #Siriparte). Le misure hanno richiesto finora 428 milioni di euro di maggiori spese sul bilancio della Provincia di Bolzano e in senso inverso minori entrate per 543,5 milioni di euro. “Siamo ad un miliardo di euro, in aggiunta alle misure statali”, riassume Kompatscher. Seguono i 362 milioni di crediti complessivi (di importo fino a 35.000 euro, poi a crescere fino a oltre 300.000) erogati dal credito locale con il sostegno dell’amministrazione per gli interessi. Le proroghe sui mutui valgono invece 1,732 miliardi totali.
Ancora, ci sono 89 milioni sui 182 impegnati pagati per la cassa integrazione, come spiega Achammer: “La differenza è causata sì da ritardi ma soprattutto dal fatto che tanti dipendenti sono rientrati prima al lavoro rispetto alla richiesta iniziale della propria azienda”. I contributi a fondo perduto erogati a 17.400 Pmi ammontano a 94 milioni.
Per i ristori la Provincia attende il decreto “ristori-quater” dal governo, mentre i parlamentari altoatesini cercheranno con emendamenti di “estendere le misure allle imprese locali costrette a chiudere per effetto di ordinanze provinciali”, precisa l’assessore allo sviluppo. Ci sono infine i finanziamenti straordinari per agenzie di viaggio, organizzatori di eventi, discoteche e sale da ballo, finora erogati per 9,2 milioni sui 15 erogati.
Riguardo agli aiuti per le persone colpite dalla crisi, illustrati dall’assessora al sociale Deeg, le domande approvate sono 13.228, per una somma di sussidi di 15 milioni 970.000 euro, distribuiti tra “Covid-aiuto immediato”, “contributi su affitto e spese accessorie”, “sospensione o dilazione affitti Ipes”, “dilazione per pagamenti Risparmio casa”, “anticipi su spese statali detraibili”.
Il divieto di uscire dal comune nei giorni di festa penalizza chi vive nei piccoli paesi. Speriamo il governo cambi idea
Niente nuova ordinanza
In chiusura Kompatscher ha negato la necessità di una nuova ordinanza (ventilata in precedenza) per recepire le ultime novità nazionali sulle festività. Il passaggio a zona arancione permette “un ulteriore allineamento, che varrà ad esempio da lunedì per i mercati settimanali all’aperto”. Non piace come detto la stretta disposta dal decreto legge, in ossia il divieto di uscire dal Comune nei giorni 25, 26 dicembre e primo gennaio. “È la regola più criticata, che crea disuguaglianze penalizzando chi vive nei piccoli comuni, tuttavia contenuta in un atto avente forza di legge”, commenta. Tradotto, l’autonomia non può fare nulla, solo sperare assieme a tanti sindaci e presidenti di Regione in un (difficile) passo indietro del governo.