Farmacie Resistenti e Fabbriche Scricchiolanti
Giornata intensa quella del 5 Marzo per i nostri prodi partecipanti del progetto Promemoria_Auschwitz. Dopo la prima sera in cui ognuno dei ragazzi in una maniera o nell’altra si è divertito a festeggiare l’arrivo a Cracovia andando ad esplorare la cosiddetta “night-life” della città polacca, la sveglia è puntata intorno alle ore 7:00. Nonostante le due notti non proprio riposanti, i nostri ragazzi erano comunque abbastanza attivi da voler andare a guardare, visitare e capire la storia della città. Il programma di questa giornata era quello di andare a visitare il ghetto e il quartiere ebraico e il museo della fabbrica di Oskar Schindler.
Aggregatoci ad un gruppo di ragazzi di Bolzano ci siamo messi ad ascoltare alcune delle storie del ghetto. Personalmente mi ha affascinato la vicenda del farmacista Tadeusz Pankiewicz. Pankiewicz è stato l’unico polacco che è rimasto all’interno del ghetto di Cracovia per aiutare gli ebrei (inizialmente 18,000 stipati in 320 case). Il nostro farmacista cercava di dare quante più medicine possibili alle persone che ne avevano bisogno, ma riusciva anche a dare una mano a chi voleva scappare dal ghetto: per esempio somministrava sedativi ai neonati, prima che la famiglia intera scappasse, così da evitare eventuali grida o vagiti durante la fuga. La cosa affascinante è che questo farmacista ha rischiato per ben due anni di venire condannato per aver aiutato il popolo ebraico che in teoria andava condannato.
Altra tappa importante è stato il muro del ghetto. Sono solo un paio di pezzi di quel muro che ancora oggi sono in piedi ed è interessante notare come, oltre che costituire una barriera fisica, questi muri creino anche una sorta di barriera psicologica. Il muro che circondava il ghetto non era infatti un semplice muro di mattoni, poiché la cima aveva la forma delle pietre tombali dei cimiteri ebraici.
Ultima tappa formativa di questa mattinata è stata la visita guidata al Museo di Oskar Schindler. Questo imprenditore tedesco, iscritto all’NSDAP, iniziò, con contributi da parte degli ebrei, a gestire una fabbrica che produceva tegami e pentole per l’esercito del terzo Reich. Se inizialmente si poteva pensare a questa fabbrica come ad una geniale scelta da parte del signor Schindler per guadagnare soldi, c’è da dire che col tempo quest’ultimo ha iniziato a rivedere le scelte fatte dal partito a cui era iscritto. Nonostante Schindler in qualche modo sfruttasse la manodopera ebrea, è solo grazie alla sua fabbrica che riuscì a salvare la vita a 1200 persone, trasferendole da Cracovia verso il nuovo sito della fabbrica a Brunnlitz in Cecoslovacchia. Da tali avvenimenti è stato tratto nel 1993 un film citato anche più volte durante l’intera giornata: Schindler’s List diretto da Steven Spielberg.
L’unica nota negativa da fare a questa giornata è stata la guida affibbiataci per la visita del museo. Oltre alle classiche foto e riproduzioni di oggetti d’epoca il museo cercava attraverso rumori e diverse tipologie di pavimenti di trasmettere la sensazione d’instabilità e d’insicurezza che la guerra e le persecuzioni degli ebrei avevano creato fra la popolazione e ciò ha reso l’intera visita molto interattiva. Ciò nonostante la nostra guida è stata molto concisa, soffermandosi sbrigativamente solo su alcuni aspetti dell’intera mostra e, talvolta, non rispondendo nemmeno a delle domande poste dai ragazzi. Un peccato, poiché il gruppo a cui ci eravamo aggregati sembrava seriamente interessato e le domande poste non erano per nulla fuori luogo. Naturalmente non si può dire che la nostra guida non abbia gettato luce su alcuni aspetti poco conosciuti o comunque che non sapesse di ciò di cui parlava, però poteva sicuramente andare più a fondo su alcuni argomenti, soprattutto nel momento in cui dai ragazzi c’era una risposta così positiva agl’impulsi dati dal museo.
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