Il calcio tra educazione e performance

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Lo sport più amato e praticato d'Italia, il calcio, attira i bambini di ogni generazione. Sarà per la paga milionaria dei professionisti, per la loro fama o per pura passione, anche in Alto Adige sono molti i giovanissimi che sognano di fare del calcio la propria professione. E per inseguire il sogno iniziano a correre dietro al pallone già da bambini, giocando nei campetti al parco così come allenandosi in vere e proprie società sportive.
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“Esclusi con una mail”
È probabilmente questo il desiderio che accomuna i quasi 300 bambini che si allenano con una delle più importanti società calcistiche dell’Alto Adige, il Bozner FC, la squadra nata nel 1962 e caratterizzata dalla sua divisa arancione che si allena sui campi lungo il Talvera. A una parte di questi bambini, di dieci anni d’età, però, per il prossimo anno la società non rinnoverà la possibilità di iscriversi ed allenarsi. Le motivazioni? Sembrano essere poco chiare. Questo è quanto sostengono i dodici genitori che hanno sottoscritto una lettera inviata alla società e visionata da SALTO, per esprimere il proprio “rammarico rispetto alla gestione del passaggio dal gruppo Pulcini al gruppo Esordienti e all’esclusione di alcuni bambini dalla squadra”. La comunicazione che l'iscrizione di una parte dei bambini attualmente tesserati con il Bozner non sarebbe stata presa in considerazione è stata inoltrata via mail dalla società ai genitori. Fino a quel momento, afferma una delle madri che ha co-firmato la lettera, “non c’era stata alcuna comunicazione preventiva in tal senso, né erano mai stati segnalati problemi di comportamento o di capacità motoria dei bambini, anche perché in quel caso saremmo stati i primi a volerlo sapere”.
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I dodici firmatari ricordano poi che “alla riunione di inizio stagione sono stati condivisi con le famiglie importanti valori sportivi, quali l’impegno, la fiducia, la costanza; è stato chiesto ai genitori di sostenere i bambini nel loro percorso, aiutandoli a rispettare gli impegni di squadra e la presenza agli allenamenti, perché questo sarebbe stato il requisito per poter continuare”. Invece, sottolinea il gruppo di genitori, nelle scorse settimane la segreteria del club ha inviato solo una laconica mail ad alcune famiglie per comunicare l’esclusione dei loro figli dalla prossima stagione. In seguito a questa comunicazione – continua la lettera – “alcuni genitori hanno chiesto spiegazioni al responsabile del settore Attività di base, il quale ha confermato che non c’è più posto nella squadra per bambini reputati meno dotati, che pur hanno tenuto fede agli impegni richiesti. Questo, nonostante sul sito la società dichiari di dare la precedenza ai bambini già iscritti”.
La madre di uno dei bambini la cui iscrizione non è stata accettata spiega a SALTO che “a mio figlio, ma non a tutti, è stata data la possibilità di iscriversi al cosiddetto gruppo FUN, una possibilità in più per quei bambini per i quali l'attività troppo strutturata non fosse adeguata, quindi una scelta in più per le famiglie. Ed invece è l'unica possibilità che ci rimane”. D’altra parte è la stessa Federazione Italiana Giuoco Calcio (FIGC) a sottolineare che quando si tratta di “Attività di base” va posto l'accento sullo sviluppo tecnico e sul divertimento dei bambini dai 5 ai 12 anni – e non sulla competizione –, così da sgravarli dal peso della pressione agonistica e performativa. E, tendenzialmente, i minori di 12 anni non andrebbero sottoposti ad alcun “provino”.
Per i bambini esclusi dalla prossima stagione sportiva l’esperienza al Bozner si è quindi chiusa con amarezza. E con lo stesso retrogusto amaro si conclude anche la lettera dei loro genitori: “In questi anni i nostri figli si sono sentiti parte del Bozner: giocano insieme, vincono e perdono, si impegnano ad essere presenti agli allenamenti, imparano ad essere un team, hanno amicizie e legami. Escludere una parte di loro, che si sentiva già dentro ad un percorso – e con queste modalità – è stato a nostro parere un grande errore”.
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“Non possiamo accontentare tutti”
“Non è un’esclusione, ma un indirizzamento”, è la replica del responsabile dell’Attività di base del Bozner FC, Walter Insam. “Non possiamo accontentare tutti. Abbiamo circa 280 bambini in attività non agonistica e per ogni annata offriamo 2 squadre. L’esperienza che hanno fatto questi genitori la fanno anche altri, perché fa parte dei settori giovanili. E le motivazioni singole dietro alle nostre scelte sono coperte da privacy. Per rimanere sul generale - prosegue Insam - noi come altre società possiamo proporre la nostra attività a un determinato numero di giocatori. Non abbiamo le risorse strutturali e personali per aprire a tutti. Lo spazio è insufficiente. E anche il tempo, perché le fasce orarie che abbiamo sono limitate. E vogliamo comunque mantenere una certa organizzazione e qualità”.
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Secondo il referente del Bozner parlare di esclusione dei ragazzi “è sbagliato, perché come stabiliscono le regole della FIGC le iscrizioni sono annuali. Non è un diritto acquisito e non è scontato che un giocatore venga riscritto l’anno dopo. Come i ragazzi sono liberi ogni anno di cambiare società, allo stesso modo noi non vogliamo creare situazioni particolari dicendo che una volta iscritto, un bambino ha la precedenza per tutti gli anni. Per continuare insieme serve fiducia reciproca”. E quando arrivano troppe iscrizioni, per stabilire chi si può iscrivere e chi no, Insam sostiene che “la società punta sempre all'inclusione, purché si abbia la voglia e l'entusiasmo di giocare a calcio. Ma non possiamo accettare tutti quanti: dobbiamo scegliere. E lo facciamo sia in base al passato, sia in base ai provini. Non è una selezione in sé, c'è da capire con quale profilo di ragazzo vogliamo proseguire nelle diverse annate calcistiche. È giusto dare anche ad altri la possibilità di entrare. È una cosa tipica di tutte le società a cui arrivano tante domande. In ogni caso c’è comunque il gruppo FUN, il nuovo progetto del Bozner meno indirizzato delle altre squadre”.
Certo, la possibilità che un bambino percepisca il “no” della società come un rifiuto è sempre presente. A questo proposito Insam ammette di trovarsi di fronte a un dilemma. “Non c’è posto per tutti. Abbiamo anche fatto delle serate informative con uno psicologo dello sport sul tema ‘Noi genitori di giovani calciatori’, ma c'è stata una bassa partecipazione da parte delle famiglie. Sembra che la tematica sia importante solo quando tocca i propri figli”, dice il responsabile dell’Attività di Base del Bozner, che precisa come “in ogni caso i ragazzi potranno tornare anche in futuro ed è giusto che vivano anche altre realtà: anche un no può essere educativo”.
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Il diritto a non essere un campione
Per orientarsi di fronte a una materia tanto delicata quale è il ruolo formativo del calcio giovanile è fondamentale fare riferimento al quadro normativo della FIGC, un insieme di regole che disciplinano l’attività sportiva e riflettono al contempo una visione educativa. Roberto Cortese, coordinatore del settore giovanile e scolastico del Comitato di Bolzano della Federazione a SALTO spiega: “Il nostro obiettivo è la diffusione di una cultura ed etica sportiva. E proprio per questo, come indicato dalla UEFA, fino alla categoria ‛Esordienti’ i campionati non contemplano classifiche”. In questo senso il manifesto della Federazione, riprendendo la Carta dei Diritti del Ragazzo nello Sport adottata dall’Onu nel 1992, sottolinea che gli adulti dovrebbero garantire ai piccoli calciatori e calciatrici, tra le altre cose, “il diritto di divertirsi e giocare” e, soprattutto, “il diritto a non essere un campione”.
Va detto che le squadre giovanili del Bozner FC non competono solo nei tornei FIGC, ma anche nel Verband der Sportvereine Südtirols (VSS) il cui campionato prevede una classifica finale. Tuttavia, è importante sottolineare che l'organizzazione sudtirolese è parte integrante della FIGC e pertanto adotta le stesse linee guida.
La Federazione stabilisce che le società possono sottoporre a un “provino” i giocatori in età compresa tra i 12 e i 16 anni. È altresì concessa la possibilità di visionare in “prova” piccoli calciatori di età compresa tra i 10 e i 12 anni alle società che soddisfano alcuni criteri specifici, tra i quali l’implementazione del “Programma di tutela dei minori” promosso dal settore giovanile e scolastico della FIGC, il riconoscimento della squadra come club (almeno) di 2° Livello e la presenza di un tecnico con qualifica federale nel gruppo squadra in cui viene inserito il bambino. Tutti requisiti che il Bozner FC soddisfa a pieno. Va specificato, però, che il regolamento della Federazione definisce un “provino” “la modalità con cui una società convoca un giocatore di un’altra società presso la propria struttura per ‛sottoporlo a prova’” e non si riferisce a minori già tesserati dalla società che opera la selezione. -
In ogni caso, la selezione su base tecnica e agonistica di bambini in età compresa dai 10 ai 12 anni parrebbe in contrasto con l’articolo 22 del regolamento del settore giovanile e scolastico, secondo cui l’attività delle squadre “Esordienti”, nella quale a partire dalla prossima stagione avrebbero dovuto militare i piccoli calciatori esclusi dal Bozner FC, “ha carattere promozionale e di apprendimento tecnico e formativo”. Il carattere competitivo viene introdotto solo a partire dalla categoria successiva, i “Giovanissimi”, alla quale prendono parte i giovani calciatori in età compresa tra i 12 e i 15 anni. “La Federazione è impegnata in un costante lavoro di supporto, formazione, informazione e sensibilizzazione per le società e le famiglie, al fine di prevenire e, in caso, affrontare in maniera costruttiva criticità di natura gestionale e comportamentale”, aggiunge Cortese, che puntualizza come “qualora una o più famiglie ritenessero che un club abbia operato una scelta in tempi e modi che ledono lo stato psico-fisico del minore, in presenza di una segnalazione siamo chiamati a intervenire”.
“Da un ambiente così mio figlio lo porto via volentieri”
Ormai, la decisione è stata presa e le comunicazioni via email, seppur ritenute dalle famiglie non esaustive, sono state inviate. Resta quindi l'amarezza e la delusione. “Sinceramente, da un ambiente così mio figlio lo porto via volentieri”, dice la madre di uno dei bambini che non potrà iscriversi anche il prossimo anno. “Quel che dispiace non è che mio figlio sia rimasto fuori dalle iscrizioni, ma che sia stato buttato fuori con una semplice mail, senza neppure che venisse comunicata prima l’intenzione di fare delle selezioni”.
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Segnalazioni
Per eventuali segnalazioni, il Settore Giovanile e Scolastico del Comitato Provinciale Autonomo di Bolzano è raggiungibile all’indirizzo: [email protected]
Chiunque sia o sia stato/a vittima o sia a conoscenza di pratiche discriminatorie, abusi, violenze soprusi o atti di sopraffazione posti in essere durante lo svolgimento dell’attività federale e/o in situazioni connesse e per qualsiasi ragione (compresi, a titolo esemplificativo, razza, origine etnica, religione, età, genere, orientamento sessuale, status sociale, disabilità e performance sportive) inoltre può effettuare una segnalazione alla Commissione attraverso il portale della Figc (attualmente non disponibile per manutenzione straordinaria) o all’indirizzo email [email protected].
Mein Sohn ist eines der…
Mein Sohn ist eines der Kinder, die durch dieses undurchsichtige und für mich unverständliche Ausleseverfahren nicht mehr für die 3. Spielzeit vom Bozner FC zugelassen wurde. (mit 10 Jahren!) Mir ist völlig unklar, wieso man andere Kinder von außen aufnimmt, wenn scheinbar kein Platz mehr ist und Spieler, die sich immer korrekt benommen und das Training fleißig besucht haben, einfach aussortiert werden, wie ein paar faule Äpfel...Zuerst versucht der Verein die Kinder und Eltern an sich zu binden, denn ohne die gesamte Ausrüstung, welche von jeder Familie selbst bezahlt werden muss, darf man gar nicht an den Trainings teilnehmen. Ich finde es zutiefst traurig wie eine gut funktionierende Mannschaft einfach auseinander gerissen wird und Kameradschaft und Zusammenhalt unterbunden werden. Wir betroffene Eltern sind sehr enttäuscht vom Traditionsverein Bozner FC und seinen Verantwortlichen, ein solches UNSPORTLICHES Verhalten hatte ich mir nie und nimmer erwartet. Schade, bzw. Schande!
In risposta a Mein Sohn ist eines der… di Alex Mutschlechner
Ich war bis vor kurzem im…
Ich war bis vor kurzem im Vorstand eines Sportvereins und wir hatten auch eine Thematik, ob wir in der zweiten Mannschaft jeden Spieler aufstellen oder ob wir sportlich sinnvoller die schlechtesten Spieler "sitzen" lassen, sodass sie nicht mitspielen und wir eine stärkere Mannschaft auf dem Spielfeld haben.
Wir sind "nur" ein Hobbyverein, das heißt es ginge ja nicht mal bei der Kampfmannschaft wirklich um etwas. Allerdings sind Mannschaftssportarten meist auch mit einem gewissen Ehrgeiz verbunden und daher ist es völlig verständlich, wenn ein Verein ab einer gewissen Spieleranzahl eine Grenze zieht.
Man muss auch bedenken, dass die Trainingsqualität ab einer gewissen Teilnehmerzahl abnimmt. Insofern kann ich schon verstehen, warum ein Verein so etwas macht. Ich verstehe aber auch, dass man sich als Eltern über sowas aufregt. Allerdings könnte man auch sagen, dass es genug Vereine gibt, die händeringend nach Spielern suchen und ein Vereinswechsel kann zu neuen Freundschaften und neuen Kontakten führen. Man kanns auch so sehen: Der Verein hat sein Gesicht gezeigt, oder? Das sollte es emotional erleichtern, sich einen Verein zu suchen, der froh ist, wenn ein Kind dort Fußball spielt.