Politica | Greferendum

No al 61%, successo politico Tsipras-Varoufakis

Il popolo greco ha detto no all'austerità, ma saranno altre due settimane di fuoco per l'Ellade. Grexit o una nuova Unione Europea?

Alexis Tsipras e Yanis Varoufakis si sono giocati tutto oggi nel referendum greco e hanno vinto la loro partita politica di breve periodo. Non so se vi sia un precedente nella storia recente di questo tipo: una domenica un capo di Governo indice un referendum per la settimana successiva. Una situazione eccezionale e una risposta decisa degli elettori (alle 23.22 greche il no era al 61,56%). Ma appunto attenzione al fatto che non possa essere una “vittoria di Pirro” (e Pirro tra l'altro era greco…), il perché lo si capisce leggendo l'infografica Ansa degli appuntamenti delle prossime due settimane: il 6 luglio il presidente della Commissione Europea Juncker valuta il voto greco (probabilmente non salterà di gioia…), il 10 luglio Atene deve rimborsare 2 miliardi di euro di titoli di stato in scadenza, il 13 luglio scade nuova rata da 1 miliardo verso il Fmi, il 17 altro miliardo di euro da ripagare (titoli di Stato), data decisiva potrebbe essere il 20 luglio: 3,4miliardi di euro da ripagare alla Bce, potrebbe essere il giorno del default.

Ha vinto la “cicala Grecia” rispetto alla “formica Germania”? O dalla Grecia parte una riflessione seria sul collante che tiene assieme l'Europa… L'Fmi non è di certo un'organizzazione filantropica: è quella, per dirla chiaramente, che va in Africa a dire a paesi in grave difficoltà che devono far pagare scuola e sanità. Fa paura anche l'idea diffusa a Bruxelles che la Bce debba essere entità autonoma ed autoregolante: un burocrate non eletto da nessuno può decidere quanto devo pagare il mio mutuo o a quanto sta inflazione/disoccupazione senza essere sottoposto a vincoli politici e democratici? Sulla questione greca in questi giorni di maggiore interesse e approfondimenti ho trovato due link nei quali si può trovare una visione più ortodossa e “castigatrice” dei costumi mediterranei (in materia soprattutto di welfare) greci, dall'altra una versione che alla luce dei numeri smentisce molti luoghi comuni.

In Grecia è in corso una crisi umanitaria: persone che non riescono ad avere un minimo di dignità. E oltre il 50% dei giovani non trova lavoro. L'Unione Europea, nonostante le specifiche tecnocratiche, non è mai stata “matematica”: basti pensare alle tante clausole per salvaguardare certi stati (dall'I want my money back inglese fino ai regolamenti speciali per i trasporti in Austria). E ogni tanto succedono delle cose sorprendenti: in un trattato erano state previste delle clausole per salvaguardare la famiglia tradizionale nella cattolicissima Irlanda. E poi la stessa Irlanda con un referendum ha dato il via libera ai matrimoni tra persone dello stesso sesso. Quindi lasciamoci stupire dai greci, quelli che nel 1953 hanno ridotto del 50% i crediti che avevano verso la Germania.

E con un piccolo “storify” vediamo come è stata vissuta questa serata...

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