Amianto all'Iveco, indaga la Procura
Il mesotelioma pleurico è uno tra i tumori più devastanti: la sopravvivenza a cinque anni dei pazienti che ne sono affetti si attesta al sette per cento. E la causa della sua insorgenza è solo una: l’esposizione all’amianto. Il tumore può avere una latenza temporale molto alta, tra i quindici e i quarantacinque anni. Per questo, sebbene sia stato bandito in Italia nel 1992, l'amianto continua a mietere vittime, soprattutto tra gli addetti della grande industria, dove ad esempio l’eternit è stato largamente impiegato prima che vi fosse la cognizione della sua pericolosità. Ma stabilire nessi di causa ed effetto in molti casi non è affatto semplice. Per capire se vi sia una possibile correlazione tra la morte per mesotelioma di 4 persone e il fatto che avessero lavorato per Iveco Defense vehicles la Procura di Bolzano ha aperto un’inchiesta condotta dai sostituti Andrea Sacchetti e Federica Iovene. Allo stato attuale risultano indagati 8 fra ex dirigenti degli anni Ottanta, Novanta e Duemila (Sandro Compagnoni, Amerigo Macina, Giacomo Marazzi, Piero Faccioli) o in servizio attualmente come Mauro Bertol e Roberto Fattore, compreso l’attuale direttore Claudio Catalano, e il medico aziendale Stefano Mantovano. L’ipotesi di reato su cui indaga la Procura è quella di omicidio colposo (art 589 c.p). Agli indagati è contestata anche la violazione di varie prescrizioni in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro previste dal decreto legislativo 9 aprile 2008 , n. 81. Dopo la richiesta di incidente probatorio da parte della Procura, nella giornata di venerdì si terrà l’udienza in cui verranno conferiti gli incarichi ai periti.
L’inchiesta è stata avviata dopo che in due diverse relazioni redatte tra il novembre 2018 e l’agosto 2019 l’ispettorato del lavoro della Provincia ha indicato la necessità di verificare l'ipotesi di una possibile correlazione tra la morte di 4 ex dipendenti della Iveco Defense Vehicles e l’insorgenza della patologia. Sempre ad agosto 2019 la Procura ha posto sotto sequestro alcuni manufatti, che, secondo gli inquirenti, avrebbero contenuto amianto (in particolare i ferodi dei freni dei paranchi). Successivamente sono stati sottoposti a sequestro 118 motori di impianti di carroponte una settantina di argani e 27 coperchi di altrettanti freni. Dopo le necessarie verifiche l’attrezzatura è stata dissequestrata ma con l’obbligo di “bonifica” per l’Iveco. L’inchiesta è comunque da considerarsi ancora nelle fasi preliminari. L’azienda di Via Volta sta ancora valutando assieme agli avvocati se prendere o meno posizione già in questa fase o attendere gli ulteriori sviluppi.