"Un episodio che toglie tanta poesia"
Come da tradizione, si è svolta la prima domenica del mese di luglio la Maratona dles Dolomites. Gli 8 mila partecipanti, sorteggiati da un notaio tra le 27 mila domande pervenute all’organizzazione, hanno pedalato sugli storici passi dolomitici come il Pordoi e il Giau. Dei tre percorsi a scelta, il più duro è stato quello con 138 Km e 4230 m di dislivello. Mentre ad aggiudicarsi la gara del 3 luglio è stato il 27enne ferrarese Stefano Stagni. Ma, nonostante il tema scelto per la 35esima edizione, i Ciüf (‘fiori’ in lingua ladina), non è stato tutto rose e fiori perché, a distanza di un mese dalla competizione, ieri (venerdì 5 agosto) il Corriere della Sera ha pubblicato un articolo che getta alcuni dubbi sulla correttezza del vincitore durante la gara. Le accusa a Stagni? Aver truccato la propria bicicletta inserendovi, come supporto per la corsa, un motorino elettronico.
Se guardassi da utente esterno il video che circola sul web per incolparmi direi: sì, questo tipo ha barato. Ma non è così. L’Italia è il Paese dove chi arriva 200° pensa che i 199 davanti a lui abbiano barato. (Stefano Stagni al Corriere)
Il popolare social network degli sportivi, Strava, ha rifiutato di certificare la competizione effettuata da Stagni, e utenti e atleti hanno ritenuto surreali i tempi di scalata del vincitore sui grandi passi dolomitici. Lo stesso Stagni, riferisce il Corriere, ha affermato: "Sono onesto, se guardassi da utente esterno il video che circola sul web per incolparmi direi: sì, questo tipo ha barato. Ma non è così". Nell’estratto della diretta Rai, girato sul Mür dl Giat, Stagni preme su un punto del manubrio dove non ci sono né leve del cambio né freni e, in quell’istante, la bici scatta in avanti. Un gesto automatico, secondo l’atleta, che insieme ai tempi di gara incredibili (sul Giau ci ha impiegato solo 4 minuti in più di Vincenzo Nibali al Giro d’Italia) e alla bicicletta sparita subito dopo aver transitato la linea d’arrivo, rende le accuse davvero fondate.
Questo "il video dei sospetti" pubblicato dal Corriere.
“Ad aprile — si giustifica il vincitore nell’intervista al Corriere — ho subito un furto dopo una corsa. La bici, che a Corvara avevo perso di vista, è stata messa al sicuro: se gli organizzatori me l’avessero chiesta l’avrei fatta esaminare. L’Italia è il Paese dove chi arriva 200° pensa che i 199 davanti a lui abbiano barato. Ma io ho la coscienza pulita, pedalo per divertirmi.” Ed eccole, allora, le opinioni dell’organizzazione dell’evento in merito al caso.
I tempi sono davvero improbabili. Un dispiacere vedere delle cose sporche in mezzo a tanta bellezza, ma senza prove io non giudico. (Michil Costa)
“La Maratona dles Dolomites non è certo l'Olimpiade, ma una grande festa che ogni anno unisce sotto un’unica causa cinque comuni ladini. È l’iniziativa clou dell’anno. Un dispiacere vedere delle cose sporche in mezzo a tanta bellezza” dice il parton Michil Costa. Se è vero che le accuse sono solide, è altrettanto vera l’assenza di prove (causata fondamentalmente dall’assenza di un’analisi effettuata sulla bici). Come sottolinea Costa: “Da organizzatore non posso accusare nessuno. Secondo i dati statistici è davvero improbabile che una persona in bicicletta salga a quei ritmi. O il vincitore è un atleta assoluto, ma allora mi chiedo perché non abbia gareggiato al Tour de France, oppure non ha giocato in maniera pulita. In ogni caso mi riesce difficile giudicare un fatto, anche solo moralmente, in assenza di prove”.
I dubbi - ancora lasciati in sospeso - sulla regolarità della bicicletta utilizzata in gara avranno ricadute anche sull'organizzazione delle edizioni future: “Se queste cose succedono, dovremo iniziare a fare più controlli con scanner e raggi X. A questo punto credo non abbiamo alternative. Sono dispiaciuto perché questo è un episodio che toglie tanta poesia alla manifestazione, che non è solo sportiva” continua Costa. La Maratona della Dolomiti è infatti resa possibile grazie al contributo volontario di oltre 1400 persone. “Come dicevo prima, è una festa bellissima frutto della collaborazione e unione concreta dei comuni ladini. Vedo la Maratona – conclude Michil Costa – come un modello di eccellente ospitalità in cui il ritorno economico è importante ma non essenziale, un evento nel quale mettiamo l’anima e il cuore.”