Eterologa, approvate nuove regole
Si riapre il dibattito sulla fecondazione eterologa. La Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, presieduta da Sergio Chiamparino, hanno stabilito e approvato all’unanimità le linee guida di questa variante della fecondazione assistita dopo che l’ultima sentenza della Corte Costituzionale, nell’aprile del 2014, aveva tolto il divieto – previsto dalla Legge 40 dichiarata incostituzionale - di ricorrere a un donatore esterno di ovuli o spermatozoi nei casi di infertilità assoluta. Il documento, su cui i rappresentanti e tecnici delle varie regioni hanno raggiunto l’accordo, prevede:
- che la fecondazione eterologa (diversa dalla fecondazione omologa che si verifica quando seme e ovulo provengono dalla coppia stessa) sia gratuita o sottoposta al pagamento di un ticket, e dunque inserita nei Livelli essenziali di assistenza con la benedizione del ministro della Salute Beatrice Lorenzin che sollecita l’esigenza di una legge del Parlamento;
- che l'identità del padre o della madre biologici possa essere messa a disposizione del bambino nato dall’eterologa al compimento dei 25 anni, qualora i donatori diano il consenso;
- che le donne siano in età potenzialmente fertile, che non superino cioè i 43 anni;
- che tra donatori e riceventi ci sia una ragionevole compatibilità delle principali caratteristiche fenotipiche;
- che si fissi un limite di 10 nati per ciascun donatore. La donatrice dovrà avere tra i 20 e i 35 anni e il donatore tra i 18 e i 40 e la coppia che ha già avuto un figlio da eterologa potrà chiedere di avere altri figli con lo stesso metodo e dallo stesso donatore o donatrice;
- che vangano condotti test ed esami clinici per i donatori da inserire in un apposito registro.
La necessità di colmare rapidamente il vuoto legislativo è auspicabile anche per dare un adeguato sostegno economico alle regioni. Dalle pagine del Corriere dell’Alto Adige Bruno Engl, primario del Centro sterilità di Brunico, esprime la sua preoccupazione in questo senso:
Prima di tutto va stabilito se la fecondazione eterologa rientra tra le prestazioni Lea [Livelli essenziali di assistenza] oppure no. Ovvero se fa parte di quelle prestazioni che il servizio pubblico deve garantire a tutti. Finora, con la fecondazione omologa, le regioni andavano ognuna per la sua strada. Bolzano aveva le sue linee guida. La Provincia aveva stabilito che fino ai 41 anni il servizio pubblico avrebbe garantito tre cicli. A partire dai 42 anni il servizio diventava a pagamento ma in Lazio ci sono altre regole che a loro volta sono diverse da quelle che si è data la Toscana.
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