Politica | Reportage narrativo
Bolzano città aperta
Foto: Domenico Nunziata
“Il 5 settembre è la Festa dell'Autonomia” - esordisce didascalicamente il Presidente Arno Kompatscher, circondato dal trespolo dei suoi collaboratori, assessori e colleghi. Il Presidente viene presentato dal nuovo capo della comunicazione della Provincia, Marco Pappalardo, assunto come portavoce dell'Autonomia, che si deve far conoscere all'esterno.
“Il tema della festa è quello della solidarietà” - e in effetti vediamo stand e gadget di ogni tipo di associazione di volontariato e di aiuto umanitario.
Sophia Gumerrer, redattrice di Salto, un amico - che d'ora in poi chiameremo Il Giugi - e io abbiamo cercato di intercettare al meglio l'atmosfera che si respira all'interno dei palazzi della Provincia, il luogo della festa.
Sembrava giusto cominciare dal vino.
Le malebolge pt. 1: le terme di Merano
Appena oltrepassata la soglia della sede del Consiglio Provinciale alcune hostess ci fermano per compilare un questionario a premi.
“Se rispondete alle domande potreste vincere un soggiorno alle terme di Merano” - dice una di loro mentre ci allunga una penna rigorosamente griffata, con lo stendardo dell'aquila bipenne.
Ma io e la mia mela “Südtirol” - nei palazzi ce ne sono numerosissimi esemplari - decidiamo di essere già abbastanza riposati, soprattutto la mela.
Procediamo quindi verso lo spazio dedicato al gruppo consiliare di Alto Adige nel Cuore. Di recente Salto si è occupato del partito di Alessandro Urzì, in merito alle esternazioni di Barbara Pegoraro e Maurizio Vezzali. La prima per aver violato la privacy di un libero cittadino e il secondo per averla difesa a spada tratta.
“E' stato chiaramente un errore” - dice Giorgio Benini, unico esponente di partito del gruppo consiliare - “Quello di Barbara è stato un errore. Urzì ha dimostrato invece compostezza e alla fine hanno chiesto scusa. D'altronde la Pegoraro è più di Uniti per Bolzano, della lista di Tagnin, che era il candidato del centrodestra a Bolzano. Alessandro (Urzì) rimane però il perno del centrodestra altoatesino. Ma di questo riparleremo il prossimo anno.”
Bandierine dell'Italia, braccialetti, spillette e palloncini ma anche strudel di mele fatto in casa: “Le ho raccolte personalmente dal campo” - continua Benini.
Il Giugi prende qualcosina trattando cordialmente il consigliere.
Di solito Il Giugi non è mai cordiale ma c'era da mangiare.
Basta non nutrirlo dopo la mezzanotte, come si fa con i Gremlin.
Il Merkheft
Tutti ormai sono a conoscenza della stampa - per la sua ottava edizione - del Tiroler Merkheft pubblicizzato e distribuito da Südtiroler Freiheit, diario scolastico che dovrebbe poter rafforzare il sentimento della Heimat e dello spazio vitale sudtirolese di lingua tedesca, con annessa cartina.
Troviamo Christian Kollmann, consigliere provinciale del partito di Eva Klotz per fargli qualche domanda:
“Dottor Kollmann, nel Merkheft che avete distribuito c'è la biografia di Eva Klotz, la vostra leader ma girando qualche pagina troviamo anche quella di Anna Frank. Perché inserire Anna Frank in un diario scolastico?”
“Perché no?”
Soddisfatto della domanda procediamo oltre e Sophia chiede al consigliere:
“Nella cartina il Trentino è escluso dal concetto di Heimat, nonostante sia segnato come “Welsch-Tirol", come mai?”
“Beh, è chiaro che alla fine sono italiani.”
Chiaro.
Graffette e questioni di cuore
Nel prontuario della gadgettistica della Volkspartei, al piano di sopra, troviamo delle graffette che servirebbero a "tenere insieme le cose", in senso più ampio.
Cosa dovrebbero tenere assieme, rimarrà un mistero della fede, a proposito dell'anniversario della santificazione di Madre Teresa di Calcutta.
Assieme alle graffette, al vino e ai tortini pusteresi - di cui facciamo smodato abuso - ci sono diverse ciotole con cioccolatini a forma di cuore.
Io rubo più graffette che posso, mentre Sophia intervista l'Obmann del partito, Philipp Achammer ma non in merito al duetto con la sua futura moglie sulle note di “So soll es bleiben”.
Perché Sophia è il lato serio della nostra gita fuori porta e soprattutto ha bevuto solo Apfelsaft.
Il Giugi e io ripieghiamo sul vino rosso.
Le malebolge pt.2: il Consiglio Fantasma
Tutti i palazzi del potere provinciale sono a disposizione dei cittadini, tranne lo studio del Presidente Kompatscher, visitabile solo accompagnati da una hostess o uno stuart: ma evitiamo il giro turistico da visitatore del museo di Oetzi della domenica.
“Non ti curar di loro ma guarda e passa” - dice Il Giugi, anche se non sa in fondo cosa significhi.
Entriamo nella sala del Consiglio Provinciale allestita per giocare a Indovina Chi.
Il vino rosso comincia a farsi sentire ma non demordiamo.
In sottofondo, se si tende l'orecchio agli altoparlanti non si sente il suono delle onde che si infrangono contro gli scogli ma la voce di Riccardo Dello Sbarba, consigliere dei Verdi.
La Sala del Consiglio presentata in queste vesti mostra solo i simulacri dei volti dei politici, creando una situazione al limite del romanzo postmoderno.
Quagliare
“Giugi cos'hai in mano?” - chiedo io.
“Una mela, perché?”
“Ma non hai appena buttato via il torsolo?”
“Mi è ricomparsa in mano, non so come.”
Da lontano una hostess ci saluta.
“Volete vincere un soggiorno alle terme di Merano? Basta compilare il questionario.”
Fine(?)
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