Arsenico nel tunnel d’accesso al BBT
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Nel cantiere della finestra di Chiusa e Funes per la costruzione di uno dei tunnel di accesso sud alla Galleria di Base del Brennero (BBT) – nella tratta Fortezza–Ponte Gardena, in valle Isarco – durante i controlli di routine sulle terre e rocce da scavo sono emersi a maggio e in luglio superamenti dei limiti di legge per l’arsenico, sostanza altamente cancerogena già presente in natura. Le analisi hanno indicato un’origine naturale (tecnicamente “geogenica”) dell’arsenico, legata alla composizione mineralogica delle rocce metamorfiche presenti in loco, in particolare filladi quarzifere e porfiroidi con presenza di pirite e arsenopirite, una pietra nero-argento che contiene arsenico per circa la metà del proprio peso.
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Limiti superati, cantiere temporaneamente sospeso
I campionamenti sono stati effettuati al fronte di scavo, ovvero direttamente nel cantiere della galleria, e sui cumuli temporanei depositati nel sito di Forch, presso il grande cantiere dell'imbocco BBT nel comune di Varna. I limiti normativi di riferimento, secondo il decreto legislativo 152 del 2006, per gli ambiti verdi/residenziali è di 20 mg/kg mentre per quelli industriali 50 mg/kg. I valori rilevati nelle due finestre hanno superato alternativamente entrambe le soglie: il primo superamento è stato registrato presso la finestra di Chiusa l’8 maggio 2025 con 28,5 mg/kg, oltre la soglia residenziale di 20 mg/kg. Il 27 maggio un campione prelevato evidenzia 93,7 mg/kg, superando anche la soglia industriale. Alla finestra di Funes, nella seconda metà di luglio, si riscontrano valori compresi tra 48,8 mg/kg e 179 mg/kg.
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Dopo una sospensione cautelativa dei lavori, gli scavi sono ripresi il 21 agosto con ventilazione e mascherine FFP3. I monitoraggi dell’aria a fine luglio e fine agosto hanno rilevato valori non rilevabili di arsenico aerodisperso, con esposizioni molto inferiori ai limiti, a conferma dell’efficacia delle misure di ventilazione.
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L'arsenico in Sudtirolo e il precedente svizzero
Si tratta di una condizione già nota nel contesto alpino e riconosciuta anche in Alto Adige, soprattutto in quella zona della Valle Isarco. Recentemente, durante i lavori per lo scavo della seconda galleria autostradale del San Gottardo, in Svizzera, sono state scoperte diverse tonnellate di roccia contenente arsenico. La notizia è stata ripresa e discussa ampiamente dai media svizzeri. Il governo confederale ha comunque escluso rischi per la popolazione. In provincia di Bolzano è nota la presenza di arsenico nelle acque potabili, di origine non antropica, legata alla dissoluzione di minerali come l’arsenopirite. Attualmente non risultano però disponibili studi scientifici pubblici specifici sui valori di fondo naturale dell’arsenico all’interno dei suoli dell’Alto Adige.
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I quattro tavoli tecnici
Lo scorso 13 giugno sono stati comunicati formalmente i superamenti, chiedendo l’attivazione di un tavolo tecnico coordinato dall’APPA, l’Agenzia provinciale per l’ambiente dell'Alto Adige. A Bolzano si soni tenuti quattro incontri nel corso degli ultimi mesi. Il tavolo ha coinvolto RFI come committente, Italferr per la progettazione/direzione lavori nonché l’esecutore dei lavori, ovvero il Consorzio Dolomiti tra Webuild e Implenia. Nel corso degli incontri, si è stimato che la quantità di materiale che potrebbe risultare interessata dal fenomeno ha un volume teorico massimo di circa 3,17 milioni di m³ – qualora le rocce contenenti arsenico fossero incontrate in modo esteso lungo le gallerie.
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Nella prima fase dei lavori è stato stabilito come i materiali con superamento delle soglie non possano più essere gestiti come sottoprodotti, ma devono essere classificati come rifiuti tracciati (benché “non pericolosi”). Il tavolo tecnico ha definito un protocollo di gestione, con il recupero e abbancamento definitivo presso il grande deposito di smaltimento a Hinterrigger, sempre a Varna. L’appaltatore, Italferr e RFI procederanno a inviare la documentazione alla Commissione VIA: l’iter prevede poi una delibera della Giunta Provinciale e l’autorizzazione al recupero da parte dell’Ufficio Gestione Rifiuti. I tempi previsti sono di circa 60 giorni.
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