Economia | Gastkommentar / Porcellum Day

La mia solidarietà ipocrita

Il parlamentare Florian Kronbichler sta con chi lotta a difesa del “made in Italy” a tavola. Ma riflette anche ad alta voce sull'Original Südtiroler Speck, realizzato con carne suon che arriva dall’estero, per la maggior parte dalla Germania, dall’Olanda e dalla Polonia.

Ieri sul Brennero, oggi sul Monte Citorio. Il Natale dei contadini d’Italia si annuncia gelido. Mi sono vergognato un po’, stamattina alle sette e mezza davanti al Parlamento, quando ho visto i battaglieri contadini della Coldiretti mettere su stand, bandiere e megafoni. Io, deputato del Sudtirolo, come minimo avrei dovuto salutarli e dare loro il benvenuto ieri nel “freddo polare del Brennero” (così scherzavano). In ogni caso, mi sentivo vicino a loro e insieme al mio compagno “agricolo” di Sel (Franco Bordo di Cremona) solidarizzavamo con chi lotta a difesa del “made in Italy” in tavola e contro ogni truffaldina “Dichiarazione di Origine Controlata (DOC)”

Solidarizzavo, lo confesso, scoprendomi un po’ ipocrita. Diciamo, sudtirolesemente ipocrita. Che pensare quando i manifestanti aprono i camion e scoprono dentro: migliaia di stinchi di maiale, pronti ad essere lavorati in prosciutti di Parma o San Daniele, o … Speck?

Di fronte allo Speck, prodotto di marca sudtirolese per antonomasia, noi sudtirolesi possiamo avere solo un atteggiamento contraddittorio. La quasi totalità della materia prima, ovvero della carne suina, arriva dall’estero, per la maggior parte dalla Germania, dall’Olanda e dalla Polonia. I nostri Speckmacher, al massimo sono Speck-Surer e Speck-Selcher. Per dire, noi ci aggiungiamo un po’ di spezie – solitamente pure importate – e tanta, ma tanta buona aria alpina, questa sì.
Per dire: è una bella truffa, l’Original Südtiroler Speck. 

Ma lo confesso con animo ambiguo. È vero, siamo degli imbroglioni. Vendiamo Südtiroler Markenspeck per quello che non è. I maiali non crescono qui e non si ingrassano con mangimi sudtirolesi. Ma ci deve dolere? Immaginiamoci se tutti i maiali necessari per il Südtiroler Speck venissero anche allevati direttamente in Sudtirolo. Che Iddio ci salvi!

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Gianluca Trotta Gio, 12/05/2013 - 22:46

Tempo fa girava una barzelletta. Un tizio, magari con un bell'accento veneto o siciliano, fate un po' voi, diceva: ma come, io per essere altoatesino e votare devo aspettare cinque anni; alle cosce di maiale bastano un paio di mesi per diventare Speck...
Ah, ma a proposito: Kronbichler è entrato in Parlamento col premio di maggioranza del cosiddetto porcellum, o sbaglio? Sarà per questo che ha sentito la necessità di fare un commento in solidarietà coi maiali.
Comunque, a rigor di logica, lo scranno di Kronbichler (che io stesso ho votato, ma giuro, non lo rifarò più) è un po' illegittima, a parere della Corte Costituzionale...

Gio, 12/05/2013 - 22:46 Collegamento permanente
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Brigitte Foppa Ven, 12/06/2013 - 08:36

- das steht auf der Seite des Südtiroler Speckkonsortiums, auf der man vergebens sucht, wie viel Speck in Südtirol jährlich produziert wird und woher die Schweine kommen.
In Südtirol leben ca. 10.000 Schweine (zum Vergleich: 50.000 Murmeltiere).
6 Millionen Hammen Speck wurden in Südtirol 2012 produziert. Vedete un po' voi ...

Ven, 12/06/2013 - 08:36 Collegamento permanente
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Peter Righi Ven, 12/06/2013 - 09:22

... wird die Kritik über die Herkunftsbezeichnung der Südtiroler Produkte laut, kurioserweise kurz vor einer tourismusintensiven Zeit. Aber dies sind reine Vermutungen und wann wer was kundtun will, ist bekannterweise frei.
Die Botschaft des Speckkonsortiums wird klar und deutlich ausgedrückt: es geht nicht um die Herkunft des Rohstoffes, sondern um das Herstellungsverfahren, welches in unserer Region ein ganz besonderes ist. Aus diesem Grund hat der "Südtiroler Markenspeck gga" auch eine ganz besondere Geschmacksnote, die ihn auszeichnet und die gehütet werden soll. Aus diesem Grund versteckt sich hinter der Botschaft der Speckselcher keine Mogelpackung, sondern ein Versprechen und eine Konsumempfehlung. Im Klartext: Werbung.

Ven, 12/06/2013 - 09:22 Collegamento permanente
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Luca Marcon Sab, 12/07/2013 - 11:28

Quasi teso a suscitare una sorta di simpatia, come dire, complice. Massì - sembra voler dire l'intervento - in fondo siam tutti dei furbacchioni che si arrangiano come possono...
Premesso che ognuno parla per sè e al riguardo se ne prende la responsabilità - senza per questo imporre agli altri le proprie categorie morali -, sarebbe ora di legiferare per imporre l'obbligo per i lavorati di indicare in etichetta la provenienza della materia prima.

Sab, 12/07/2013 - 11:28 Collegamento permanente