Economia | Macroregione

Formazione, mobilità per i lavoratori, scambi tra sindacati

Il Trentino guiderà il gruppo dell'Eusalp sulle politiche del lavoro. Rovereto come punto di passaggio tra industria del passato e quella del futuro.

All'interno della macroregione alpina la Provincia di Trento coordinerà gli altri enti dell'arco alpino per quanto riguarda le politiche del lavoro. Alessandro Olivi, vicepresidente della Provincia con la delega allo sviluppo economico, è convinto che la «cooperazione si possa avere sulle politiche della formazione e della mobilità, abituando i giovani a fare esperienze transfrontaliere e ponendo in essere convenzioni nelle aree delle politiche attive della formazione. Questo – aggiunge l'assessore del Pd - penso possa essere l'unico terreno concreto di collaborazione. Nelle politiche passive invece ci potrà essere qualche relazione tra le organizzazioni rappresentative dei lavoratori».

Dal modello di relazioni del mondo germanofono Olivi vorrebbe prendere il Mitbestimmungsrecht, tanti anni fa ne parlava anche Bruno Dorigatti, ex segretario della Cgil del Trentino e attuale presidente del Consiglio provinciale.

Olivi però non sembra molto attratto ed in voller Begeisterung all'idea di collaborare con altre province. Probabilmente perché ne ha da fare, e molto, con il “fronte interno”. La difficile soluzione della chiusura della Whirlpool a Spini di Gardolo con il nuovo progetto affidato a Vetri Speciali è stato un segno positivo per l'assessore di Folgaria. Ma adesso è arrivato un qualcosa che tocca sul vivo, cioè la crisi della Marangoni di Rovereto. Mario Marangoni è stato uno dei grandi supporter di Olivi per le elezioni provinciali ed ora però potrebbe seguire quanto fatto da tanti altri industriali in Trentino: “mungere” finché si può dall'ente pubblico e poi levare le tende dopo aver minacciato esuberi e ridimensionamento nella produzione.

Rovereto è un po' un simbolo del passato e del futuro dell'industria in Trentino: da una parte Marangoni, dall'altra il nascente Polo della meccatronica (all'ex Manifattura Tabacchi di Borgo Sacco) dove si vorrebbero far insediare nuove imprese dell'ambito green economy, Ict e appunto meccatronica. Nella Città della Quercia c'è in atto una joint venture fra Dana e Bosch e sono arrivate Bonfiglioli e anche l'azienda della ministro allo Sviluppo economico Federica Guidi, la Ducati Energia. E il “vecchio” cavalier Marangoni? «Inaccettabile questa situazione – spiega Olivi – non possiamo accettare una riduzione di attività di questo tipo. Abbiamo chiesto responsabilità all'azienda e vogliamo vedere un piano industriale con dei segni +, con nuovi prodotti e riconversioni».

Giovedì scorso, invitato dall'amministrazione comunale di Caldonazzo a parlare di lavoro ed economia in Trentino, Olivi ha anche detto sì all'impianto a biomassa di Menz&Gasser a Novaledo e no al prolungamento della A31, la Valdastico, in Trentino.

Parlando quindi della priorità della competitività e della produzione di valore, «con il gettito che sarà sempre più importante così come un tessuto economico più vivace». In 4 mesi sono state 218 le domande di apertura (77% da donne e da under 35) di nuove imprese in Trentino, con 20 milioni di euro complessivi di investimenti finanziati per il 50% dalla Provincia. «Non più sotto forma di contributi – spiega Olivi – ma con dei voucher che danno risorse per iniziare». Sul piano fiscale «abbiamo l'Irap più bassa di tutto il territorio nazionale e l'Imis è stata ridotta di un terzo per artigiani e commercianti».

Sulle politiche del lavoro Olivi annuncia che da marzo in Trentino partirà «il reddito di attivazione, che in cambio di un patto di servizio comprendente opportunità di formazione e possibile rioccupazione, dà un sostegno supplementare rispetto alla disoccupazione nazionale Naspi». Oltre alla cassa integrazione per le piccole imprese attivata grazie al Fondo di solidarietà Olivi ricorda come «il 43% dei giovani trentini che non studiano né lavorano hanno avuto possibilità di seguire un tirocinio o un apprendistato». E c'è anche l'intenzione di «indirizzare le giovani alle specializzazioni tecnologiche con il progetto donne digitali».

La Provincia investe 60 milioni di euro l'anno per l'occupazione delle fasce di popolazione più deboli, con 1600 impiegati nel “Progettone” (Lsu, lavori socialmente utili) e 1700 nell'Intervento 19. Anche sulla programmazione europea «si è puntato su progetti meno frammentati, per sostenere il lavoro nella meccatronica, nel turismo e nell'Ict».