Società | Demenza

“Non affrontate l'Alzheimer in solitudine”

Come vengono affrontate le demenze in Alto Adige? Riponde l'Asaa, che dal 1999 offre sostegno ed aiuto ai parenti dei malati di Alzheimer.

Sono circa novemila le persone affette da demenza in Alto Adige ed ogni anno vengono diagnosticati circa 900 nuovi casi. Si tratta di numeri importanti e che continueranno ad aumentare nei prossimi anni ma, nonostante interventi di vario genere, gran parte delle famiglie dei malati si sente sola se non abbandonata.

Dal 1999 esiste a Bolzano  l'Asaa (Alzheimer Südtirol Alto Adige), fondata da medici specialisti e da congiunti di persone affette da demenza che cerca di dare assistenza ai malati e alle loro famiglie. Lo fanno attraverso un telefono amico, incontri di consulenza e diffusione di informazioni, il prestito di libri sull'argomento,  l'organizzazione di incontri di informazioni e di aggiornamento mentre, contemporaneamente, si cerca di sensibilizzare l'opinione pubblica sulle problematiche relative a queste malattie.

La varietà e i dettagli delle attività svolte dall'Asaa non possono essere condensate in un articolo e per questo rimandiamo al sito dell'Associazione, ma, Edith Moroder ed Helga Bauer Koler, incontrate all'interno della sede di Asaa, hanno accettato di fissare alcuni punti fermi per aiutare a comprendere al meglio le problematiche di chi si trova ad affrontare direttamente o indirettamente le demenze: "Innanzitutto - spiegano - è fondamentale mantenere la comunicazione con gli ammalati, perché è utile a loro ed a chi li assiste. Anche quando sembra che la comunicazione verbale non funzioni più, si insista con quella emotiva, dove non arriva una parola potrebbe arrivare un abbraccio o una carezza".

Anche quando sembra che la comunicazione verbale non funzioni più, si insista con quella emotiva, dove non arriva una parola potrebbe arrivare un abbraccio o una carezza".

In effetti, uno degli "effetti collaterali" della malattia è lo sconforto che facilmente può travolgere chi vede un proprio caro regredire lentamente, un atteggiamento comprensibile che, però, non è di nessuna utilità. Come spiegano Edith ed Helga, la comunicazione non è fondamentale solo tra malato e parente, ma anche tra famiglia e mondo esterno e tra famiglia e medico: "Occorre perseverare nel dialogo, per questo abbiamo istituito un telefono amico proprio per permettere alle famiglie di trovare un sostegno e non farle sentire abbandonate, ma è importante anche fornire più informazioni possibili ai medici o alle strutture che seguono il malato. La biografia del paziente è di grande utilità a va curata con grande attenzione. Infine, pensiamo sia molto importante conoscere le esperienze degli altri per razionalizzare al meglio quanto avviene".

La biografia del paziente è di grande utilità a va curata con grande attenzione.

In effetti una delle parole d'ordine di Asaa è "non siate soli" ma l'associazione, per riuscire a svolgere tutti gli obiettivi che si è data, ha bisogno del sostegno di tutti. Innanzitutto di volontari che aiutino a smaltire il lavoro amministrativo, che rispondano al telefono o distribuiscano materiale. Ma, soprattutto, Edith ed Helga hanno precise richieste da rivolgere alle amministrazioni e alla politica: "Andrebbero aperti sul territorio sportelli informativi sulla malattia e sulle strutture di sostegno, a Bolzano, per esempio non esiste nemmeno uno. Andrebbero anche aumentati i posti disponibili per i pazienti nei centri diurni e in generale la politica dovrebbe mostrare maggiore attenzione e sensibilità. Si tratta di una malattia che colpisce quasi il 2% della popolazione e che ne coinvolge più del doppio".

Di seguito alcune informazioni riguardanti ASAA:

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