Ci serve ancora l’8 marzo?

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Siamo a pochi giorni dall’8 marzo ricorrenza della Giornata internazionale dei diritti della donna attorno alla quale si creano sempre polemiche sia da parte di chi la ritiene una ricorrenza superflua che da parte di chi la ritiene strumentalizzata. Secondo il Global Gender Gap Report, ci vorranno almeno 131 anni per colmare il divario globale di genere, se è vero che la disparità di genere non si combatte a colpi di mimose, in che direzione sta andando la lotta per la parità?
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Negli ultimi anni, alcuni dati mostrano che giovani uomini e giovani donne tendono a votare in modo sempre più diverso, lo abbiamo visto nelle elezioni tedesche ed americane: le donne under 25 tendono verso il voto progressista e a sinistra mentre gli uomini si muovono verso il voto conservatore e la destra. Da cosa deriva questa polarizzazione?
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Nell’attuale lotta femminista il linguaggio ha un ruolo importante, lo dimostrano l’uso di asterischi, schwa, il dibattito sul genere nei nomi professionali. Questa evoluzione linguistica su cui ci si sta tanto concentrando è una battaglia fondamentale o rischia di distogliere l’attenzione da questioni più pratiche?
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Abbiamo cercato di rispondere a queste domande con le ospiti:
- Valentina Stecchi: disegnatrice, scrittrice e vignettista altoatesina
- Sigrid Pisanu: operatrice del Centro Antiviolenza e della Casa delle donne di Merano
- Alessandra Spada: storica, ex-insegnante e presidente dell’Archivio storico delle donne.
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In der Streitergasse - Die aktuelle Debatte auf SALTO -
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