Politica | Dal blog di Aya Homsi

Complotti sulla Siria

La nostra blogger, ora in Siria vicino a dove ieri sono stati rapiti i quattro giornalisti Rai, ci racconta cosa è successo lo scorso fine settimana. Uno scandalo internazionale che non può esere taciuto.
Avvertenza: Questo contributo rispecchia l’opinione personale dell’autore e non necessariamente quella della redazione di SALTO.

Testo edito dalla redazione, a cura di Elisa Corni, il testo originale qui.

 

SABATO 30 MARZO 2013

Sabato scorso all'alba è stata avvistata nel Mar Rosso una nave cargo battente bandiera Tanzaniana. Una fonte dell'opposizione siriana alla tv panaraba Al Arabiya ha riferito che "la nave trasporta 8.500 tonnellate di armi e missili terra-terra dall'Iran", aggiungendo che il vascello "è proprietà di siriani, è registrato in Libano e ha legami con Hezbollah". La fonte ha anche riferito che la nave ha in programma di scaricare il carico a un rifornitore "di carburante presso il porto di Tartous". Perché allora la nave Venus è riuscita a oltrepassare il Canale di Suez poche ore dopo, contravvenendo alle disposizioni internazionali?
Ma andiamo con ordine. Quello stesso giorno su Twitter e Facebook compare un presunto comunicato dell’Esercito Siriano Libero (Esl) nel quale si afferma che la nave iraniana trasporta soltanto un carico di fertilizzante per uso agricolo, nulla di preoccupante, insomma. Nel comunicato Khaled Zyoud (che dichiara essere coordinatore per i media stranieri dell'Els) elogia le autorità egiziane che hanno controllato il carico e ringrazia i Fratelli Musulmani egiziani per il supporto alla loro causa. Il falso comunicato di Khaled Zyoud è comparso in rete poco dopo un comunicato ufficiale del Comando unificato dell’Els, nel quale viene accusata apertamente la Fratellanza Musulmana siriana di ritardare la vittoria della Rivoluzione siriana e frammentare l’opposizione al regime. La F.M. siriana, pur senza negare l’autenticità del comunicato, dichiara che il Comando unificato dell’Esl si dissocia dal proprio portavoce.
Sabato notte arriva un nuovo comunicato dell’Els; questa volta è autentico, e smentisce categoricamente il presunto e totalmente falso comunicato diffuso poche ore prima. Nel testo si ribadisce la necessità da parte delle autorità egiziane di ispezionare a fondo la nave cargo iraniana, sospettata di trasportare armi per il regime di Assad. Inoltre l’Esl afferma che il firmatario, ovvero Khaled Zyoud, è completamente sconosciuto all’Esercito Siriano Libero. Intanto sabato notte il vascello Venus aveva già attraversato il Canale di Suez e si trovava attraccato a Port Said.

DOMENICA 31 MARZO 2013

Domenica mattina esce una agenzia stampa che cita il presidente dell'Autorità del Canale di Suez, il sessantaquattrenne Mohab Mamish, fino all'agosto scorso membro del Consiglio Supremo delle Forze Armate egiziane. Secondo Mamish, "la nave trasporta 7.479 tonnellate di "urea chimica" utilizzata come fertilizzante" e per questo le è stato concesso il passaggio nel Mar Mediterraneo.
I civili siriani hanno imparato sulla loro pelle che l'urea è uno dei composti chimici utilizzati dal regime siriano per produrre gli infami barili bomba (o “barrel bombs”) scaricati dagli elicotteri militari sulla popolazione civile. Un'arma di morte e distruzione abusata dal regime siriano per il suo contenutissimo costo. Le sanzioni internazionali che proibiscono al regime iraniano di vendere armi non hanno vietato il passaggio di questa nave che ufficialmente trasporta "urea chimica" per l'agricoltura, anche se poi viene utilizzata da Assad per continuare la repressione che finora ha causato oltre 75mila morti. Paesi come l'Iran e la Siria aggirano le sanzioni Onu con la compiacenza dell'Egitto, la complicità della comunità internazionale e l’assordante silenzio della Lega Araba e della Coalizione Nazionale Siriana. Insomma, fatta la legge, trovato l’inganno.


COME VENGONO AGGIRATE LE SANZIONI ALL’IRAN E ALLA SIRIA?

Negli ultimi due anni, la Syrian Economic Task Force ha documentato più e più volte il trasporto di armi, combustibili e materiali chimici destinati al regime di Assad. Come ci arrivano? Le spedizioni iraniane attraversano il mar Mediterraneo su navi battenti bandiere ogni volta diverse. Al ritorno trasportano regolarmente petrolio grezzo siriano da raffinare in Iran. Tutto in barba alle sanzioni del Consiglio di Sicurezza Onu che, ribadiamo, vietano all'Iran l'export e alla Siria l'import di armi.
In accordo alle regole di navigazione dell'Autorità del Canale di Suez, il capitano di una nave deve essere in grado di corredare certificati di registrazione e classificazione. Il mancato possesso di questi certificati non consente l'attraversamento del Canale di Suez.
La credibilità dell’Autorità del Canale di Suez è irrimediabilmente compromessa da questo scandalo delle bandiere civetta. L'anziano gerarca sopravvissuto al regime di Mubarak, Mohab Mamish, ha dato il beneplacito al passaggio della Venus perché trasporta, a suo dire, dell’innocuo fertilizzante per la rigogliosa agricoltura siriana devastata da due anni di guerra.
Ma non serve essere dei chimici eruditi per comprendere che esistono certe sostanze cosiddette precursori, innocue a prima vista ma che in realtà, tramite una serie di reazioni a catena si trasformano in droghe, veleni, gas chimici, o ESPLOSIVI. L'urea, come abbiamo visto, è una di queste.


UNO SCANDALO SOTTERRATO


Come può essere il mondo così cieco di fronte ad uno scandalo così grande? La Rivoluzione siriana è sempre più osteggiata dagli interessi di tutte le nazioni coinvolte nella partita giocata sulla pelle del popolo siriano. Chi ha ancora il coraggio di guardare negli occhi un orfano siriano e spiegargli la sporca partita a scacchi giocata dalle potenze mondiali e regionali sulla pelle dei siriani?

 

Testo edito dalla redazione, a cura di Elisa Corni, il testo originale qui.