Bertoldi e Lillo: le due facce (inconciliabili) di Forza Italia
Cerchiamo di spiegare l’estromissione del giovane Alessandro Bertoldi dal nuovo organigramma regionale del partito, voluta dal nuovo coordinatore regionale, Enrico Lillo, per capire che ne sarà di questo movimento ormai ridotto nel nostro territorio ai suoi minimi termini. Alla base un’antipatia reciproca di lunga data, ancorché emersa con chiarezza soltanto di recente, ma anche una profonda differenza di stile che forse potrebbe mettere capo alla fine della lunga stagione dominata da Michaela Biancofiore. Oppure al declino definitivo del partito di Silvio Berlusconi in Alto Adige. Un declino percepibile ovviamente non solo nella nostra provincia, ma qui forse più marcato che altrove.
Il contesto
I “fatti” si possono sintetizzare così. Uscito con le ossa rotte dalla consultazione di ottobre, il cartello elettorale Forza Alto Adige-Lega-Team Autonomie si è trovato per qualche settimana con una rappresentante in Consiglio provinciale (Elena Artioli) vogliosa soprattutto di rappresentare se stessa e il suo piccolo movimento “territoriale” (Team Autonomie). Il matrimonio celebrato allo scopo di dare un “segnale di unità” al centrodestra – a pochi giorni dal voto Artioli dichiarava: “Con Michaela il rapporto è ottimo, siamo due donne forti ma non ci siamo pestate i piedi. Io lavorerò per il bene di tutte le anime presenti nella lista. Consapevole che questo progetto ha un futuro anche in vista delle elezioni comunali” – è finito nel prevedibilissimo divorzio: Artioli approdata dove voleva approdare e Michaela Biancofiore, regista dell’operazione, a raccogliere i cocci di un ennesimo fallimento di strategia. Intanto, a livello nazionale anche il Pdl ha seguito la china della disintegrazione, generando un partito di governo (Il Nuovo Centro Destra di Angelino Alfano) e uno di opposizione (ossia la nuova edizione di Forza Italia), quest’ultimo assente in Alto Adige.
L’occasione di Lillo
E’ a questo punto, guardando cioè le macerie accumulatesi intorno, che persino l’educato e irenico Enrico Lillo (celebri i suoi status mattutini su facebook, nei quali augura a tutte e a tutti una buona giornata) avrà capito di avere l’occasione per profilarsi, abbandonando cioè la sua postazione di umile “spalla” e tentando di accedere ad una carica prodotta dalla necessità di prendere le redini di un partito liquefattosi senza neppure ispirarsi alle teorie di Zygmunt Bauman. La breve tentazione di confluire dalla parte degli “alfaniani” è stata opportunamente riconvertita nella disponibilità a partecipare attivamente al lavoro di riformulazione degli organigrammi del partito, voluta dallo stesso Berlusconi per salvare il salvabile. In questo nuovo quadro Michaela Biancofiore si è limitata a dare il proprio tiepido assenso, non potendo più puntare su una figura difficilmente controllabile come quella di Alessandro Bertoldi, fin lì il suo più fedele “luogotenente”. Del resto, l’insuccesso personale di Bertoldi alle elezioni (appena 316 voti, nonostante un’esposizione mediatica a dir poco massiccia) ha convinto tutti: il protagonismo fine a se stesso, le affermazioni clamorose, l’esuberanza senza freni, alla fine, non pagano. Lo stesso Bertoldi, poi, ha favorito di sua spontanea volontà il processo di emarginazione che lo stava coinvolgendo. Autosospesosi in segno di protesta contro il progetto di legge elettorale perseguito da Matteo Renzi (e da Silvio Berlusconi!), il ragazzo ha spianato la strada agli intenti di Lillo: presentarsi dal leader con una lista di nomi buoni per riempire tutte le cariche possibili. Tutte tranne una: quella di delegato ai rapporti con i Club di Forza Italia, che forse sarebbe toccata proprio a Bertoldi se egli fosse ancora rientrato nei piani del nuovo Coordinatore regionale (cioè di Lillo). Ma ovviamente così non è stato e la diffidenza reciproca – tenuta più o meno sempre nascosta, ma notissima agli insider del partito – si è potuta manifestare senza più veli allorché Lillo è tornato da Villa Gernetto con il partito finalmente in pugno. O quasi.
Il tramonto di Michaela Biancofiore?
Quasi in pugno, si diceva, in quanto l’estromissione di Alessandro Bertoldi dalle cariche inerenti il nuovo coordinamento non è andata a genio a Michaela Biancofiore, la quale in un’intervista pubblicata oggi (6 aprile) dal quotidiano Alto Adige afferma: “Lasciare fuori Alessandro Bertoldi è un grande errore. Come Coordinatore Enrico Lillo si prenderà le responsabilità per le sue scelte”. Ma a questo punto anche il disegno di una rifondazione in chiave moderata (Lillo) dell’immagine, ma anche della sostanza, di Forza Italia all’interno di un contesto, quello locale, finora dominato per l’appunto dalla presenza di Michaela Biancofiore e del suo erede “naturale”, Alessandro Bertoldi, mette il partito davanti a un bivio. Al più tardi dopo il voto delle europee e la chiusura della nuova campagna dei tesseramenti si dovrà indicare quale sia realmente la strada da percorrere. Dunque la domanda non riguarda più tanto le predilezioni di Biancofiore (la risposta in fondo è già stata data), ma quali probabilità ha davvero Forza Italia di uscire dall’ambiguità strutturale che l’ha sempre caratterizzata. Anche in provincia di Bolzano.
I conti che si sono appena chiusi con l’estromissione di Bertoldi e l’investitura di Marco Galateo quale coordinatore provinciale potrebbero riaprirsi lasciando affiorare in modo ben più virulento i contrasti adesso apparentemente “risolti” con la loro semplice manifestazione. Soltanto un tramonto definitivo della “linea Biancofiore” e del suo modo di interpretare la politica in senso aggressivamente berlusconiano contribuirebbe, ma solo in teoria, a sciogliere il dubbio che Enrico Lillo sia qualcosa di più di una “meteora” (l’ha affermato Bertoldi). Difficile però immaginare che il trapianto di radici moderate in un terreno bruciato dalla stagione appena passata riesca a portare qualche frutto; difficile pensare che il futuro di Forza Italia sia Lillo, e non ancora Biancofiore (e dunque Bertoldi). Intanto, dalla sua pagina facebook, quest’ultimo fa mostra di avere già assorbito il colpo e scrive: “Preferisco occuparmi di ciò che interessa davvero alla gente”. Sarebbe una buona intuizione. Peraltro la stessa di Lillo. La sensazione è che nessuno dei due riuscirà a metterla in pratica.
Buona la prima
Mi complimento con te Gabriele, anche se ci sono diverse imprecisioni, ma d'altronde con un pezzo così lungo non può che starci! Magari un giorno davanti ad una tazzina di caffè mi racconto meglio di cmd lo hai fatto tu, che comunque ti sei avvicinato molto.
Una sola cosa voglio precisare, il partito non è mio e non lo sarà mai, il partito è degli elettori che ne decidono i leader e la linea. Io come loro (gli elettori) faccio la mia parte o (almeno ci tento)
Bah...
Si potrà anche essere più o meno berlusconiani, ma se lo si è si decide di essere colleghi di personaggi come Scillipoti, dell'Utri, Cosentino ecc... Chissà forse se la provincia di Bolzano sarà la prima a deberlusconizzarsi, dopo la caduta dei partiti di destra alle ultime elezioni, nascerà un vero centrodestra SERIO tipo CDU/CSU tedesco.... ma la vedo dura....