Società | L'opinione

“Un referendum selvaggio”

Secondo il presidente del Comitato provinciale per le comunicazioni senza regole precise, Benko docet, le consultazioni popolari possono avere conseguenze disastrose.

Si dice spesso che il tempismo sia tutto, nella vita. Da pochi giorni si è chiusa la consultazione popolare sul PRU del quadrilatero di via Alto Adige e mentre sotto il cielo della politica bolzanina c’è chi esulta e chi, amareggiato, incassa il colpo, anche il garante della legge sulla par condicio, Roland Turk, interviene sulla questione affermando che senza una regolamentazione di legge non è possibile che su questioni scottanti emerga una panoramica equilibrata e pluralista delle opinioni. La consultazione sull’operazione Kaufhaus rientra in questo contesto, in quanto non rispondeva ai criteri previsti dalla legge sui referendum, dando il via a un tipo di propaganda del tutto particolare.


Roland Turk

“Questo referendum selvaggio - commenta il presidente del Comitato provinciale per le comunicazioni - rappresenta il primo caso in Alto Adige che permette di verificare gli effetti negativi di consultazioni non regolamentate”. Motivo per cui la legge sulla par condicio è estremamente necessaria.
Per esempio, se in caso di referendum sottoposti a regole possono diffondere pubblicità elettorale solo gruppi di interesse e partiti che hanno un interesse oggettivo al loro posizionamento sulla questione in gioco, nel caso "Benko" hanno invece diffuso pubblicità in maniera massiccia persone che avevano un interesse soggettivo alla realizzazione del complesso edilizio.

Il Comitato provinciale per le comunicazioni fa poi riferimento a ulteriori regole per una propaganda elettorale regolare: per esempio, secondo la legge sulla par condicio i media come giornali o portali online non possono fare sconti legati alla quantità degli annunci pubblicitari elettorali, e i partiti in competizione possono presentare le loro posizioni addirittura gratuitamente alla radio e in televisione. Infine, nella fase finale, ovvero durante la votazione, la propaganda elettorale è fondamentalmente vietata, il che impedisce che venga esercitata un'influenza sul quorum e sulla percezione da parte di elettori ed elettrici, in grado di cambiare gli esiti della consultazione all'ultimo momento. Tutte regole che nel caso del referendum consultivo su “Benko” non sono state applicate. Duro il commento di Marialaura Lorenzini dei Verdi: “La normativa comunale, nel caso di specie, è stata palesemente violata, nel silenzio di chi invece avrebbe dovuto, per legge, far adempiere il rispetto del confronto”. Le fa eco, sarcastico, Guido Margheri (Sel): “Toh! Qualcuno se n'è accorto... che la cosiddetta ‘consultazione popolare’ sul progetto Benko era anomala... dopo!”.

Alzi la mano chi conosceva la figura che ricopre il sig. Roland Turk! E chissà quanti soldi guadagna! Ma dov'era fin'ora?
Comunque qualcuno può ricordare al signore che la questione andava avanti da circa 3 anni? E che tutti in questo lasso di tempo si erano fatti un'idea, tanto che la maggioranza non ha voluto esprimersi?
Questa è la tipica politica di chi si ferma sui dettagli e non bada alla sostanza!

Gio, 04/07/2016 - 08:40 Collegamento permanente

Absurdes Theater im Nachhinein. Die Befragung (kein Referendum)
wurde laut Art 60 des Gemeindestatuts abgehalten. Wenn dies dem Herrn
Turk nicht passt, dann sollte er gefälligst VORHER seine Meinung sagen.
Was den Komissar wahrscheinlich aber nicht davon abgehalten hätte getreu dem Gesetz die Sache durchzuziehen.

Gio, 04/07/2016 - 11:00 Collegamento permanente