Politica | Secessione

Dalle parole ai fatti

È possibile immaginarsi un Sudtirolo indipendente sulla base di un coinvolgimento attivo di tutti i gruppi linguistici residenti in provincia? Uno studio afferma di sì, senza però confrontarsi veramente con la situazione locale.
Foto: Garten der Begegnung

Stamani il movimento Süd-Tiroler Freiheit ha presentato a Bolzano uno studio compilato dal Professor Peter Hilpold (Università di Innsbruck) intitolato “Das Selbstbestimmungsrecht der Völker und seine praktische Anwendung – unter besonderer Berücksichtigung Südtirols”. Secondo lo studio, la secessione dovrebbe scaturire dalla radicalizzazione della sussistente legislazione autonomistica (“Aus einer Autonomiesituation heraus kann sich das Streben nach Eigenstaatlichkeit verfestigen”), legislazione vista quindi non come punto di arrivo, bensì di partenza per la ridefinizione del quadro istituzionale entro il quale andrebbe a collocarsi il Sudtirolo futuro. Il punto di svolta è costituito da un rafforzamento dell’identità particolare del territorio ottenibile sulla base dell’azione congiunta e volontaria di tutti i gruppi che vi risiedono. Il fatto che in Sudtirolo vivano però gruppi linguistici finora assai restii ad elaborare questo senso di comune appartenenza territoriale non è giudicato da Hilpold un ostacolo insormontabile. Probabilmente perché alla particolare situazione locale (nonostante il riferimento del titolo) lo studio non dedica il necessario approfondimento.