A.A.A. cercansi insegnanti di italiano, muniti di patentino
Nei giorni scorsi l'Intendenza scolastica tedesca ha proceduto all'assegnazione degli incarichi a tempo indeterminato volti a ricoprire le cattedre in organico. Come accade ogni anno però anche in questo 2013 sono stati assegnati soltanto 97 incarichi a fronte delle ben 285 cattedre ancora libere.
I grandi assenti nelle graduatorie anche in questo frangente sono stati gli insegnanti di seconda lingua (italiano) dotati dei requisiti necessari per ottenere l'incarico "in ruolo".
In questo senso i numeri forniscono un quadro impietoso. Per quanto riguarda la L2 italiano nella scuola primaria di primo grado (elementari) gli incarichi assegnati sono stati infatti 13 sui 73 disponibili. Ancora più "grave" la situazione nelle primarie di secondo grado (medie) dove gli incarichi si sono contati sulle dita di una mano (2) rispetto ai 39 previsti in organico. Unica a non rappresentare un problema è stata la scuola secondaria (superiori) dove però la cattedra disponibile era solo una ed è stata fortunatamente assegnata.
Per chiarirci le idee in merito abbiamo contattato il direttore dell'Ufficio assunzioni del personale insegnante presso l'Intendenza scolastica tedesca Stefan Tschigg che ci ha confermato la dimensione del problema.
«La carenza di insegnanti di italiano L2 è dovuta sicuramente al fatto che per questa categoria di persone è richiesto il possesso del patentino di bilinguismo» - ci ha detto, ricordando che «per la scuola primaria è valida la laurea in Scienze della Formazione Primaria che può essere conseguita ovunque in Italia, ma ci vuole appunto questo benedetto patentino per poter essere assunti in ruolo.»
E i posti che rimangono vuoti, come vengono ricoperti? «Con le supplenze a tempo determinato, ma anche lì si verifica la stessa situazione, perché il vincolo del patentino esiste anche per chi viene assunto con tutti i requisiti sulla base della graduatoria. E' un problema che si presenta ogni anno ed i numeri sono più o meno gli stessi. Quando si esauriscono le graduatorie poi, i dirigenti, per garantire l'insegnamento, possono anche assumere personale senza il patentino che abbia fatto domanda direttamente agli istituti.»
Insomma, la scuola tedesca ha sempre più bisogno di italiani. E la situazione è davvero paradossale: siamo in un periodo di crisi, il lavoro c'è, ma ancora una volta l'esame di bilinguismo rappresenta un muro, un ostacolo invalicabile sia per gli insegnanti "autoctoni" e che per quelli che vengono dal resto del territorio nazionale. Ma quali sono le motivazioni che rispettivamente spingono ad insegnare italiano nelle scuole tedesche o, molto più spesso a quanto pare, ostacolano questa scelta?
«I motivi per cui uno va a lavorare nella scuola tedesca sono legati a scelte personali e possono essere vari; certo è che il posto di lavoro è ottimo e che la situazione da questo punto di vista è anche in parte anomala, visto l'elevato numero di posti disponibili» ci ha risposto Tschigg. Per il direttore dell'ufficio personale dell'Intendenza tedesca a scoraggiare è anche senz'altro il fatto che «i posti di lavoro non si trovano nei centri urbani, ma spesso in periferia».
Dunque che fare per invertire la tendenza e soprattutto aiutare i possibili interessati a superare in particolare l'ostacolo dell'esame di bilinguismo? Il tema è delicato e dall'Intendenza scolastica non sono trapelate, nonostante la nostra insistenza, notizie in merito ad un eventuale incremento negli ultimi anni dell'"immigrazione" di insegnanti dal resto d'Italia, personalmente per un motivo o per l'altro a conoscenza della lingua tedesca.
Certo è che recentemente l'Area Pedagogica (ex Istituto Pedagogico) di lingua tedesca si è data da fare organizzando dei corsi di tedesco per agevolare i docenti d'italiano privi dell'attestato di bilinguismo.
«I corsi di tedesco per gli insegnanti di L2 italiano verranno senz'altro rafforzati nei prossimi anni» ci ha detto Stefan Tschigg, ricordando che «l'amministrazione provinciale in questo senso darà senz'altro il suo contributo».
Quando il lavoro cerca i lavoratori!
È possibile che non si trovino giovani laureati italiani in scienza della formazione in grado di superare il patentino A? A quarant'anni dallo Statuto di Autonomia ( e a quasi cento anni della presenza italiana in Alto Adige/Südtirol) non meritiamo ancora la sufficienza!!
il problema non è solo il patentino
Il problema non è solo il patentino. Il fatto è che tutti hanno studiato qualcos'altro all'università e preferiscono insegnare la materia che hanno studiato. Io per esempio, ho il patentino, ho anche l'abilitazione in italiano L2 e infatti l'ho insegnato per nove anni, però essendo laureata in Filosofia ed essendo quest'ultima la mia grande passione, appena ho potuto ho iniziato a insegnare questa materia, anche se da precaria.
Perché non ci interessa insegnare l'italiano ai "tedeschi"?
Cari Alberto e Rosanna, i vostri interventi mi spingono a rilanciare con una riflessione. Per superare i muri ancora esistenti non sarebbe appunto importante avvicinare chi sta dall'altra parte del muro approfittando maggiormente dell'occasione di entrare dalla porticina, neanche così stretta, che dà occasione agli "italiani" di entrare nella scuola "dei tedeschi"? La vogliamo incentivare finalmente e con forza (anche politicamente) questa occasione?
In risposta a Perché non ci interessa insegnare l'italiano ai "tedeschi"? di Luca Sticcotti
sì
Sì Luca, sarebbe il caso, ma mi piacerebbe farlo con la mia materia. Mi piacerebbe insegnare Storia e Filosofia nella mia lingua in una scuola bilingue. Abbiamo già attivato degli scambi tra docenti delle stesse materie tra scuole parallele. Io, per esempio, vado per un periodo al liceo scientifico di lingua tedesca di Merano e insegno storia in italiano per circa 10 ore e il collega del liceo tedesco viene da noi e svolge anche lui circa 10 ore di storia in tedesco. Si tratta di una piccola goccia, sono solo progetti a tempo. Mi piacerebbe ci fosse qualcosa di più duraturo e anche di più stabile perché questo dipende dalla nostra volontà e non è fisso. Insegnare la propria materia in una scuola bilingue o tedesca per uno scambio è un conto, ma insegnare la seconda lingua è un altro. Senza contare che l'insegnamento di quest'ultima può essere molto frustrante perché si porta dietro tutte le beghe etniche... studenti che ti vedono sempre come "il diverso", "l'altro", colleghi e genitori che ti accusano del fatto che i ragazzi non passano il patentino anche se loro parlano l'italiano molto meglio di come tu parli il tedesco....