Spero che ci sia il cambio…
Spero che ci sia il cambio di guardia alle prossime elezioni. La città ne ha bisogno.
Sono in pochi a Merano (e non solo ) a conoscere la storia della comunità russa a cavallo tra otto e novecento e del complesso “Borodine” (più noto come Zarenbrunn) molto ben raccontati nella pubblicazione “La colonia russa a Merano”, a cura di Bianca Marabini Zoeggeler e Michail Talalay edito da Raetia. Le cronache se ne sono occupate quando il complesso, composto dalle due ville e dalla chiesa di San Nicola Taumaturgo, è stato interessato da cambi di proprietà.
E cioè nella seconda metà degli anni ottanta quando, finito all’asta, il complesso fu comprato dal Comune che lo salvò così dalla speculazione edilizia, nel 2013 in occasione della sua vendita alla provincia e a seguire quando si dovette decidere della nuova destinazione degli immobili.
Va detto che la destinazione originaria di Villa Borodine e Villa Mosca (divenute in seguito Villa San Pietroburgo/St. Petersburg e Villa Caterina/Katharina) era sociale, ovvero pensionato per russi non abbienti, e che tornò ad essere tale dopo l’acquisizione all’asta da parte del Comune che lo destinò ad alloggi protetti per anziani.
Fu l’interesse manifestato da Durnwalder nel primo decennio degli anni 2000, all’epoca molto attivo negli scambi economico - culturali con la Russia (ricordiamo tutti nel 2010 in occasione del “ripristino” della tratta Mosca – Nizza l’accoglienza calorosa dei massimi vertici istituzionali ai passeggeri moscoviti scesi a Bolzano) a far presagire una destinazione diversa per lo Zarenbrunn attraverso la neo nata “fondazione Borodina”.
"Non è chiaro il motivo per cui questo progetto con il suo nobile obiettivo faccia litigare l’esecutivo meranese"
Perfezionata l’operazione di vendita, dopo che il Comune ebbe provveduto a liberare gli stabili spostando gli anziani ivi ospitati in altre strutture di sua proprietà o a sua disposizione, la Provincia dopo lunghe trattive arrivò nel tardo autunno del 2021 alla stipula di una convenzione con Mosca per un affido trentennale gratuito di tutto il complesso alla “Borodina” a fronte di cospicui investimenti per la sua ristrutturazione. L’invasione dell’Ucraina all’inizio del 2022 sancì lo stop e poi la decadenza della convenzione.
Mi preme però ricordare che nelle more della sopraddetta convenzione c’era stato nel 2017 il tentativo da parte della Provincia di destinare uno degli edifici ai profughi minorenni, tentativo subito stoppato dai mugugni dei vicini uniti alla ferma opposizione della presidente del centro Borodina, sostenuta da Durnwalder, e ad una lettera firmata da una serie di personalità che deplorava la decisione e affermava che avrebbe portato a conoscenza di quanto stava accadendo le autorità russe, italiane e la diplomazia che si occupava delle relazioni fra i due paesi.
Questo episodio mi è tornato alla mente proprio in questi giorni in cui villa Katharina, tornata alla ribalta della cronaca come possibile destinazione di una “ casa delle opportunità”, ha incontrato l’esplicita contrarietà del sindaco in aperto contrasto con la Provincia e la vicesindaca.
E’ infatti la Provincia, proprietaria dello stabile che, accogliendo il progetto proposto dal Burgraviato, intende offrirlo come alloggio temporaneo a giovani adulti in situazioni di precarietà abitativa, nonché a genitori o single con figli in situazioni di emergenza, per favorirne il reinserimento sociale attraverso progetti di integrazione lavorativa . “ E’ un’opportunità offerta a queste persone di ritrovare la strada verso una vita autonoma” (parole dell’assessora Rosmarie Pamer).
Non è chiaro il motivo per cui questo progetto con il suo nobile obiettivo faccia litigare l’esecutivo.
"Eppure Merano non è solo wellness, corse di cavalli , settimane musicali, Wine festival, mercatini di Natale".
E’ una questione di “lesa maestà” quella che pone il sindaco, ovvero l’essere stato bypassato dalla Svp nei rapporti con la Provincia o non è invece la solita questione pelosa che “essendo un edificio di pregio” (parole del primo cittadino) merita un’ altra destinazione?
Insomma le persone in difficoltà è meglio collocarle altrove, in luoghi decentrati, lontani dagli occhi dei più. Eppure Merano non è solo wellness, corse di cavalli , settimane musicali, Wine festival, mercatini di Natale.
Nella rinomata città di cura/Kurort ci sono sacche di povertà ed emarginazione e per una volta che la Provincia non investe solo nelle Terme, nel Trauttmansdorff, nell’ippodromo, nel tunnel ma si occupa degli ultimi il sindaco punta i piedi? E’ davvero incomprensibile questa sua posizione.
Spero che ci sia il cambio di guardia alle prossime elezioni. La città ne ha bisogno.