Giocosa genialità
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Kent Nagano sul podio della Haydn, Mari Kodama quale solista, musiche di Haydn e Ligeti: si annunciava così uno dei programmi più affascinanti della stagione sinfonica dell’orchestra regionale.
I primi suoni sono stati quelli dei cento metronomi del Poema sinfonico di Ligeti. Settati a diverse velocità, caricati non troppo, fatti partire, per alcuni minuti hanno offerto un panorama sonoro che dal cluster iniziale sfumava nel “ solo” dell’ultimo metronomo attivo. -
Un vero peccato che le fasi iniziali di questo affascinante gioco siano state accompagnate dal mormorio di una parte minoritaria ma significativa del pubblico, frutto forse dell’imbarazzo di questa parte, certamente fastidioso e imbarazzante per l’altra. Il gioco immaginato dal geniale compositore ungherese a saperlo giocare è serio come lo sono i più bei giochi dei bambini. Peccato.
Dopo è stata la volta di Mari Kodama, pianista giapponese. Il primo brano che ha proposto è stato il numero 11 di “Musica ricercata”, una raccolta di 12 brani pianistici a firma di Ligeti basati su un gioco compositivo raffinato. Il numero 1 presenta l’elaborazione di una unica nota che solo alla fine, a sorpresa, trova la sua “risoluzione” in un secondo suono. Il numero 2 della raccolta è invece basato su tre suoni, e così via, fino a utilizzare per il n.11 il totale cromatico di 12 suoni. Con professionalità Mari Kodama la offerto la propria versione del numero 11. -
Meno convincente ci è parsa la sua interpretazione della Sonata in do maggiore di Haydn. Mari Kodama non ha offerto la grazia, leggerezza, giocosità che a nostro avviso caratterizza questa musica per tastiera di “papà” Haydn, e la partitura non presenta le note che possono sorreggere un’interpretazione di aspirazione romantica. In ogni caso il pubblico ha omaggiato l’interprete con applausi prolungati.
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E’ stata poi la volta, finalmente, dell’orchestra e di Kent Nagano. Il concerto per pianoforte e orchestra di Ligeti è un capolavoro, fatto di combinazioni timbriche e ritmiche che ci rammentano le capacità di alcuni, la possibilità per tutti, di immaginare nuovi mondi, non solamente sonori. Con la direzione del Maestro giapponese l'Orchestra Haydn ha offerto una affascinante e appagante versione di questo caleidoscopio sonoro. Gli applausi hanno salutato tutti i protagonisti, Mari Kodama e Kent Nagano innanzitutto, e gli orchestrali, alcuni chiamati a passi solistici tanto “scoperti” quanto impegnativi.
Infine, dopo l’intervallo, è stata presentata la Sinfonia n.102 di Haydn. Dopo la musica di Ligeti non è semplice tornare al passato, alla società in cui i viaggi erano fatti in carrozza, il dentista era una sorta di benevolo torturatore. Non è facile insomma farsi disorientare da un passaggio cromatico, sorprendersi per una modulazione ad un tono lontano, per la ripresa inaspettata di un motivo. Ma è possibile. Il senso della forma di Kent Nagano materializzato nei suoni dei professori dell’orchestra ce ne hanno offerto dimostrazione. Lunghi e calorosi battimani hanno reso omaggio a direttore e orchestrali.
Ci auguriamo altri programmi di tale interesse.
A margine, una annotazione. Informandoci in previsione del concerto, in internet abbiamo appreso che Mari Kodama è coniuge di Kent Nagano. Ci pare che presentare quale solista del Concerto e anche protagonista di altri due brani la coniuge dell’acclamato direttore sia stata, per questa occasione, una scelta inopportuna.