Disoccupazione, è record storico
La fuga dei cervelli, la gerontocrazia, la disoccupazione, argomenti di stringente priorità che sono amaramente diventati ormai luoghi comuni di un paese in terapia intensiva. L’ultimo dato, allarmante, arriva dall’Istat: a novembre il tasso di disoccupazione è cresciuto di 0,2 punti percentuali rispetto a ottobre, raggiungendo il 13,4% (3 milioni 457mila), il picco più alto registrato sia dall’inizio delle serie mensili (partite nel gennaio 2004) sia di quelle trimestrali, pubblicate dal 1977. Preoccupante anche il dato che riguarda i giovani senza lavoro: sono infatti 729mila – 18mila in più nell’ultimo mese (+2,5%) e 63mila in più rispetto a un anno prima (+9,4%) – gli under 25 a caccia di un impiego, il 43,9% per l’esattezza. In questo scenario sconfortante, tuttavia, una flebile speranza riguarda il numero di inattivi che diminuisce dello 0,1% rispetto al mese precedente e del 2,2% rispetto a dodici mesi prima.
Tutt’altra storia nella Germania di Angela Merkel che al contrario festeggia un nuovo primato positivo: nell’ultimo mese del 2014 i disoccupati scendevano di 27mila persone con il tasso diminuito al 6,5% (meno della metà di Roma). La disoccupazione nell’Eurozona, invece, si attesta a quota 11,5% nel mese di novembre così come lo era stato in ottobre, con un leggero calo rispetto all’anno scorso quando era all’11,9%. Sempre a novembre, in tutta Europa il numero dei senza lavoro è stato pari a 24,423 milioni, di cui oltre 18 milioni registrati nei Paesi che adottano l’euro.
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