Toponomastica: ecco il monito della SVP
Ieri la SVP ha reagito in modo molto energico all decisione del PD di ‘congelare’ il suo dissenso interno in merito alla forma più adeguata da dare alla norma di attuazione sulla toponomastica in discussione in Commissione dei 6. Rinnovando il mandato a mediare ad oltranza (ri)assegnato a Francesco Palermo.
In merito Il primo a prendere posizione è stato il Landehauptmann Arno Kompatscher, dicendo senza mezzi termini che “una norma di attuazione senza priva di elenco allegato non è accettabile”. Anche se in ogni caso la SVP valuterà una nuova proposta del senatore Palermo.
A seguire a scendere in campo è stato l’Obmann della Stella Alpina Philipp Achammer, con un documento stizzito intitolato “Non ci faremo dettare le condizioni per l’unitarietà”, con tanto di punto esclamativo. E respingendo al mittente le accuse di continuare a rilanciare per ottenere sempre di più (“Ein Kompromiss besteht nicht darin, den Anderen möglichst weit in die eigene Richtung zu ziehen”).
Il segretario della del partito di raccolta precisa che la SVP non è disposta a rinunciare agli accordi presi tra Durnwalder e Fitto e Durnwalder e Delrio.
Affermando che il PD con il suo atteggiamento “rischia di pregiudicare un percorso durato decenni”. Secondo Achammer la Volkspartei non ha mai tenuto una posizione intransigente, manifestando la sua disponibilità a giungere ad un compromesso per arrivare finalmente ad un risultato.
“La SVP non si mai fatta dettare i termini dell’accordo e tanto meno intende farlo ora”, mette in guardia Achammer. Aggiungendo una frase ad effetto che suona come un vero e proprio monito per il PD locale.
“Ciò che è buono a livello statale sia per un primo ministro di centro-destra che per per un centro-sinistra ministri a livello statale, deve poter essere accettabile anche a livello locale"
Philipp Achammer afferma che la norma di attuazione attualmente in discussione in Commissione dei 6 è giunta stata sostenuta sia dal Landeshaptmann che dal senatore Karl Zeller, con lo scopo di “tener conto delle sensibilità di tutti i gruppi linguistici”.
Ed osservando che con tutte le forze ora va scongiurata la “una grave battuta d’arresto per un percorso che finalmente dopo anni per la prima volta vede davanti a sé la possibilità di una soluzione condivisa”.