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5 Stelle o 4 Gatti?

Gli attivisti del movimento di Beppe Grillo stanno catalizzando da tempo la simpatia di chi vede nella politica un malaffare da affrontare con metodi drastici. Ma è la stessa drasticità con la quale il leader tiene in pugno le redini del movimento a costituire un rischio per la sopravvivenza del progetto politico da lui varato.

“Se va avanti così lo chiameranno il Movimento 4 gatti, altro che 5 stelle”. Il commento di un lettore del Corriere online coglie un sentire diffuso. Non è facile restare all'interno del movimento creato (e gestito in modo autoritario) da Beppe Grillo. Lui si giustifica dicendo che se allentasse le briglie il suo progetto politico rischierebbe di dissolversi. Certo è che anche tenendole così tirate le defezioni (accentuate dalle espulsioni) stanno comunque dando l'impressione di una crisi profonda.

Ieri (6 marzo) è arrivata la notizia dell'espulsione di altri cinque senatori (Bencini, Bignami, Casaletto, Mussini e Romani), che avevano peraltro già rassegnato le proprie dimissioni. Laconico il commento del leader, ovviamente pubblicato sul suo blog: “I senatori dimissionari si sono isolati dal MoVimento 5 Stelle e non possono continuare ad esserne rappresentanti ufficiali nelle istituzioni”.

Chi sono i dimissionari e gli espulsi

Una situazione che a Bolzano non sembra però impensierire Paul Köllensperger, il Consigliere provinciale che rivendica la paternità dell'operazione trasparenza sui privilegi previdenziali degli ex Consiglieri regionali: “Il Movimento 5 stelle – scrive in una nota – è l'unica forza politica che ha la credibilità per avviare un radicale cambio di rotta che porti alla cancellazione dei vergognosi privilegi sin qui coperti da tutti gli altri partiti”. E annuncia: “Il Movimento 5 Stelle del Trentino Alto Adige intende andare oltre: i suoi rappresentanti presenteranno nelle prossime settimane un disegno di legge che cancelli definitivamente ogni privilegio attribuibile alla legge sui vitalizi e alla legge 6 del 2012. Non è pensabile che si continui a definire come “diritti acquisiti” le erogazioni delle pensioni d’oro: come ha chiaramente sostenuto l’avvocato Di Francia, Garante del Contribuente trentino, non si tratta nemmeno di diritti, in quanto privi dei necessari requisiti di equità e ragionevolezza”. Sempre che Beppe Grillo non gli metta il bastone tra le ruote.