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Lub, promozione da Almalaurea

Entrano presto nel mondo del lavoro grazie agli stage, trascorrono un periodo di studio all'estero, parlano tre lingue. Uno studio del consorzio interuniversitario dà qualche numero.
Tre Flip: „Jaguar“ (Artwork)
Foto: Tre Flip

La disoccupazione giovanile dilaga, la concorrenza tra i ragazzi per un posto si fa via via sempre più serrata e quindi la formazione per chi cerca di entrare nel mondo del lavoro riveste un ruolo decisivo. Uno studio approfondito realizzato da AlmaLaurea, consorzio che racchiude 64 atenei italiani, riporta un'immagine piuttosto positiva dei neolaureati usciti dalla Libera Università di Bolzano. “XV Indagine sul profilo dei laureati 2012” è il titolo di questo studio che ha coinvolto 227mila neodottori, di cui 638 “altoatesini” (ma sono 618 quelli che hanno risposto alle domande del questionario).

Vediamo qualche dato. Intanto la Lub non sembra essere un ateneo per eterni studenti sovvenzionati da genitori troppo accondiscendenti, considerando che oltre ¾ – il 77,4 per cento, per la precisione – dei neolaureati 2012 hanno concluso i loro studi in corso (sono il 40,7 a livello nazionale), il 14,9 con un anno di ritardo, il 4,1 con due e via via i vari ritardatari con percentuali però quasi insignificanti. Gli studi vengono completati in media in 3,7 anni, un'ottima performance statistica, soprattutto se rapportata al dato nazionale di un anno esatto in più (4,7).

Un elemento importante per essere competitivi nel mercato del lavoro riguarda poi le esperienze professionali già maturate: l'80,6 per cento degli studenti laureati a Bolzano nel 2012 ha svolto tirocini, stage o un lavoro riconosciuto dal corso di laurea (è fermo al 56 per cento il dato nazionale). Niente studenti chiusi nella torre d'avorio dell'università, impermeabile alla società e soprattutto all'economia che si trova fuori dai portoni di ingresso, dunque.

Sono naturalmente buone anche le competenze linguistiche sviluppate in un ateneo costituzionalmente trilingue. E in questo senso la Lub si conferma un'istituzione con le radici ben piantate nel territorio che lo ospita, ma che al contempo ha una visione più ampia. I dati che confermano questo doppio binario sono due: i laureati residenti nella stessa provincia della sede degli studi (52,5 per cento il dato nazionale, 70,1 per cento quello relativo a Bolzano) e quello dei laureati provenienti dall'estero: il 10,8 per cento, mentre nel resto d'Italia la quota è ferma a un desolante 0,8.

E gli studenti cosa ne pensano? Christian Balzamà ha 24 anni, è bolzanino, frequenta la facoltà di Design e per molti aspetti nelle fredde statistiche sopraelencate lo possiamo ritrovare. “Sono uno studente-lavoratore, insegno danza moderna”, spiega con legittimo orgoglio. Poi continua: “Entrare presto in contatto con il mondo del lavoro tramite stage o tirocini è naturalmente molto importante. Contatti con aziende o studi si sviluppano già mentre si lavora ai progetti del nostro corso di studi e alcuni di noi, tramite i professori o anche da soli organizzano mostre... tutto aiuta per creare una rete di conoscenze e aumentare la nostra professionalità per il futuro”. Ma il futuro come lo vede un giovane studente? A tinte fosche? “Non bisogna scoraggiarsi e credo che saremo competitivi nel mercato del lavoro, la formazione che riceviamo qui è a 360 gradi: tecnica, attenzione al prodotto, parte pratica...”.