"Non sprechiamo questa occasione"
Ospite del Forum Democratico per l’ultimo appuntamento prima della pausa estiva, il senatore Francesco Palermo ha parlato ieri (6 giugno) dei tre principali cantieri legislativi ancora aperti e dai quali potrebbe scaturire un nuovo assetto istituzionale, sia a livello nazionale che locale. “Stiamo vivendo una fase molto interessante, produttiva, ma ovviamente anche rischiosa. Nei prossimi giorni affronteremo alcuni passaggi importanti e dunque è essenziale capire bene di cosa si tratta”.
I “tre cantieri” riguardano essenzialmente la riforma costituzionale nazionale (da martedì comincerà in Parlamento la votazione sugli oltre 5000 emendamenti presentati), la riforma dello statuto di autonomia e la questione legata alle norme di attuazione. Tre scenari formalmente diversi ma in realtà da considerare nelle loro relazioni reciproche.
Palermo usa la metafora del treno da non perdere per spiegare soprattutto perché adesso sia necessario insistere al fine di allestire una cornice entro la quale discutere della riforma dell’autonomia: “Se sprecassimo questa occasione, se lasciassimo cioè chiudere i processi che stanno adesso avvenendo a Roma senza definire una nostra posizione sugli assetti fondamentali della nostra autonomia, dopo sarebbe molto più difficile recuperare”.
Dopo aver parlato delle difficoltà incontrate nella capitale, dove “l’enorme mole dell’attività legislativa impedisce poi che vengano raggiunti risultati significativi sul piano delle riforme”, molta parte dell’incontro è stato così speso per definire ancora una volta ruolo, forma e tempistica della convenzione alla quale Palermo attribuisce un’importanza strategica decisiva. “La provincia di Bolzano e quella di Trento dovrebbero dotarsi già entro l’autunno di una legge che nomini due commissioni, che io chiamo convenzioni, formate rispettivamente da una ventina di persone. La composizione dovrà essere mista, con rappresentanti della politica, espressione anche dei partiti di minoranza, ed elementi della società civile. Loro avranno il compito di fissare per così dire il perimetro entro il quale poi avverrà il confronto sui temi specifici. Alla fine il Consiglio regionale licenzierà un nuovo statuto di autonomia”.
Una rivoluzione? “No – afferma con pragmatismo Palermo -, non abbiamo bisogno di una rivoluzione, ma semmai di una manutenzione. L’essenziale è definire in modo più rigoroso le competenze che ci permettano di salvaguardare il nostro spazio istituzionale da eventuali, e comunque sempre possibili, involuzioni centralistiche”. Fatto questo, aggiunge il senatore, ci sarà modo di affrontare anche con maggiore serenità tutti quei nodi irrisolti (proporzionale, toponomastica, educazione plurilingue) che finora ci hanno bloccato in discussioni perlopiù sterili.