I nodi e il pettine
I postumi della decisione di Pietro Marangoni di lasciare il Consiglio di amministrazione della Fondazione Castelli di Bolzano rimbombano negli ambienti della politica cittadina. Nodo della questione, riportata da salto.bz, il fatto che l’addio di Marangoni fosse dovuto alla maturazione di un’incompatibilità “per motivi etici” con il presidente Helmuth Rizzolli, così come aveva scritto il diretto interessato nella sua lettera di dimissioni recapitata al sindaco Renzo Caramaschi.
Un attestato di solidarietà nei confronti dell’ormai ex consigliere della Fondazione arriva dal Movimento 5 stelle locale “nella speranza che questa sia l’occasione per fare finalmente chiarezza sulla lunghissima gestione del suo padre-padrone. Noi da un anno a questa parte ci abbiamo insistentemente provato, con diverse interrogazioni che hanno portato a un’ispezione del Comune i cui risultati saranno a breve disponibili; abbiamo fatto le pulci al bilancio della Fondazione ed espresso nelle competenti sedi istituzionali le nostre perplessità su diverse voci di spesa (un esempio su tutti: un magazzino-libri contabilizzato per 125mila euro!), sulla gestione del personale, sugli incarichi esterni”.
Confidiamo che le dimissioni di un galantuomo come Pietro Marangoni siano la classica goccia che fa traboccare il vaso e che finalmente la giunta presti la dovuta attenzione ai molti campanelli di allarme che nel tempo abbiamo segnalato
Da mesi, prosegue la nota dei pentastellati, sono state avanzate critiche in commissione attività economiche e “rivendichiamo il fatto di essere stata l’unica forza politica a non aver votato favorevolmente il finanziamento comunale alla Fondazione”. In nome della trasparenza il M5s confida quindi che “le dimissioni di un galantuomo come Pietro Marangoni siano la classica goccia che fa traboccare il vaso e che finalmente la giunta presti la dovuta attenzione ai molti campanelli di allarme che nel tempo abbiamo segnalato. Noi da parte nostra continueremo a vigilare: qualsiasi confusione di interessi pubblici e privati è inammissibile”.
A chiedere chiarezza - quasi a onorare involontariamente l’intesa legastellata siglata in Parlamento - era stato ieri anche il consigliere comunale del Carroccio Carlo Vettori: “La Fondazione Castelli dietro la patina dorata nasconde qualche scheletro nell’armadio? Visti i molti contributi elargiti dall'amministrazione comunale sarebbe il caso che venga fatta luce su quanto sta accadendo tra le mura dei manieri dell'Alto Adige”.