Ambiente | MONTAGNA

Risanato il rifugio più alto

Lavori quasi ultimati al "Gino Biasi al Bicchiere" che si trova a quasi 3.200 metri di quota, sopra il ghiacciaio di Malavalle.
Rifugio al Bicchiere
Foto: Asp

Conto alla rovescia per la riapertura della Becherhaus, il rifugio Gino Biasi al Bicchiere. I lavori di risanamento procedono spediti e l’inaugurazione, meteo permettendo, è prevista per il prossimo 16 agosto. Il rifugio (che, ha precisato in  l'Agenzia stampa è comunque già aperto, ndr) è “il più alto dell’Alto Adige”. È infatti situato sulla vetta del Bicchiere, un'altura sulla cresta meridionale della Cima Libera a quota 3195 metri, sopra il ghiacciaio di Malavalle nel Comune di Racines, nella parte altoatesina delle Alpi dello Stubai. Dal 2011 è un bene gestito dalla Provincia, in seguito al trasferimento della proprietà di 25 rifugi alpini da parte dello Stato. “Investiamo complessivamente circa 1,4 milioni di euro per valorizzare una struttura del patrimonio di tutti gli altoatesini”, fa sapere l’assessore Massimo Bessone attraverso una nota della Provincia. L’esecuzione degli interventi è a cura della ditta Mader Srl di Vipiteno, vincitrice dell’appalto, con le imprese subappaltatrici Trenkwalder&Partner Srl, Hofer&Zelger Snc e Unionbau Spa. "Il rifugio Gino Biasi al Bicchiere, inoltre, funge non solo da punto di riferimento per gli escursionisti esperti che vi trovano accoglienza, ma anche da vedetta sui cambiamenti climatici, fornendo utili informazioni per le misure da adottare”, ricorda l’assessore. Questo rifugio si trova, infatti, in mezzo all’area di ghiacciai più estesa dell’Alto Adige, circondata da vette oltre i 3.000 metri come il Pan di Zucchero, e la Cima Libera. 

Sistemazione quasi ultimata

Previsto il rinnovamento dell’involucro esterno dell'edificio e delle facciate in scandole di larice. Inoltre, viene rinnovata la copertura e rifatti gli infissi. All’interno è stata ampliata la “Stube” sul lato Est e la terrazza. Gli impianti tecnologici necessari e le opere connesse all’adeguamento alla normativa antincendio vengono completamente rinnovati. Gli adeguamenti interessano l’intera alimentazione elettrica, comprensiva dell’illuminazione LED, l’impianto fotovoltaico, incluso il sistema di accumulo batterie, l’impianto termoidraulico, l’antincendio, l’impianto per l’approvvigionamento e trattamento dell’acqua del ghiacciaio. È stato pure installato un impianto per lo smaltimento delle acque reflue, eseguito dalla ditta Rainer Bauunternehmung di Racines.

 

La storia

Il rifugio venne costruito nel 1894 dalla sezione di Hannover del Club Alpino Tedesco e Austriaco. Dopo la Grande Guerra fu assegnato alla Sezione CAI di Torino e in seguito ricostruito, ampliato e gestito dalla Sezione CAI di Verona. Il nome “Gino Biasi” si riferisce al capitano degli Alpini caduto in Russia nel 1942. Il rifugio è raggiungibile dalla val Ridanna e dalla val Passiria.