La ritirata dei ghiacciai
Come stanno i ghiacciai delle montagne altoatesine? Non bene dopo le ultime settimane di caldo, anche se prima di luglio la loro salute era molto buona. "Abbiamo avuto una primavera non solo molto lunga, ma piovosa e nevosa" ha commentato Roberto Dinale, dell'Ufficio idrografico della Provincia. Insomma il 2013 era iniziato bene, l'inverno si era protratto a lungo e le basse temperature che ci hanno accompagnati fino a giugno inoltrato hanno dato un po' di respiro ai ghiacciai.
"A giugno avevamo una situazione decisamente migliore se si considerano gli agli anni precedenti: c'è stato un accumulo di neve del 20-30% in più rispetto alla media" ha affermato entusiasta lo scienziato. L'accumulo di neve durante i mesi invernali è importante per la vita dei ghiacciai: col tempo e con il peso la neve si trasforma in ghiaccio, inspessendolo. Il "lavoro" fatto fino a due mesi fa dal lungo inverno potrebbe però andare perduto, secondo Dinale, che ieri era in Val Ridanna per verificare lo stato di salute dei ghiacciai di Malavalle e ha quindi notizie fresche sul loro stato di salute. "Per ora la situazione è stabile, ma abbiamo ancora due mesi di estate durante i quali, solitamente, i ghiacciai si sciolgono. Possiamo solo sperare nella clemenza del clima". Insomma, se agosto sarà meno afoso, l'anno potrebbe chiudersi con un piccolo segno positivo per i ghiacciai.
Ogni anno l'ufficio idrico collabora con altri enti nazionali e internazionali per studiare i ghiacciai, la loro profondità, la loro ampiezza e il ritiro del loro fronte. Ogni dieci anni circa, inoltre, viene fatto un vero e proprio censimento; l'ultimo risale al 2006 e non ha fotografato una situazione felice. "In Alto Adige nel 2006 avevamo poco più di 90 chilometri quadrati di ghiacciai. Un terzo rispetto al 1850, decennio in cui si è conclusa l'ultima piccola era della glaciazione, iniziata sul finire del medioevo" commenta Dinale. Il fattore più preoccupante è però la rapida accelerazione che lo scioglimento sta prendendo negli ultimi anni. In un decennio abbiamo perso oltre 10 chilometri quadrati di ghiacciai ad alta quota.
La situazione dell'Alto Adige è in linea con il panorama mondiale: ovunque i ghiacci si ritirano, con gravi conseguenze anche per il genere umano. "Dalle dimensioni dei ghiacciai dipendono molte cose, non ultima la disponibilità idrica" ha sottolineato il ricercatore che ritiene importante studiare i ghiacciai in quanto "cartine di tornasole della situazione climatica. Ci aiutano a comprendere il clima e ci forniscono informazioni utili per elaborare modelli matematici in previsione del nostro futuro".