Benvenuti al motodromo Appiano-Mendola. Partenza 400 mt slm, arrivo 1365 slm, dislivello 965 mt., ingresso libero per i partecipanti e per chi li osserva. E per chi li ascolta, da dentro i boschi intorno.
Il Gran Premio va in onda ogni giorno. Da metà marzo circa a circa fine settembre. Non c'è un orario preciso. I picchi si raggiungono attorno alle 11 di mattina e dopo le 2 di pomeriggio.
Sono 15 km che portano dal Maxi Mode presso Appiano al passo della Mendola. Vi partecipano delle Honda e Yamaha o Ducati che nulla hanno a che vedere con Valentino Rossi e Marc Marquez. Sono privati, normali cittadini come noi. Molti austriaci e tedeschi, qualche italiano.
Non è una pista esclusiva. Sul loro tracciato trovano anche automobili, moto non-GP e biciclette. Tutti ostacoli più o meno fastidiosi sulla linea ideale che porta al sorpasso e al passo. Costringono al freno e impongono deviazioni improvvise. Non consentono di piegare al massimo e di chiudere la curva come si potrebbe. Proprio lì dove alla velocità di limiti non ce n'è. E nemmeno ai decibel.
Per i ciclisti le moto GP sono un autentico incubo. Avanzano piano e sanno che da un momento all'altro il boato si alzerà dalla curva di sotto. L'attimo dopo arriverà il sorpasso, una fucilata di aria compressa e motore aperto che li schiaccerà contro la roccia. Passato il primo, ce ne sarà un altro; e ancora, a volte interi stormi in competizione tra loro.
Il pedalatore arriva in cima, beve qualcosa, gira la bici e in discesa talvolta è anche peggio. In discesa, per sua natura, la bicicletta in curva allarga e si avvicina alla corsia di chi sale: la moto GP, spesso, già piegata e ben oltre la linea di mezzeria.
Per i ciclisti le moto GP sono un autentico incubo. Avanzano piano e sanno che da un momento all'altro il boato si alzerà dalla curva di sotto. L'attimo dopo arriverà il sorpasso, una fucilata di aria compressa e motore aperto che li schiaccerà contro la roccia
Per chi pedala la Mendola sarebbe la salita più bella di tutto l'Alto Adige. Lunga ma non lunghissima, in gran parte all'ombra, ricca di curve e tornanti, non troppo larga, praticabile tutto l'anno, con una pendenza ideale per chi è un po' allenato; e anche per chi lo è un po' meno e pedala assistito.
Certo, ci sono anche il Rombo e il Giovo, il Pennes e la Plose o tutti i passi dolomitici attorno al Sella. Ma per Bolzano la Mendola è la Mendola, un po' come per Trento il Bondone è il Bondone.
Negli ultimi anni la situazione è migliorata (o peggiorata?) di molto. Ai ciclisti tradizionali se ne sono uniti forse altrettanti che hanno scelto la e-bike. Molto più che una decina di anni fa, oggi bisognerebbe finalmente dichiarare la Mendola “Salita di interesse ciclistico.”
Un cartello a valle e uno a monte. Velocità massima 40 km/h. Apparecchi a fotocellule lungo il percorso. Telecamere nei punti più pericolosi. Controlli frequenti. Contravvenzioni adeguate. Ritiro della patente per i casi estremi.
La proposta non è nuova, ma rilanciarla nell'era delle biciclette elettriche mi sembra più attuale che mai.