Cronaca | Provincia

Rifugio Petrarca, gara da 3,8 milioni

Cresce la spesa per la struttura dopo il fallimento del primo bando: nuova call a settembre/ottobre. Con i 48 milioni di fondi aggiuntivi sì alla scuola Marconi a Merano.
rifugio Petrarca
Foto: Usp/Ripartizione edilizia

Il nuovo rifugio Petrarca (Stettiner Hütte) sul gruppo di Tessa, un intervento complesso che vedrà, dopo il fallimento del primo bando andato deserto, la seconda gara per un importo di 3,8 milioni di euro, rispetto ai 3,2 previsti ad aprile. Ancora, la scuola professionale di lingua italiana Marconi di Merano (dal costo stimato in 25 milioni) e il centro scolastico di La Villa, nel Comune di Badia (10 milioni). Sono gli interventi principali che il dipartimento edilizia della Provincia sta valutando di sostenere attraverso i fondi aggiuntivi da 48 milioni di euro, inseriti nel bilancio di Palazzo Widmann approvato la scorsa settimana dal consiglio provinciale.

 

Bando in arrivo

 

La lista degli interventi da finanziare è in corso di elaborazione da parte dei funzionari guidati dal dirigente Paolo Montagner, sotto la supervisione dell’assessore Massimo Bessone. Arriverà in giunta, si presume, verso la fine del mese o l’inizio di settembre. Per quanto riguarda il rifugio, procede l’iter per la ricostruzione della struttura situata in val di Plan, nel comune di Moso in Passiria, a quota 2.875 metri nel cuore del parco di Tessa, distrutta per una valanga nel 2014. I costi elevati e le difficili condizioni logistiche, per un cantiere a quasi 3.000 metri di quota, avevano portato le imprese a non partecipare al primo bando.

Un inconveniente per il progetto che prevede la realizzazione di un edificio moderno con 80 posti letto, suddivisi in camerate da quattro, sei e otto persone, più altri 20 posti letto nel dormitorio comune. Sono inoltre previste tre sale da pranzo per 110 ospiti complessivi, un bar, una cucina, i servizi igienici, un locale lavanderia, oltre agli spazi riservati ai gestori e al personale. Il tutto per una superficie lorda di 1.010,35 metri quadrati e una volumetria di 3.062 metri cubi.

 

L’importo è salito proprio perché la prima gara è andata deserta: l’appalto non è stato ritenuto remunerativo dal mercato, anche per i rischi di un cantiere a 3.000 metri di quota. Inoltre le imprese stanno lavorando a fondovalle nel settore privato (Paolo Montagner, dipartimento edilizia)

 

Si tratta del terzo intervento di riqualificazione della Provincia di Bolzano per i rifugi montani che fanno parte del patrimonio pubblico. E sono proprio le recenti esperienze di ricostruzione dei presidi al Sasso Nero e al Ponte di Ghiaccio che hanno dato gli spunti per modificare il bando. In particolare, secondo i tecnici, i due interventi hanno evidenziato costi più ingenti al metro cubo rispetto a quanto inizialmente preventivato per il Petrarca. Sarebbe questo uno dei motivi che hanno spinto le imprese a disertare la prima gara.

 

 

Alto Adige, gli enti pubblici inseguono i privati

 

Con le opportune modifiche pensate per invogliare le aziende ci si avvicina al nuovo bando, atteso per fine settembre-inizio ottobre. Già nello scorso aprile, quando la giunta provinciale aveva approvato una prima integrazione di fondi per l’opera, il costo era salito da 2.630.000 a 3.200.000 euro. L’importo conclusivo, precisa lo stesso dirigente, è nell’ordine dei 3,8 milioni. “L’importo - spiega Montagner - è salito proprio perché la gara è andata deserta: l’appalto non è stato ritenuto remunerativo dal mercato. Teniamo presente che sono lavori a 3.000 metri di quota, con il rischio metereologico e le relative conseguenze sulla logistica e i tempi di esecuzione, e che le imprese stanno lavorando evidentemente a fondovalle nel settore privato”.

I lavori non sono comparabili, ma a Bolzano è appena andata deserta la gara per il rifacimento di piazza Matteotti. E il Comune, per venire incontro alle aziende, ha deciso di spacchettare l’intervento separando la parte di arredo urbano da quella dell’illuminazione pubblica. La logica della domanda e dell’offerta in un territorio ricco di cantieri e investimenti com’è oggi l’Alto Adige costringe le amministrazioni pubbliche a rincorrere le imprese e non il contrario.