Politica | Referendum

In 2000 contro l'Autonomia differenziata

I promotori del referendum contro la Legge Calderoli hanno comunicato di aver raggiunto le 500 mila firme necessarie. Più di 2000 provengono dall'Alto Adige. Margheri (ANPI): "Ora puntiamo a superare il milione".
Montecitorio
Foto: Ansa
  • Dopo che mercoledì 19 giugno la Camera dei Deputati approvò in via definitiva il disegno di legge sull’autonomia differenziata, numerose forze di centrosinistra dichiararono che da lì a poco avrebbero iniziato a raccogliere le firme per chiedere di abrogare la legge Calderoli tramite un referendum. La legge in questione prevede la concessione di maggiori poteri e prerogative alle regioni su materie finora gestite principalmente dallo Stato. Il meccanismo che prende il nome di “autonomia differenziata” consentirà quindi alle regioni “ordinarie”, ovvero tutte eccetto quelle a statuto speciale (dunque anche il Trentino Alto Adige/Südtirol), di chiedere allo Stato la competenza esclusiva su 23 materie. Tra queste: l’istruzione, la sanità, la produzione di energia e la tutela ambientale.

    La settimana scorsa, i promotori della raccolta firme per il referendum contro la legge Calderoli sull’autonomia differenziata, hanno annunciato di aver raggiunto in soli 10 giorni la soglia necessaria di 500 mila firme. Complice della velocità con cui è stato raggiunto l’obiettivo è stata anche la possibilità di firmare online e gratuitamente sulla piattaforma del Ministero della Giustizia, oltre che ai banchetti fisici organizzati dalle varie associazioni e dai vari partiti politici. 

    Margheri: "Attenderemo il giudizio della Corte Costituzionale, ma c'è già un piano B"

    “Grande adesione – scrive in una nota l’Anpi Alto Adige – anche in Provincia di Bolzano, dove oltre 2000 persone hanno firmato online e ai banchetti”. Guido Margheri, Presidente Anpi, sottolinea: “C’è tempo fino a metà settembre per superare il milione di firme in vista del giudizio di ammissibilità della Corte Costituzionale”.

    Secondo i sostenitori locali del referendum, abrogare la legge Calderoli non significa essere contro l’autonomia speciale riconosciuta dalla Costituzione e dalla legislazione internazionale. Al contrario, significa difendere la Carta e rivendicare un sistema fondato sulla promozione dell’eguaglianza delle prestazioni essenziali relative ai diritti civile e sociali in tutti i territori. Domani, giovedì 8 agosto, dalle ore 9:30 alle 12:00, l’Anpi allestirà un banchetto in Via Torino per continuare la raccolta firme che – a questo punto – servirà ad aumentare il peso politico dell’iniziativa, in quanto il numero minimo di firme è già stato raggiunto. "Anche se la Corte Costituzionale dovesse dare un parere negativo - continua Margheri - alcune Regioni hanno già fatto richiesta per eliminare alcune parti della legge, insomma, per depotenziarla. In ogni caso, ci sono stati Presidenti di regione che l'hanno impugnata per porre l'incostituzionalità della legge all'attenzione della Corte Costituzionale. Il nostro piano B".

    I dubbi sull'ammissibilità del referendum

    L’inammissibilità del quesito è una prospettiva che, secondo quanto riportato in un’intervista a “il Foglio”, è ritenuta concreta dal costituzionalista Giovanni Guzzetta. Ad essere messo sotto la lente d’ingrandimento è il fatto che la legge sia “un involucro all’interno del quale ci sono disposizioni e discipline con oggetti molto diversi. Almeno quattro oggetti della legge Calderoli che sono tra loro distinti e disomogenei”. Secondo quanto sostenuto da Guzzetta, professore di Diritto costituzionale all’Università Tor Vergata di Roma, “secondo la Corte costituzionale – dice al Foglio – un principio cardine per l’ammissione del referendum è invece che il quesito sia omogeneo, cioè che il lettore non sia chiamato ad approvare una pluralità eterogenea di misure ma possa pronunciarsi su ciascun aspetto di esse”. Questo garantirebbe la possibilità di votare sì per un certo oggetto e no per un altro. Per com’è scritto il quesito, secondo Guzzetta, “il lettore è costretto a dire sì o no all’intera disciplina”.

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Evelin Grenier Mer, 08/07/2024 - 15:37

Mi dispiace ma i cittadini di una provincia / regione già autonoma non dovrebbero essere ammessi al voto per decidere su questioni che riguardano l'autonomia di altre regioni.

È una mossa subdola e profondamente scorretta.

Mer, 08/07/2024 - 15:37 Collegamento permanente
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Alberto Stenico Mer, 08/07/2024 - 15:59

Ma i cittadini della provincia di Bolzano contrari all'Autonomia differenziata per le altre Regioni italiane, sono contemporaneamente a favore dell'Autonomia Speciale dell'Alto Adige/Südtirol?

Mer, 08/07/2024 - 15:59 Collegamento permanente
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Konny Ven, 08/09/2024 - 10:00

In risposta a di Alberto Stenico

Nó, signor Alberto , noi -Südtirolerinnen und Südtiroler -, vogliamo solo l'utonomia come dice la parola!
non speciale o differenzato, né vuoto e poco / niente dignitoso. Le altre regioni, come Lei le chiamate cosi bene,
e non come solito abituato " territorio", possono ovviamente tendere all'autogestione nella misura / ampio consentita
dalle rispettive capacitá economiche. Voi fratelli e sorelle avete tutti una scopa, spazzate davanti alle vostre porte e
cancelli , per costruiere insieme la grande Europa.

Ven, 08/09/2024 - 10:00 Collegamento permanente
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Konny Ven, 08/09/2024 - 10:10

In risposta a di Konny

Auf Deutsch :
Nein Herr Alberto, wir Südtirolerinnen und Südtiroler ,wollen nur die Autonomie wie es das Wort bestimmt! - Nicht Sonder - oder
differenziert, noch Hohl und Würdelos. Die anderen Regionen, wie Sie das so schön bezeichnen, und nicht wie gewohnt "Territorio"
zu benennen, können selbstverständlich jedwede Eigenverwaltung anstreben so wie es die jeweilige Wirtschaftsfähigkeit zulässt. Ihr
Mitbrüdern und Mitschwestern habt alle einen Besen, kehrt damit vor Euren Türen und Toren , um gemeinsam an Europa zu bauen!

Ven, 08/09/2024 - 10:10 Collegamento permanente